Dieci futuri nel sole

L’estetica solarpunk è in debito con l’art nouveau, non c’è dubbio

Victoria Gee, Ottawa (Canada)

«Il solarpunk è una tendenza (per lo più) estetico-culturale e (talvolta) etico-politica che tenta di negare l’idea dominante nella coscienza popolare: che il futuro debba essere cupo, o perlomeno cupo per le masse e le forme di vita non-umane. Ha come fondamento etico la necessità di riparare la millenaria frattura tra la società umana e il mondo naturale, trasformando la nostra relazione con il pianeta con il superamento di quelle strutture sociali che portano all’ecocidio sistemico.»

What is Solarpunk?, su Solarpunk Anarchist 

 

«Abbiamo un disperato bisogno di narrazioni che superino l’apocalisse come punto finale della civiltà, non solo perché ci sono persone e società che stanno già vivendo la visione dell’apocalisse climatica del mondo occidentale, ma anche perché può solo ispirare un’attesa impotente del post-apocalisse, che giunga improvviso per separare il passato dal futuro.»

Alyssa Hill, Literary Hub

 

«La letteratura che scriviamo, le storie che raccontiamo a noi stessi devono riconoscere che, sebbene vi sia un consenso scientifico sul fatto che l’atmosfera si sta riscaldando a causa delle emissioni di combustibili fossili, molti aspetti del cambiamento climatico rimangono incerti. Scrivere racconti non apocalittici sui cambiamenti climatici può renderci consapevoli, intellettualmente ed emotivamente, della nostra incapacità di agire in fretta. Alcune cose andranno perse; molte già lo sono.»

Ecologise.in 

“Nutopiacene”, Amy Sterling, Austin (USA)

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«Assalto al sole» alla Loving the Alien Fest di Torino

Martedì 22 settembre esce in libreria Assalto al Sole, «la prima antologia solarpunk di autori italiani» che ho curato per Delos Digital: undici autori per dieci racconti che presentano un futuro utopico o distopico, o entrambe le possibilità contemporaneamente perché l’utopia di alcuni è la distopia per altri. Il libro sarà presentato in anteprima domenica 20 settembre alla Loving the Alien Fest al Mufant, il Museo della Fantascienza di Torino.

Il sottogenere solarpunk si diffonde anche in Italia, fino a oggi grazie soprattutto all’interesse di Francesco Verso e alla pubblicazione di autori tradotti dall’estero: io ho cercato di riunire un gruppo di scrittori e scrittrici che hanno raccolto la sfida di mettersi in gioco con le regole e le convenzioni di questa fantascienza da premesse ottimiste.

ASSALTO AL SOLE

a cura di Franco Ricciardiello

Odissea Delos Digital, 300 pagine € 17,00, ISBN 9788825412949

I racconti

La sequenza dei racconti è costruita come un percorso, secondo la mia visione personale: i lettori possono seguirlo, oppure costruirsene un altro sulla base di criteri personali.

Ho voluto che Solstizio, il mio racconto lungo destinato a aprire questa antologia, fosse, a rischio di scarso rilievo drammatico, irrimediabilmente ottimista. Ci sono riuscito solo in parte, perché il racconto si è trasformato in un dépliant utopistico sull’Europa del futuro. Ho volutamente messo l’accento sulla trasformazione del paesaggio, perché la questione ecologica e il tema della sostenibilità mi sembrano il punto di partenza più interessante della riflessione solarpunk. Mi sono concentrato in maniera particolare sulla conversione delle città, convinto che sia la chiave di volta del futuro prossimo, e che ogni cambiamento sociale debba di necessità partire dalla riprogettazione dello spazio comune — e auspico che questo movimento inizi in Europa. Propongo quindi ai lettori di considerare il mio racconto come un’introduzione al mondo solarpunk, anche se spero si affezionino almeno un poco alla mia protagonista.

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Assalto al sole: la prima antologia del solarpunk italiano

Il 22 settembre uscirà per la casa editrice Delos Books, in versione cartacea e digitale, un volume curato dal sottoscritto, Assalto al sole, la prima antologia solarpunk di autori e autrici italiani: dieci racconti di fantascienza che guardano al futuro con ottimismo. Storie di Davide Del Popolo Riolo, Stefano Carducci e Alessandro Fambrini, Serena M. Barbacetto, Romina Braggion, Silvia Treves, Nino Martino, Lukha B. Kremo, Franci Conforti, Giulia Abbate, Franco Ricciardiello. Il volume sarà presentato in anteprima il 20 settembre alla Loving the Alien Fest di Torino.

Il solarpunk è un modo per immaginare un futuro migliore, basato su tecnologie sostenibili e stili di vita cooperativi (piuttosto che competitivi). È punk perché la narrativa tradizionale ci vede diretti verso il disastro, la distopia; i solarpunk si rifiutano di accettare che sia l’unico futuro possibile.

Sarena Ulibarri[1]

Negli ultimi anni abbiamo assistito all’esplosione della narrativa distopica, che nata da una costola nobile della science fiction — Orwell, Zamjatin, Huxley — si è nel tempo trasformata in un genere a sé, con la propria estetica e il proprio pubblico. Da speculazione e monito contro le distorsioni della nostra civiltà, con il passaggio di testimone generazionale e la sua “istituzionalizzazione”, la distopia (o anti-utopia) è divenuta un genere autoreferenziale e consolatorio, che spesso si esaurisce nella semplice forma editoriale dell’avventura young adult.

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Grainsbourg scandale

Nella prima metà degli anni Settanta, anni dopo l’uscita sul mercato italiano, passava nelle radio il singolo Je t’aime… moi non plus, forse per rivincita dopo anni di censura radiofonica; circolava questa leggenda metropolitana secondo cui Jane Birkin aveva davvero orgasmi multipli nel corso della registrazione, non ricordo più quanti. I miei compagni di scuola per questo amavano la canzone, e io per lo stesso motivo la snobbavo. Però ogni volta che l’ascoltavo in radio, rimanevo catturato dal motivo musicale. Poi Serge Gainsbourg praticamente scomparve dalla programmazione delle nostre radio, e ancora oggi viene ricordato da chi conosce il suo nome più che altro per quella canzone considerata, decisamente a torto, “pruriginosa”.

È quindi con una certa sorpresa che ho scoperto una decina di anni fa, nel corso di ricerche sul campo per un libro su Parigi, l’immensa popolarità di cui ancora gode in Francia, e soprattutto la sua vasta discografia, di una qualità e una varietà che difficilmente reggerebbero il paragone con qualsiasi altro artista pop contemporaneo. Adesso una parte considerevole delle sue incisioni, anche quelle di altri artisti francesi per i quali ha scritto canzoni, fanno parte della mia collezione domestica.

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