Un’ucronia comunista

Nel 1995 usciva nelle libreria la Raccolta Millelire intitolata “Fantasia”, curata da Franco Forte, che conteneva tra gli altri un mio racconto ucronico intitolato semplicemente “Torino”. Il libro aveva la forma di un pacchetto di sigarette, in cartoncino, con dieci fascicoli Millelire all’interno.


L’iniziativa ebbe una fortuna esagerata, ancora a distanza di anni c’è gente che mi dice di avere letto il mio racconto su quella Raccolta Millelire. Circa dieci anni dopo il volume aveva superato le 60.000 copie vendute.

Ripropongo quel racconto in versione ebook, e in edizione integrale (per ragioni di lunghezza, avevo eliminato un flashback nella prima edizione), corredato da brani estratti da due tesi universitarie, di Claudia Gaudenzi e Emiliano Marra, che lo analizzano; ho aggiunto anche le mie risposte a domande poste dagli allievi del Primo liceo artistico statale di Torino, durante un incontro avuto con loro il 29 novembre 2019, per analizzare questo racconto.

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Una nuova edizione per “Cosa Succederà Alla Ragazza”

Nel luglio 2014 usciva per Cordero Editore, collana Crimen, il mio romanzo giallo “Cosa Succederà Alla Ragazza”; uscito poi di catalogo e irreperibile (tranne che per la versione in autopubblicazione che ho inserito io nelle librerie online), viene oggi ripreso in edizione integrale da Delos Digital editore – sempre in versione elettronica.


A differenza del giallo tradizionale italiano, dove di solito a indagare sono le forze dell’ordine (commissari di polizia o ufficiali dei carabinieri), investigatori privati, talvolta giornalisti, il protagonista di “L’anno della morte di Lucio Battisti” è un magistrato: il pubblico ministero Erasmo Mancini. Al contrario di altri più illustri colleghi letterari, Erasmo Mancini non è un detective esuberante dall’intuito fulmineo, né un tenero dal cuore d’oro, e neppure una buona forchetta; piuttosto, malgrado l’età relativamente giovane (36 anni) si è fatto la fama di incorruttibile: dotato di solidi principi morali, intransigente sul lavoro, rigidamente vegetariano e rigorosamente astemio, per i suoi trasferimenti in città usa la bicicletta e con le donne mantiene un atteggiamento riservato — il che non gli evita di essere al centro dell’attenzione femminile, grazie non solo al suo aspetto ma anche alla fama tenebrosa e “difficile” che lo circonda.

l’edizione originale Cordero (2014)

Dopo una brillante carriera di Pubblico ministero a Roma, il sostituto Procuratore della Repubblica Erasmo Mancini ha appena chiesto e ottenuto il trasferimento a Torino (città dove è nato e si è laureato) in conseguenza della separazione dalla moglie. La nuova assegnazione sarà effettiva solo a fine agosto, ma Erasmo conta di sfruttare il breve periodo di licenza per assecondare un vecchio desiderio: scrivere un libro sugli ultimi dischi di Lucio Battisti. Al suo ritorno nella città natale, deserta per le ferie estive, viene accolto da Mauro Ferrando, suo ottimo amico e ex compagno di studi universitari, attualmente commissario della Polizia inquirente. Il Procuratore della Repubblica, in partenza per le ferie estive come la maggior parte dei colleghi magistrati, prega Erasmo di affiancare ufficiosamente Mauro Ferrando nell’indagine sulla scomparsa di una bambina di dieci anni a Moncalieri, nell’hinterland torinese.

L’incarico apparentemente non dovrebbe impedire a Erasmo di scrivere il suo libro, ma l’inchiesta si aggroviglia: si scopre che la recente vittima di un pirata della strada sulla collina di Torino è in realtà una ragazza scomparsa nel nulla dieci anni prima a Ivrea, rapita con un furgone mentre andava a scuola, un caso insoluto. Cosa è stato per tutto questo tempo della bambina scomparsa?

