Una stupenda creatura idiota

Ho letto questo romanzo di Flavio Torba, uscito da pochi giorni per Delos Digital, per tre diversi motivi.

  • Il primo è il titolo, perché sono convinto che ci sia una stretta relazione tra la qualità del contenuto e la capacità di trovare un’etichetta attraente a appiccicarci sopra;
  • il secondo è il fatto che avevo letto un precedente racconto lungo di Torba, “Ora i maestri muoiono”, che pur non avendomi soddisfatto, mi sembrava promettere sviluppi futuri — anche quel titolo è allettante;
  • il terzo motivo è il fatto che Stupenda creatura idiota è stato finalista al Premio Urania dell’anno scorso, e volevo confrontarlo con il vincitore, Per le ceneri dei padri di Davide Del Popolo Riolo.

A lettura terminata, eccomi con due buone notizie:

  1. Anche io avrei fatto vincere il romanzo di Del Popolo, che è superiore;
  2. Tuttavia, è vero che Stupenda creatura idiota è inferiore, ma non di molto.

La trama è classica hard boiled, applicata a un’idea di fantascienza. Il protagonista è un trasfiguratore, artista/artigiano di una chirurgia estetica spinta che nel mondo del futuro è diventata un aspetto di primo piano della vita sociale. Chiunque può richiedere e ottenere, se può permettersi di pagare, modifiche corporee radicali, non solo per abbellire il proprio aspetto, ma anche per modificarlo in maniera inumana — se vuole comunicare con il corpo sensazioni diverse dalla bellezza e dall’armonia. Alex, il protagonista, è un artista trasfiguratore caduto in disgrazia a causa di un lavoro sbagliato, che ha rovinato irrimediabilmente il committente. Come conseguenza, è stato licenziato dal suo maestro e protettore, Nestore, Numero Uno della trasfigurazione.

Per campare, Alex è costretto a accettare lavori meno remunerativi, anche al limite della legalità; ed è una di queste trasformazioni scarsamente trasparenti, richieste da un individuo poco raccomandabile, che funge da innesco nella trama. Alex si ritrova a doversi far carico personalmente di una giovane donna trasfigurata, “una bellezza perfetta, levigata fino allo sfinimento, un fumetto fatto carne, chiaramente un lavoro da professionisti […] troppo per non sembrare inumana”.

È lei la “stupenda creatura idiota” del titolo, una ragazza che appare mentalmente danneggiata, incapace persino di parlare, e per questo vittima delle peggiori fantasie del suo “padrone”: probabilmente è poco più di una bambola a scopo sessuale per il cliente, il quale pretende per lei interventi di trasfigurazione estetica che vadano incontro ai suoi gusti beceri e vistosi.

La creatura, Heidi, non è precisamente il centro del plot, che si avvolge piuttosto intorno al software di Nestore, al log della sua impareggiabile arte di trasfigurazione — ma la “stupenda creatura idiota” rappresenta comunque un mistero “a latere”, mantenuto con coerenza dalla prima all’ultima scena. Anticipo che la rivelazione sulla natura di Heidi, che interviene solo nel finale, è uno dei pochi scivoloni kitsch di questo romanzo, altrimenti pieno di passaggi interessanti, anche come stile di scrittura.

Premesso che la trama mi ha ricordato più Vizio di forma di Pynchon che Blade Runner, devo dire che Torba possiede una marcia in più rispetto alla stragrande maggioranza degli esordienti italiani che si cimentano nella science fiction — e questa è la capacità di scrivere i dialoghi, autentico tallone d’Achille del principiante (e non solo). Non c’è una battuta di discorso diretto che sia superflua, i dialoghi sono tutti concentrati nella progressione della trama, e nell’alternanza con l’esposizione e le descrizioni trovano un ritmo che spinge a proseguire nella lettura.

L’unico grande passo falso è la scelta di un’ambientazione cyberpunk, che i fin dei conti risulta superflua. L’atmosfera sordida e cupa di ambienti marginali è anche resa bene, ma sono convinto che un’idea originale e una trama ben scandita come queste avrebbero reso meglio in un fondale meno abusato, meno standardizzato sull’estetica cyberpunk.

Se la trasfigurazione sul corpo di Heidi è un’efficace metafora della violenza del capitalismo sul corpo della società, tanto più efficace sarebbe stato uno scenario che offrisse meno distrazioni al lettore — perché il cyberpunk deforma sempre e comunque intorno a sé l’estetica dell’ambientazione, in una direzione che era quella che avremmo potuto immaginarci negli anni Ottanta: ma la fantascienza deve andare avanti.

Flavio Torba, Stupenda creatura idiota, ed. Delos Digital 2024, pagine 214 (stima) ebook € 4,99, ISBN 9788825427776

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