Un incontro a Pisa sulla climate fiction

Lo scorso 18 marzo ho partecipato alla libreria Tralerighe di Pisa a un incontro del ciclo “Passione aliena”, parlando insieme a Giuliana Misserville di Climate fiction.

quello che segue è il podcast della nostra bella discussione.

ricordo che sullo stesso argomento ho tenuto un panel a Stranimondi 2022, il cui testo integrale è stato in seguito pubblicato su Solarpunk Italia, con esau

Autunni caldi – parte prima

Autunni caldi – parte seconda

Intelligenza artificiale e estinzione: un racconto di Vanessa West

Vanessa West, “La natura corregge i propri errori”, Futuro Presente n. 61, ed. Delos Digital, ebook € 1,99

La più recente uscita della collana Futuro Presente di Delos Digital conferma che questa serie di ebook curata da Giulia Abbate e Elena Di Fazio è una delle (poche) iniziative editoriali che cerchino di sfuggire al desolante appiattimento nel quale è regredita la fantascienza italiana. Svanita la forza propulsiva del cyberpunk, che in qualche modo aveva raccolto e rielaborato l’eredità della fantascienza sociale e della new wave, siamo tornati alla space opera, alle guerre aliene e a un distopico svuotato di qualsiasi intenzione di ammonimento verso il futuro.

Vanessa West è chiaramente lo pseudonimo di una scrittrice italiana. Non è che il contenuto di questo racconto lungo sia così radicale da richiedere un “paravento” per l’autrice: si tratta semplicemente di un ‘nom de plume’ già utilizzato in passato. “Lesbismo & meccanica quantistica” è il divertente titolo di un romanzo pubblicato da Vanessa West nel 2018; dell’anno prima è il più corposo “Venere vendicami”, la cui quarta di copertina recita:

Cosa succede quando gli dei ci accordano la vendetta che abbiamo richiesto? Qual è il prezzo da pagare? Tra delitti, rudimenti di agricoltura biodinamica, diatribe culturali e apparizioni fantasmatiche sdraiate su altari etruschi, ‘Venere vendicami’ è un viaggio nella circolarità del tempo, nelle inquietudini sentimentali e nelle potenzialità del desiderio rifratte da giochi di specchio.

Dunque Vanessa West, che le note biografiche di Delos Digital riferiscono essere “un’astrofisica di cultura classica, nata negli anni ’60 a Rimini”, la quale “nel 2018 ha preso un anno sabbatico per dedicarsi allo studio della fisica teorica” (il cui risultato è il primo dei due libri citati sopra), non è nuova a temi che un tempo erano affrontati solo da autrici dichiaratamente femministe. Non per nulla “La natura corregge i propri errori” è dedicato a Valerie Solanas, autrice di “Scum – manifesto per l’eliminazione dei maschi” nonché (quasi) omicida di Andy Warhol nel 1968.

Continua a leggere

Io e Lei (8)

Franco Ricciardiello e la Scrittura

Ottava puntata del racconto sul mio rapporto con la scrittura. Racconta del mio primo libro non di genere, e di alcune tesi di laurea che parlano dei miei primi romanzi pubblicati su Urania .

continua dalla settima parte


Quella di Laura Garonzi non è la prima tesi di laurea che abbia analizzato qualcosa scritto da me. Nel 2007 (ma io sarei venuto a saperlo più tardi), Claudia Gaudenzi aveva discusso all’università di Bologna una tesi dal titolo “Un percorso nella fantascienza italiana: la manipolazione del tempo”. L’autrice analizzava in maniera piuttosto diffusa alcuni miei testi: Ai margini del caos, Radio aliena Hasselblad e Torino.

[Ricciardiello] riesce a […] comporre alcuni interessanti esempi di storia “mista” imperniati su esperienze di totale immersione entro le vicende legate ad Hitler e i suoi accoliti durante gli ultimi giorni del nazismo, in un piccolo ciclo composto da due romanzi, Ai margini del Caos e Radio Aliena Hasselblad, che aggiungono un tassello alla già vasta produzione internazionale del “fantanazismo”, elaborando nel contempo una teoria epistemologica non convenzionale sulla ambigua consistenza della realtà, aiutato dalle possibilità speculative del medium fantascientifico.