La narrazione procede con rivelazioni e colpi di scena, lungo false piste, perquisizioni infruttuose, soffiate a giornalisti e invadenza dei mass media, ripercorrendo l’inchiesta irrisolta di dieci anni prima: a andarci di mezzo sarà la possibilità di Erasmo di scrivere in tranquillità il suo libro. Per la squadra investigativa la priorità è scoprire il nascondiglio della bambina rapita e liberarla il più presto possibile; Erasmo e Mauro procederanno attraverso lo studio di precedenti casi di sequestri di persona di durata molto lunga e la compilazione di un profilo psichiatrico del possibile autore del crimine.


Franco Ricciardiello, Cosa Succederà Alla Ragazza, Delos Crime n. 142, Delos Digital, 365 pagine (stimate), eBook € 4,99 isbn 9788825425307

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Lontano dal male


Il 16 maggio è uscito un mio romanzo breve nella collana Passepartout della casa editrice Sette Chiavi, specializzata in letteratura gialla, appartenente al gruppo editoriale Utterson. Si tratta di una storia che ho scritto su richiesta di Andrea Franco e Diego Di Dio, che sono editor della collana.

“Lontano dal male” è un giallo di tipo classico, nel quale l’indagine è condotta dal sottufficiale dei carabinieri Genatiempo, in forza alla polizia giudiziaria, diretto da un pubblico ministero di nome Quarta.

In un condominio di Torino abitato da ufficiali dell’esercito italiano e dalle loro famiglie, avviene un duplice omicidio: un tenente colonnello ucciso con un colpo di pistola al cuore e il suo attendente, un giovane di leva, precipitato dal quarto piano nel cortile del palazzo.

Siamo all’inizio dell’estate del 1971, un periodo particolare della nostra storia, pieno di inquietudini, che segue il Sessantotto, l’Autunno caldo e l’abortito golpe Borghese: tra poco inizierà la stagione dello stragismo di Stato, dei servizi segreti deviati, del tentativo di depistare una democrazia che non si è mai completamente riscattata dal fascismo.

Ecco un breve booktrailer del romanzo:

“Lontano dal male” 108 pagg. Sette Chiavi ed., euro 9,90 (cartaceo)

Incipit

Uscendo a fine pranzo dal circolo ufficiali, domenica 6 giugno 1971, il maggiore Valter Viera si rese conto con stupore di quanto fosse violento il suo odio per il tenente colonnello Marco Milani, suo collega nell’ufficio oa della divisione. Complice forse il Gattinara bevuto a tavola, si vide estrarre la Beretta dalla fondina, tendere la mano armata e sparare al centro della camicia immacolata color khaki dell’uomo, che camminava due passi avanti a lui.
Naturalmente Viera non aveva, purtroppo o per fortuna, la pistola con sé. L’attendente di Milani, che aspettava accanto alla 130 blu notte fumando una sigaretta, scattò sull’attenti e aprì la portiera.
«Andiamo, ti do un passaggio» disse Milani. Poi all’attendente: «Hai parcheggiato al sole, Beppino».
Viera accettò, la sua Saab era in carrozzeria dopo un incidente. Scoprì con fastidio che il sedile di vinile era bollente.
L’attendente Beppino si mise al volante, borbottando qualche scusa con il suo marcato accento veneto. Era un giovane di una certa bellezza, con folte sopracciglia lucide e una sfumatura bionda. Viera si era accorto del modo in cui sua figlia Giacomina, che aveva solo quattordici anni, lo fissava quando si incrociavano sulle scale di casa.
«Vai piano, Beppino» disse Milani, tirando giù il finestrino dalla propria parte.
Viera cominciò a sudare. Malgrado fosse solo inizio giugno, la bella stagione era già una cupola di afa sopra Torino. Invece di fare il solito giro lungo il Po, Beppino proseguì diritto davanti alle fabbriche chiuse. La domenica occorreva metà del tempo per arrivare dalla caserma al palazzo dove entrambi abitavano. Sperò che Milani non attaccasse con le consuete invettive sulla maniera di dare una lezione agli operai in sciopero; non faceva mistero di essere uno degli ufficiali che si erano messi a disposizione del principe Borghese, l’anno precedente, prima che il suo colpo di stato da operetta si arenasse come una balena su un litorale.

