Franco Ricciardiello e la Scrittura
Questa parte del racconto sul mio rapporto con la scrittura parla della collaborazione con Giulia Abbate e della continuazione di quella con Gian Filippo Pizzo e Delos Digital
continua dalla nona parte
Già da qualche tempo meditavo sulla possibilità di comporre una guida alla scrittura di science fiction; avevo pubblicato qualche stralcio sul mio blog, “Ai margini del caos”, che avviai nel settembre 2016, e contemporaneamente avevo notato che Giulia Abbate toccava argomenti analoghi sul suo blog e su quello di Studio 83. Avevo nel frattempo letto quasi tutto ciò che lei aveva scritto, raccolto in una antologia molto bella, Lezioni sul domani, scritta insieme a Elena Di Fazio, che conteneva racconti dell’una e dell’altra, più alcuni a quattro mani.
Un po’ per scherzare, un po’ seriamente, le proposi con un messaggio di scrivere un manuale a quattro mani; e lei rispose, un po’ seriamente e un po’ per scherzare, di sì. Forse la cosa si sarebbe fermata lì, se non avessimo mosso ognuno un passo verso l’altra. In breve, ci dividemmo gli argomenti, cercando di non ricalcare la classica scaletta di un manuale di scrittura: trama, personaggi, punto di vista, dialoghi, ambientazione etc. Giulia inserì un lungo capitolo in cui proponeva un suo metodo di lavoro per sollecitare la creatività. In bilico tra necessità di dare per scontate le basi della creative writing e volontà di toccare tutti gli argomenti che potessero interessare chi si accinge a scrivere fantascienza, siamo riusciti a produrre un manuale originale, utile, approfondito, pieno di esempi, che non ricalca pedissequamente la scuola di scrittura americana. Abbiamo recuperato citazioni e insegnamenti di Viktor Šklovskij, T.S. Eliot, Roman Jakobson, Massimo Mila, Darko Suvin, André Breton e altri, e con una bibliografia finale di 339 voci.
Lo intitolammo Passaporto per l’Eternità. Scrivere fantascienza bene, oggi, ma per ragioni editoriali uscì con il titolo Manuale di scrittura di fantascienza; Passaporto per l’Eternità, tratto da un racconto di J.G. Ballard, rimase come sottotitolo. Le opinioni che abbiamo ricevuto dai lettori sono state unanimemente entusiaste: avevamo fatto centro. Il Manuale rappresenta uno strumento insostituibile, oltre che il primo tentativo organico in direzione della fantascienza che si sia tentato in Italia, e fino a questo momento rimane insuperato. Per presentare il volume scrivemmo:
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