Immaginare l’economia del domani. «Il prezzo del futuro»

di LAURA GARONZI

Il presente post è un estratto della tesi di laurea di Laura Garonzi, università degli studi di Verona, anno accademico 2016-2017, intitolata “Fantaeconomia – la narrativa che immagina l’economia del futuro”, relatore prof. Matteo Rima, e viene pubblicato per gentile concessione dell’autrice.

Mentre i racconti raccolti in Terra Promessa mostrano una diversa sfaccettatura dello stesso tema a cui sono vincolati, quelli presenti in Il prezzo del futuro sono caratterizzati invece da una libertà maggiore che si manifesta nella varietà di ipotesi riguardo il sistema economico che ci attende nel prossimo futuro. Tra le molteplici previsioni ne emergono in particolare alcune che hanno il potenziale per far aprire un dibattito molto interessante sulle scelte del presente e sulle loro conseguenze. Per prima ricordo quella dell’autore Marco Rossi, che nel suo racconto “L’era del baratto” immagina la Terra in un contesto post apocalittico in cui la cosa che vale di più è la carne umana, viva o morta che sia, e dove le banconote non sono altro che carta staccia. In questa ambientazione viene spiegato chiaramente il concetto di speculazione applicato alla domanda e all’offerta di carne umana in una comunità antropofaga. Lo scenario immaginato da Rossi è destabilizzante per realismo e crudezza della descrizione. Questo racconto è un invito a interrogarsi sull’etica dell’uomo e dell’arricchimento. La comunità di umani descritta riesce infatti a fiorire e a riprendersi dalla tragica condizione del dopoguerra grazie allo sterminio dei propri simili. È per questa ragione che il villaggio prende il nome “Mors tua vita mea”. Come si può chiaramente dedurre dalla trama di questo racconto, gli scenari economici immaginati in questa raccolta non sono affatto rassicuranti. Questa caratteristica, come ha scritto Valerio Evangelisti nella prefazione al libro, non è un caso ma è imputabile al fatto che «l’Italia è tra le vittime di una crisi finanziaria che non pare avere fine».[1] In questo contesto quindi il libro Il prezzo del futuro appare ad Evangelisti come una sfida volutamente arrogante lanciata dagli autori di fantascienza al resto della narrativa. La provocazione viene ulteriormente alimentata dalla domanda che Evangelisti pone in conclusione della sua prefazione: «noi, i presunti segnatori volti al futuro, ci occupiamo di ciò che ci accade intorno. E voi, supposti realisti, che fate?».[2]

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Fantapolitica: l’Italia della Guerra Civile

di CLAUDIA GAUDENZI

Nella produzione narrativa di Ricciardiello vi sono una serie di ipotesi ucroniche di fantapolitica, concretizzate in narrazioni in versione cartacea o telematica. Il racconto Torino, uscito nella raccolta “Millelire” per i tipi di Stampa Alternativa nel 1995, può essere messo a confronto col racconto Dall’Altra Parte di Umberto Rossi:[1] in entrambi vi è descritto un diverso corso delle vicende storico-politiche italiane della seconda metà del Novecento.

Si rende evidente subito la differenza fra i due modelli seguiti: il primo è un’ucronia dispiegata, il secondo è un’ucronia situata in un universo parallelo.

Il racconto di Ricciardiello descrive una Torino ucronica degli anni Sessanta, occupata dai rivoluzionari sessantottini, bombardata, ferita e finalmente liberata dal giogo delle forze della reazione e del Regime fascista mai storicamente tramontato, mescolando finzione e realtà, con personaggi famosi in primo piano, come Cesare Pavese e Galeazzo Ciano, che si affacciano dalle pagine della macrostoria per ricoprire ruoli di “cameo”.

In Torino non è scoppiata la Seconda Guerra Mondiale e ciò ha permesso la sopravvivenza del regime, egemonizzato da Galeazzo Ciano, e la chiusura autarchica e dispotica del paese entro i propri confini ha provocato l’ostilità degli stati liberal-democratici europei e mediterranei – incluso un Egitto ricco e tecnologicamente avanzato – scatenandone la reazione politica e militare.

Il fronte antifascista interno, organizzato in una struttura combattente clandestina, alimentato dal dissenso del popolo e rafforzato dal supporto degli Alleati, possiede il controllo territoriale di alcune zone del Nord, compresa la città piemontese “coventrizzata” (cioè quasi rasa al suolo da un bombardamento a tappeto) dall’aviazione egiziana, nella quale si apre il racconto.

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I racconti ucronici di Franco Ricciardiello

di EMILIANO MARRA

Il presente post è un estratto dalla tesi di dottorato “Storia e contro-storia. Ucronie italiane: un panorama critico” di Emiliano Marra, coordinatrice prof.ssa Anna Storti, supervisore prof.ssa Sergia Adamo, anno accademico 2013/2014, Università degli studi di Trieste

Raphael Lacoste, Montréal (Canada), “The Wind Up Girl”

[…] Tre racconti ucronici usciti negli anni Novanta rappresentano forse i testi più significativi del periodo, se si tralasciano il corpus di opere che de Turris sta preparando in questi anni per Settimo Sigillo e che apriranno la strada ad Occidente[1]. Si tratta di tre opere di Franco Ricciardiello, anch’esso autore vicino agli ambienti cyberpunk italiani, usciti in maniera irregolare su varie riviste e raccolte fra il 1991 e il 1995. Attualmente, Franco Ricciardiello è uno degli autori più importanti e originali della produzione fantascientifica italiana, sia per profondità critica che per solidità stilistica (spesso abbastanza sciatta nella produzione SF nostrana). Questi tre testi possono essere inquadrati tra le opere che danno l’avvio della produzione matura dell’autore di Vercelli, la quale culminerà con la vittoria del Premio Urania nel 1998 grazie a un romanzo non propriamente definibile come fantascientifico o ucronico (Ai margini del caos, 1998), ma che rappresenta uno degli esiti più articolati e complessi della produzione SF italiana degli ultimi anni[2]. Il secondo fra questi racconti[3], peraltro, è stato anch’esso un testo di grande successo nella microeditoria fantascientifica italiana, raggiungendo (in una piccola raccolta) il numero enorme di sessantamila copie vendute: se non fosse successivo al progetto di de Turris dell’antologia Fantafascismo! (1984) e quasi coevo al primo dei testi pubblicati da Settimo Sigillo (Gli anni dell’Aquila di Passaro, 1996), si potrebbe quasi pensare che la produzione fantafascista legata agli ambienti di estrema destra sia nata come reazione al successo di Ricciardiello. Infatti, l’autore – che in questi anni collaborerà assiduamente a IntercoM, partecipando alle due antologie online di testi ucronici – è noto per una produzione fantascientifica, se non militante, fortemente posizionata a sinistra[4], e questo fatto risulta chiarissimo a almeno due fra questi tre racconti. Un romanzo ucronico immediatamente successivo rispetto ai Margini del Caos (Einstein e la luna), verrà invece rifiutato da “Urania” e non sarà mai pubblicato[5].

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