Buona lettura

Io e Lei (9)

Franco Ricciardiello e la Scrittura

Questa parte del racconto sul mio rapporto con la scrittura parla della collaborazione con la casa editrice Odoya e delle mie prime partecipazioni a Stranimondi

continua dall’ottava parte


Continuava intanto l’infaticabile lavoro d’antologista di Gian Filippo Pizzo, sempre alla ricerca di nuovi argomenti e di altre case editrici. Per ogni nuova iniziativa mi contattava, e mi sono sempre fatto punto d’onore di corrispondere alle sue richieste. Partecipai così a un’antologia di gialli di fantascienza, a un’altra su science fiction e arte, e a una terza di fantascienza e guerra, con racconti scritti appositamente.

Nel frattempo Pizzo fece da catalizzatore per un’altra impresa letteraria che mi avrebbe occupato per la seconda metà del decennio. Durante una chiacchierata con me, lui e Walter Catalano avevano saputo che qualche anno prima avevo scritto un lungo testo non di fiction, intitolato Storie di Parigi, una inusuale guida letteraria alla capitale francese, ancora inedito. Pizzo lo raccontò a Marco Desimoni, proprietario di Odoya Edizioni, per il quale avevano pubblicato sia lui che Catalano, così ricevetti un sollecito a inviargli il manoscritto. Con mia sorpresa, Desimoni accettò subito e mi sottopose un contratto d’edizione; non solo, mi propose anche di pubblicare il successivo Storie di Venezia che stavo scrivendo con lo stesso concetto.

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Torino Nouvelle Vague

Il 22 febbraio è la data di pubblicazione del mio nono romanzo, il giallo d’indagine Torino Nouvelle Vague, per Todaro Editore, la storica casa editrice milanese il cui nome è legato alla Libreria del Giallo di Tecla Dozio, e che oggi è diretta da Veronica Todaro.

Franco Ricciardiello, “Torino Nouvelle Vague“, collana Impronte,Todaro Editore, febbraio 2022, 248 pagg. € 16,00 (stampa), anche in ebook, ISBN 978-8832159394

Mentre al Museo del Cinema di Torino è in corso la Nuit blanche del Cinema francese, l’attrice musa della Nouvelle Vague, Sophie Alma, viene assassinata in un albergo del centro città. Il pm incaricato delle indagini, il trentaseienne Erasmo Mancini, è coadiuvato dal commissario Mauro Ferrando, suo ex compagno di università.

Mancini ha casualmente incrociato la vittima la sera precedente nella Mole Antonelliana, durante la serata di gala dedicata agli ottanta anni del regista Leclercq, ex marito di Sophie e grande vecchio del cinema francese.

I testimoni degli ultimi momenti dell’attrice sono l’attuale marito di Alma; il suo amante, cantante di grido negli anni Sessanta; un famoso critico cinematografico; infine l’attuale moglie di Leclercq. Tutti potrebbero in teoria possedere un movente per l’omicidio. L’unico dettaglio inspiegabile è il fatto che mentre il gruppo rientrava in albergo in auto, la vittima abbia improvvisamente preteso di scendere e continuare a piedi.

Questo romanzo è un omaggio a Jean-Luc Godard, facilmente identificabile dietro il personaggio del regista Leclercq, che parla e si comporta come farebbe al suo posto il grande vecchio del cinema postmoderno. Il personaggio femminile, Sophie Alma, è ispirato a Anna Karina, prima moglie di Godard e musa del grande momento del cinema francese, la Nouvelle Vague.

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Franco Ricciardiello, turista non per caso

di Guido Michelone

Negli ultimi tre anni ha pubblicato per Odoya quattro volumi riferiti ad altrettante splendide metropoli: Torino, Venezia, Berlino, Parigi. I testi si intitolano ‘Storie di’

Il presente è il repost di un articolo apparso su InfoVercelli24.

