Mi capita estremamente di rado di emozionarmi per una lettura, per un film o per la musica — talmente di rado che ne conservo a lungo il ricordo; mi è capitato per esempio con Peggy Sue si è sposata di Francis Ford Coppola, e con Die Kunst del Fuge di Johann Sebastian Bach, mentre mi accade meno di frequente con la letteratura, che pure è il genere artistico che preferisco.
Questo per dire che mi è successo di recente con Normal people della scrittrice irlandese Sally Rooney, e soprattutto con la serie tv che ne ha tratto la BBC, che porta lo stesso titolo. Il film in dodici puntate rispetta abbastanza fedelmente i capitoli del romanzo, per cui ho alternato la visione alla lettura, che mi ha permesso, o “costretto”, di immaginare i protagonisti con la fisionomia degli attori.
La visione mi ha coinvolto al punto da togliermi il sonno, farmi provare un senso di rovente ingiustizia e spingermi a attendere con impazienza il momento di vedere la puntata successiva — secondo i ritmi di mia moglie — mentre recuperavo con la lettura i capitoli raccontati dalla puntata appena vista.