Il testo analizza dettagliatamente la trama dei due romanzi pubblicati su Urania. Nel capitolo L’implosione della Storia l’autrice si occupa di Ai  margini del caos:

Il rapporto tra una realtà apparente dominata dal Bene, ed una “Altra” dominata dal suo principio antagonista, potrebbe autorizzarne l’accostamento alle realtà differenziate della teoria degli universi paralleli: Vic è in grado di varcare il confine tra la realtà fenomenica e quella effettiva grazie alle sua sensibilità accentuata ma passiva, con l’intervento di un catalizzatore come il quadro di Böcklin.
Quella percepita da Vic sarebbe una verità simile a quella di Dick: una soprarealtà illusoria che nasconde la vera natura del mondo in cui il Terzo Reich ha vinto la guerra.
Indipendentemente dal contenuto di queste idee, ciò che continua a mantenere salda la realtà illusoria è la crisi definitiva, la fine della percezione lineare, visiva del mondo, sostituita da una percezione multimediale plurisensoriale non più limitata alle categorie spazio-temporali euclidee.

Continua a leggere

L’importante è cominciare

Nella primavera del 1994 scrissi per la fanzine Intercom un pezzo dal titolo L’incipit, nel quale, oltre a spiegare qualche nozione di creative writing sull’importanza del primo paragrafo di un racconto, o della prima pagina di un romanzo, proponevo ai lettori un piccolo quiz: dieci incipit ‘celebri’ della fantascienza, con la domanda: a quale romanzo di quale autore/autrice appartiene questo incipit?
Piergiorgio Nicolazzini, che oggi è tra i maggiori agenti letterati in Italia con la sua agenzia PNLA, e che in quegli anni collaborava con l’Editrice Nord, mi propose di riprendere il pezzo, di scegliere dieci nuovi incipit e di pubblicarlo sul COSMO SF, il bollettino gratuito che la casa editrice inviava a chiunque ne facesse richiesta, con una tiratura di decine di migliaia di copie.
Ne venne fuori il pezzo che segue, uscito sul numero 5/1994 (anno XXIII) di COSMO SF; vinsi il Premio Italia per il miglior articolo su pubblicazione professionale alla XXI Italcon a San Marino, nel 1995.

Continua a leggere

Sognavamo metropoli d’acciaio

Il presente post è il testo dell’intervento che ho tenuto in pubblico al MuFant, Museo dalla fantascienza e del fantastico di Torino, il 13 novembre 2022, in occasione della Biennale Tecnologia Torino, il cui programma era dedicato alla Città.


La Città Futura nella letteratura di fantascienza: non solo macchine volanti

Nel suo secolo abbondante di vita, la fantascienza non ha raccontato solo extraterrestri, astronavi, robot e viaggi nel tempo; fino dai suoi albori come genere letterario, al centro del suo immaginario c’è stata anche la Città.

La città è il centro propulsore della seconda rivoluzione industriale, il luogo dove la tecnica si dispiega con tutta la forza, dove la scienza trova laboratori, cervelli, centri di ricerca, dove sorgono fabbriche e si concentra la manodopera, dove il denaro si forma e si moltiplica. La città sembrava, alle generazioni di inizio Novecento, una porta su un magnifico futuro di progresso.

Ancora più che nel passato, oggi la città diventa una vetrina dell’intelligenza umana, il volto della civiltà, ed è facile intuire che la sua importanza crescerà ancora nei prossimi anni.

La città del futuro ha affascinato non solo scrittori e scrittrici, ovviamente; anche l’illustrazione di fantascienza si è nutrita dei medesimi sogni, anzi parola e immagine si sono alimentate l’una con l’altra:

“Le città del futuro hanno affascinato gli illustratori di fantascienza almeno quanto hanno affascinato gli scrittori e molte illustrazioni hanno dipinto vaste e complesse strutture che gli artisti si sono raffigurate con gli occhi della mente. Strade scorrevoli, marciapiedi sopraelevati, marciapiedi mobili, taxi aerei, apparecchiature per lo spostamento aereo individuale, corsie per il traffico automatizzato per macchine controllate da computer, enormi edifici di vetro e grandiose cupole che racchiudono intere metropoli… La lista è infinita e la varietà senza fine.”

(Frederik Pohl, “Introduzione a una sociologia aliena”, in Enciclopedia della fantascienza, vol,. 5, editoriale Del Drago 1980)

Questo intervento vuole presentare, per sommi i capi ma spero anche, in maniera approfondita, la varietà dei modi in cui la Città è stata protagonista della letteratura di fantascienza, tenendo anche presente l’immaginario degli artisti visuali, in omaggio a quel “circolo virtuoso” di ispirazione che attinge a un sense of wonder rintracciabile nell’illustrazione di fantascienza, come nella narrativa.