Il Covid-19 o Coronavirus sta massacrando il turismo in tutto il mondo, in particolare in Italia dove si trova il 50% del patrimonio artistico internazionale. Al di là dei limiti dei viaggi internazionali, ci sono via via la paura di nuovi contagi, la mancanza di aperture totali per luoghi come i musei, la difficoltà per le famiglie di disporre dei mezzi per lunghe o medie vacanze a frenare il gusto della scoperta, dell’avventura o di un semplice relax ai mari, ai monti o in città d’arte. E proprio quest’ultime, che patiscono di una crisi senza precedenti, diventano l’inedito soggetto per nuovi libri di un noto autore vercellese che da sempre si dedica al romanzo noir e science-fiction: Franco Ricciardiello.

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Dodici domande su « Torino »

poste dal prof. Giuseppe Ponsetti e dalle allieve e allievi della V E del Primo liceo artistico statale di Torino durante l’incontro del 29 novembre 2019

D: Quali motivazioni  la hanno spinta a scrivere racconti e romanzi?

R (Franco Ricciardiello): Ho sempre avuto il gusto di scrivere, fino da quando frequentavo le elementari. A scuola ero un bambino distratto e non propriamente brillante, ma imparavo in fretta la grammatica e ricordavo il significato di tutte le parole, come mi sarebbe capitato in seguito per le lingue straniere. Sono sempre stato un grande lettore, fino da quanto avevo sei anni e mia madre, che vendeva giornali in un’edicola, mi portava a casa da leggere fumetti e libri per ragazzi. Alle scuole medie scoprii la fantascienza, mi appassionai incondizionatamente e provai a scrivere i primi racconti. Ero conquistato dal sense of wonder, il senso del meraviglioso, che nella fantascienza è più forte che in qualsiasi altro genere. Andavo alle superiori quando la ragazza di un mio caro amico, anche lui divoratore onnivoro di Urania e altre collane specializzate, gli domandò perché non provasse a proporre un suo racconto alle riviste di settore. Mi dissi “e perché io no? Se qualcuno può pensare questa cosa, significa che si può anche fare.” Cominciai a scrivere quindi racconti brevi, di fantascienza naturalmente perché al tempo non leggevo quasi nient’altro. A vent’anni, lo stesso mese in cui partii militare, pubblicai il primo racconto.

Come definirebbe, come “generi”  la sua produzione  letteraria? Ha senso parlare di generi?

Quelli che chiamiamo “generi letterari” sono una comoda invenzione dell’industria editoriale: etichette da appiccicare sugli scaffali delle librerie, come “giallo”, “noir”, “fantascienza”, “romance”, così il lettore sa cosa aspettarsi e può comprare, in teoria, a scatola chiusa. Non dimentichiamo però che questo è vero per ogni disciplina artistica, che si divide in movimenti, scuole, tendenze, periodi. In questo modo anche gli autori possono sapere in partenza quali caratteristiche piaceranno al loro pubblico potenziale. Come ogni attività umana, la ripetizione di certi elementi dopo un certo tempo satura il gusto del pubblico, di conseguenza adesso fa tendenza il crossover, cioè la commistione di più generi: cioè il giallo di fantascienza, il romance storico, e via dicendo. Il risvolto negativo è che all’interno di un genere si può sviluppare una quantità tale di stereotipi da costituire un linguaggio esoterico, uno stile che certi lettori faticano a comprendere; per fare un esempio, nessun libro di fantascienza spiega cos’è un cyborg, la velocità superluminare, le nanomacchine etc., e questo può frastornare un lettore volenteroso che si avvicina senza conoscere nulla delle sue convenzioni. A me da un lato il genere “fantascienza” fa comodo, perché lo conosco alla perfezione e so cosa si aspettano i miei lettori; d’altro canto, a volte mi sta stretto, e allora ho bisogno di scrivere qualcosa di diverso che non può essere raccontato con la macchina narrativa del poliziesco o della science-fiction.

