Una nemesi storica

Un luglio a Treviso

Caserma Tommaso Salsa, luglio 2021

Nello scorso mese di luglio sono tornato per la prima volta, (quasi) esattamente quarant’anni dopo, a Treviso, dove arrivai nel luglio 1981 con una tradotta militare, uno di quei treni speciali carichi di soldati di leva. Avevo fatto tre settimane di addestramento, si fa per dire, al CAR di Fano, in provincia di Pesaro. CAR era la sigla di “centro addestramento reclute”, anche se in quegli anni, con un umorismo probabilmente involontario, dato l’ambiente dell’esercito italiano, era stato ribattezzato BAR (Base Addestramento Reclute). In realtà ero destinato a un’altra sede, Villa Opicina sopra Trieste, ma era giunta a Fano una delegazione dal comando del Corpo d’Armata per selezionare chi fosse in grado di battere a macchina velocemente: siccome sapevo dattilografare con dieci dita a notevole velocità, sotto dettatura, fui dirottato sul comando di Divisione.

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La Luna è rossa

Un certo interesse, quando non una vera e propria fascinazione, nei confronti della Cina è coltivato da diverso tempo dagli scrittori statunitensi. Non voglio percorrerne dettagliatamente le tappe, mi limito a individuarne qualche passaggio:

  • in A pochi passi dal sole (The steps of the Sun, 1982), Walter Tevis fa chiedere al suo protagonista asilo politico alla Cina comunista per sfuggire alla giustizia americana, ed è grazie alla mediazione della responsabile di una ditta farmaceutica che riesce a rientrare in patria;
  • nel magnifico Angeli di seta (China Mountain Zhang, 1992), vincitore del premio James Tiptree Jr, Maureen McHugh racconta una Cina del futuro prossimo che è la superpotenza mondiale, mentre gli USA sono sprofondati in una seconda Grande Depressione;
  • nella Repubblica popolare cinese è ambientato per buona parte lo straordinario L’era del diamante (The Diamond Age, 1995) di Neal Stephenson, sottotitolo Il sussidiario illustrato della giovinetta, che non a caso forse è tra le fiction più hard e al tempo stesso realistiche sulle possibilità della nanotecnologia;
  • non è da trascurare infine il grande successo americano della trilogia del Passato della Terra (2007-2010) di Liú Cíxīn, in parte tradotta in inglese da Ken Liu, che ha aperto la via alla pubblicazione di altri autori cinesi fino allora snobbati dal mercato occidentale.

Luna Rossa (Red Moon, 2019) di Kim Stanley Robinson è per certi versi l’apoteosi di questa affinità: non solo l’avventura si svolge interamente tra la Cina e le basi lunari di diverse nazioni, ma al centro della trama c’è, con una certa discrezione, lo Zhōngguó Mèng, il “sogno cinese” dell’attuale segretario del PCC, XíJìnpíng, l’idea di una speranza per ripristinare la perduta grandezza nazionale della Cina — un’idea che ha origini antiche nella cultura cinese, come ricorda anche il poeta Ta Shu, tra i protagonisti di Luna Rossa. Con notevole intelligenza speculativa, Robinson ci presenta un futuro in cui il sogno cinese sta per divenire realtà, anche se Xí non c’è più: l’ambientazione del romanzo è il 2047, due anni prima della scadenza fissata dal segretario generale per il completamento di “una nazione completamente sviluppata” entro il centesimo anniversario della Rivoluzione.

Zhang Lybius, Guangzhou (Cina): chinoiserie punk
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