Continua a leggere

Un sogno di Giulia Abbate

Finalmente il numero di questo mese della collana Futuro Presente, casa editrice Delos Digital, vede come autrice una delle due editor.

Credo che chi ha la responsabilità di una collana, o di un’antologia, non debba per forza di cose sentirsi autorizzato a includere un proprio testo — al tempo stesso, se si è parte di un movimento, una poetica, un idem sentire, è lecito partecipare in prima fila.

La collana Futuro Presente, arrivata con questa pubblicazione al n. 56, è secondo il sottoscritto la migliore di Delos Digital. Curata da Giulia Abbate, appunto, e Elena Di Fazio (premio Urania e premio Odissea), è “dedicata alla fantascienza sociale e tratta problematiche attuali proiettate in contesti futuri” (leggo dalla presentazione della collana, in un post sul blog Studio83).

Cos’è la fantascienza sociale? “Diritti civili, razzismo, guerra, social media, immigrazione, conflitti religiosi, costumi, economia, morale… un’ampia gamma di temi appartenenti al mondo in cui viviamo e che, grazie al mezzo letterario della fantascienza, vengono sviscerati e traslati in possibili mondi futuri per darne una rilettura critica.”

Mi verrebbe da dire che questo è il cuore della fantascienza, la sua ragione di esistenza come genere letterario, ma devo ammettere che una parte importante degli appassionati lettori certa qualcosa di diverso, cioè avventura, emozioni forti, idee innovative — non per nulla, anni fa chi non amava la fantascienza la accusava di essere “letteratura d’evasione”.

Ben venga dunque una collana di fantascienza sociale.

Continua a leggere

Il “Primo contatto” visto da Romina Braggion

L’aliena dalla pelle di luna

“L’aliena dalla pelle di luna” è un racconto di Romina Braggion contenuto nell’antologia Primo contatto, a cura di Franco Forte, Urania Millemondi estate 2022, ed. Mondadori. La raccolta è composta da tredici racconti di autrici e autori italiani che affrontano un tema classico della fantascienza: il primo contatto, appunto, con una civiltà senziente extraterrestre.

Romina Braggion

Il racconto di Romina Braggion apre l’antologia, per ragioni di ordine alfabetico. Un lettore che lo ha apprezzato, Edoardo Camponeschi, presente su Instagram con lo pseudonimo di Edocentric, di mestiere “narratore di audiolibri”, ha fatto omaggio all’autrice di una traccia audio nella quale legge il testo del racconto.

Continua a leggere

Un nuovo sito web: l’Enciclopedia del Postmoderno

Inauguro oggi, giorno del mio 61° compleanno, una nuova iniziativa letteraria: metterò progressivamente online una grande quantità di materiale accumulato da qualche tempo, centinaia di schede con trama di opere e autori/autrici legati alla letteratura postmoderna, da tutto il mondo.

Il materiale, che confluirà nel nuovo sito Enciclopedia del Postmoderno, non ha ambizione di completezza; l’elenco di autori, autrici e titoli verrà continuamente aggiornato; ogni settimana, di regola, metterò online un nuovo, sintetico profilo di scrittore o scrittrice, e un suo libro.

Il materiale si rivolge a chi non considera la lettura solo un modo per passare il tempo, o un divertimento. La letteratura è conoscenza del mondo, e di noi stessi. La letteratura è bellezza, creatività, scoperta.  La parola scritta dà forma al pensiero, anzi senza il linguaggio il pensiero non esiste. Leggere è pensare — e la letteratura postmoderna è una sfida, perché invece di rilassarsi e godere il racconto, chi legge viene chiamato in causa come creatore attivo di significati.

Il postmoderno induce a interrogarsi su alcune questioni: cos’è la letteratura? perché si legge? e soprattutto, perché si scrive? E perché alcuni scrittori non si accontentano di scrivere ciò che il pubblico si aspetta, ma si sforzano di seguire strade nuove e, fino a un certo punto, sperimentali?

Ti invito a fare un giro nel sito. Per la prima settimana, metterò online la pagina Che cos’è il postmoderno?, un post, Il postmodernismo in letteratura, l’elenco degli autori/autrici e dei titoli che affronterò, l’indice cronologico delle opere e una breve bibliografia critica.