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Primo Levi a Vercelli

di ANNA RICCIARDIELLO

L’esordio letterario dell’autore di «Se questo è un uomo»

Il 27 gennaio si celebra il Giorno della Memoria, la ricorrenza istituita dall’ONU per commemorare le vittime dell’Olocausto. La data è stata scelta in ricordo del 27 gennaio del 1945, quando le truppe dell’Armata Rossa liberarono i superstiti detenuti nel campo di concentramento e sterminio di Auschwitz, in Polonia, considerato oggi un simbolo universale del folle progetto di Hitler e della tragedia ebraica. Per gli italiani, in questa ricorrenza, è impossibile non ricordare Primo Levi, lo scrittore e chimico torinese che, reduce proprio da Auschwitz, scrisse “Se questo è un uomo” e dedicò buona parte della sua vita alla testimonianza della terribile esperienza vissuta, affinché non venisse mai meno il ricordo di quel che accadde. Egli divenne, col passare degli anni, lo scrittore dell’Italia contemporanea più conosciuto nel mondo. Le sue opere sono state tradotte in quarantuno lingue e il libro “Se questo è un uomo” ha venduto fino a oggi, nella edizione Einaudi, più di due milioni e mezzo di copie, escluse le versioni ridotte o adattate per la scuola media.

Lo scrittore, di cui il 31 luglio 2019 ricorrerà il centenario della nascita, è oggi un classico della letteratura, ma non tutti sanno che per anni Primo Levi frequentò assiduamente Vercelli e proprio su un giornale vercellese avvenne il suo esordio letterario. Per spiegarne il motivo occorre fare un passo indietro nel tempo e raccontare la storia di un’amicizia profonda, che durò tutta la vita.

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L’infinito caos dei generi: Franco Ricciardiello fra giallo e fantascienza. Terza parte

di CLAUDIO ASCIUTI

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Terza parte della postfazione all’edizione eBook di Cosa Succederà Alla Ragazza

7. Rapimenti a scopo sessuale e musica: Cosa succederà alla ragazza.

E veniamo infine a Cosa succederà alla ragazza, partendo da una semplice constatazione: il meccanismo narrativo che R. adopera per questo romanzo, pur utilizzando le tradizionali tecniche investigative del “giallo” propriamente detto, non lesina il recupero dei topoi interni ai lavori precedenti; e rappresenta il punto di arrivo di una riflessione sui meccanismi della scrittura che a partire dagli anni Novanta si è man mano ampliata, quando cioè R. ha cominciato lentamente a staccarsi dal mondo della fantascienza cercando nuove vie espressive. Protagonista del romanzo, come abbiamo visto, è il PM Erasmo Mancini, figura anomala nel panorama della detection italiana, che solitamente predilige una serie di investigatori standard che vanno dal privato, al commissario o al massimo al graduato dei carabinieri e della polizia, senza mai andare oltre nella gerarchia, sebbene sia proprio il PM che deve istruire le indagini; figura anomala inoltre, con scarsissimo grado di correlazione con il cliché dell’investigatore che si è andato formando nel corso del tempo in Italia: non è un gourmet, ma un vegano e un naturista e viaggia solo in bicicletta; benché appena separato (una caratteristica che abbiamo visto in tutte le altre opere di R, quasi che lo scioglimento della coppia preluda al rientro on the road del protagonista, rendendolo nel medesimo tempo più vulnerabile) non corre dietro alle ragazze, anzi, immerso nelle sue riflessioni ne rimane un po’ distante; non è il tradizionale alcolista ereditato dagli eroi dell’hard-boiled americano, ma è invece astemio; e inoltre è inossidabile e incorruttibile; caratteristiche che vengono ben esplicitate da questo dialogo fra lo stesso Mancini e Marina:

