Il Solarpunk a Wonderland, Rai4

Martedì 8 giugno la trasmissione tv Wonderland, andata in onda in seconda serata su Rai4, conteneva un’intervista al sottoscritto sul solarpunk. Il montaggio finale, molto suggestivo e elegante, come nella tradizione del programma, comprendeva soltanto un poco meno della metà delle domande e risposte dell’intervista, registrata negli studi Rai di Torino.

La puntata integrale è disponibile su Raiplay:

Quella che segue è invece la traccia dell’intervista, così come registrata sulle domande concordate; nelle risposte scritte, la parte in corsivo si riferisce a quello registrato ma non compreso nel montaggio finale

Il manifesto del solarpunk è una recente proposta letteraria che molti dei nostri spettatori non conoscono; puoi delinearne i caratteri fondamentali, ovvero le linee teoriche non solo nei riguardi della tecnologia, ma anche più ampiamente culturali e politiche?

Il solarpunk è un movimento, un genere letterario e un’estetica; immagina un futuro migliore delle fosche previsioni e costruisce strategie operative per renderlo possibile; si fa interprete di sentimenti e istanze che chiedono un progresso collettivo, sostenibile, inclusivo. Il solarpunk è un processo in corso, non un fenomeno chiuso; non un sottogenere della fantascienza, ma un dispositivo narrativo della filosofia: cosa vogliamo fare per migliorare le prospettive sul futuro, come e perché?

Il Sole è simbolo di vita, è energia alternativa ai combustibili fossili, è ciò che già c’è, e che per sopravvivere dobbiamo utilizzare in modo sostenibile e condiviso.

L’utopia è un riferimento chiaro: incompatibile con una economia basata sul consumo e sulla predazione, il solarpunk non predica un “ritorno alla natura”, ma persegue un progresso consapevole, nel quale scienza e tecnologia, usate in maniera trasparente e democratica, ci consentano di raggiungere finalmente l’equilibrio con il nostro pianeta.

Continua a leggere

Assecondare le proprie ossessioni

È importante assecondare le proprie ossessioni; alcune mi seguono fino all’adolescenza, altre sono sopravvenute negli anni, alcune sono scomparse e altre ancora sono qui. Molte di queste sono entrate nei miei testi.

Negli anni passati ho recuperato e rivisitato ossessioni cinematografiche che mi perseguitano da quarant’anni: Zardoz di John Boorman, L’uomo che cadde sulla terra di Nicolas Roeg, Solaris di Andrej Tarkovskij; adesso sono nella fase di rivisitazione musicale, nel concreto alcuni dischi che hanno caratterizzato la mia giovinezza. Dopo Un biglietto del tram degli Stormy Six, di cui ho scritto qualche settimana fa, ho acquistato su eBay un vinile originale del 1978, mai più ristampato. Si tratta di Danze e ballate dell’area celtica italiana del gruppo torinese La Lionetta, per molti anni una delle più famose formazioni del folk-revival italiano, certamente il meno ortodosso ed il più orientato ad una riproposizione creativa e svincolata dagli schemi del repertorio popolare nord-italiano.

La Lionetta negli anni Settanta
Continua a leggere