— La polizia è responsabile delle indagini negli ordinamenti giudiziari di common law, per esempio i paesi anglosassoni. Negli ordinamenti di civil law invece, il tuo amato Giappone o anche l’Italia, l’azione penale spetta alla magistratura requirente, che può servirsi delle forze di polizia.
Marina si stringe nelle spalle. — Allora i film e i romanzi polizieschi ci prendono in giro?
— Probabilmente per il pubblico della fiction la figura del magistrato non ha nulla di romantico, — risponde Erasmo.
La ragazza lo osserva mentre finisce di mangiare l’insalata, poi aspetta che le riempia d’acqua il bicchiere di vetro naturale.
— Spero che non si offenda, signor Pi Emme, ma trovo che lei non abbia decisamente nulla del commissario. Pepe Carvalho mangia come un bulimico, Montalbano è meglio vestirlo che nutrirlo, il corpo di Philip Marlowe è composto al 70% di alcol anziché di acqua. A lei invece è sufficiente un piatto di vegetali crudi e un bicchiere di acqua fresca.
Erasmo svuota il bicchiere in gola prima di rispondere. — L’appetito pantagruelico di Montalbano è da attribuire all’età è alla salute del suo autore. Camilleri ha ammesso che con i suoi anni non può più permettersi di mangiare smodatamente, e allora si sfoga con il suo personaggio. Sospetto che fosse così anche per Vázquez Montalbán e il suo Pepe Carvalho.

(Cap. 11, Il doppio del gioco, pag. 91)

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L’infinito caos dei generi: Franco Ricciardiello fra giallo e fantascienza. Seconda parte

di CLAUDIO ASCIUTI

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Seconda parte della postfazione all’edizione eBook di Cosa Succederà Alla Ragazza.

 

3. Altri racconti: giallo tradizionale e fantascienza, cyberpunk, memorie e clonazione.

Abrar Khan, Malmö (Svezia), “I gemelli”

Nel decennio che separa  La rocca dei celti dalla vittoria al Premio Urania 1997, R. continuò la sua attività di scrittore di racconti, fra i quali vogliamo ricordare Archeologia[1], un vero e proprio giallo fantascientifico, Saluti dal lago di Mandelbrot[2], un racconto cyberpunk dalle atmosfere noir e Se io fossi Escherichia coli[3], sul tema della clonazione, approfondimento e divagazione a proposito dei concetti espressi nel romanzo. I primi due racconti sono particolarmente interessanti perché mostrano la duttilità della scrittura di R. e la capacità di piegare il linguaggio alle esigente del contenuto.

Sebbene R. non ami in modo particolare il giallo classico, Archeologia si manifesta come una riproposizione del modello del romanzo-enigma ambientato in un luogo circoscritto, alla Agatha Christie; il tradizionale delitto della “camera chiusa”, insomma. In questo caso la piccola “comunità” dove si svolge la storia è un gruppo di amici che giocano con la “commutazione”, un procedimento che trasla l’essenza di una persona nel corpo di una seconda, con un sistema casuale e a rotazione, sesso per sesso, e assoluto anonimato. Il protagonista Finn accetta di giocare con la moglie Franziska; nel suo gruppo di amici intimi, dove già Hannibal, il primo marito, dieci anni addietro era stato misteriosamente assassinato mentre si stava riprendendo dalla commutazione. Finn avverte da subito una strana atmosfera, e ha la sensazione di essere invischiato in un gioco più grande di lui; e infatti la commutazione ha un risultato particolare, Finn trasla nel corpo di una donna, Tersicore; e ci resta, fino a quando il suo corpo-Finn non muore quasi accidentalmente, e un altro corpo non afferma di essere lui l’essenza di Finn. Finn adesso è rimasto rinchiuso nel corpo di Tersicore, e Tersicore è morta. Alla fine si scopre l’assassino, ma a questo punto il sapere che si tratta di Tristram, dentro cui abita l’essenza del defunto Hannibal, non ha importanza; è importante invece la perfetta struttura classica da giallo classico, la complessa psicologia dei personaggi e dell’azione, e la curvatura della memoria (o sarebbe meglio dire: delle memorie) che aveva già una grande importanza ne La rocca del Celti, e che continuerà ad averne ancora in seguito.

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