Buona lettura

Franco Ricciardiello

Vai all’ Enciclopedia del Postmoderno

In letteratura, le dimensioni contano?

Nonostante i discorsi sulla morte del libro a causa della competizione degli altri media, la gente che sceglie di leggere preferisce narrazioni estese ed estensive, l’opposto dei frammenti d’informazione che appaiono sui nostri smartphone o dispositivi elettronici collegati a Internet.

(Clare Alexander, The Guardian)

I romanzi più lunghi della letteratura mondiale di tutti i tempi

La recente lettura di Donne e uomini di Joseph McElroy, la più lunga opera di fiction mai scritta da un autore statunitense, e tra i romanzi più lunghi di tutta la letteratura mondiale, pubblicato da Il Saggiatore in un volume di quasi duemila pagine, mi ha spinto a interrogarmi sul rapporto tra lunghezza del testo e piacere del lettore.

È noto che la dimensione racconto (da poche fino a cinquanta-sessanta pagine) non ha fortuna presso i lettori italiani, che preferiscono il romanzo. Ma esiste una intrinseca differenza di qualità tra il primo e il secondo?

Il critico letterario Leone Piccioni ha efficacemente definito il racconto come verticale, il romanzo orizzontale. Il secondo permette divagazione e approfondimento, mentre la scrittura delle opere brevi è intensiva — intensità che non deriva dalla lunghezza ridotta, bensì dal più stretto controllo esercitato da chi scrive. L’autore o l’autrice non può permettersi che i personaggi prendano la mano come talvolta accade nel romanzo. Il racconto richiede più tecnica, più perizia rispetto alle opere lunghe, dal momento che occorre lavorare per sottrazione: sopprimere ciò che non è strettamente necessario in modo da ottenere la compattezza insita nell’estetica del genere breve.

Detto questo, è normale che chi al contrario cerca vasti affreschi narrativi, interi mondi in cui esercitare la volontaria sospensione dell’incredulità, si rivolga al romanzo. In questa categoria editoriale, che individuiamo nel volume venduto singolarmente, esiste tuttavia un’enorme variabilità di lunghezza, dal racconto lungo fino all’opera pubblicata in più volumi, senza contare le grandi saghe caratteristiche della letteratura di genere e dello youg adult — ma questo è un caso un po’ diverso.

È il romanzo lunghissimo, anche se pubblicato in più volumi ma concepito come opera unica, che mi interessa. Cosa spinge autori e autrici (più i primi che le seconde, per la verità) a scrivere romanzi-monstre, e cosa spinge chi li legge? È una sorta di bulimia, perversione culturale, volontà di distinguersi dalla massa indistinta di scrittori e lettori, o altro? Insomma, c’è davvero più significato in un testo di lunghezza superiore? E in uno molto superiore al consueto?

Continua a leggere

Stratagemmi corsari

Viaggiatori nel tempo e tanta avventura intelligente nel romanzo di Giulia Abbate

Di recente Delos Digital ha pubblicato la versione cartacea di Nelson, il primo romanzo di Giulia Abbate apparso in versione eBook alcuni anni fa. L’ambientazione è un immaginario inizio Seicento nel quale gli equilibri politici e di forza tra nazioni sono stati scompaginati dall’arrivo della “gente del domani”, esseri umani provenienti dal futuro che portano con sé anche oggetti tecnologici incredibilmente avanzati. Stratagemma Trentasette, il nuovo romanzo di Giulia Abbate appena uscito nella collana Odissea fantascienza è ambientato nello stesso mondo, ma con protagonisti diversi.

Entrambi i romanzi sono ambientati sul mare: nell’atlantico il primo, con l’ammiraglio Claude Nelson che si è procurato una patente di corsa e attacca le navi spagnole e francesi; il secondo, con la comandante pirata Shi Yang che imperversa nel Mar Cinese Meridionale (il “mare disteso”), fino all’Indonesia.

Due romanzi debitori delle grandi storie d’avventura marinara alla Salgari (o anche, perché no?, alla Golon); perlomeno in parte, perché in Stratagemma Trentasette, oltre a alcuni classici della cultura orientale fa capolino anche Jorge Luis Borges, autore a sua volta in Storia universale dell’infamia di un ritratto di Shi Yang a tinte sanguigne. Perché “la vedova Ching”, cioè Shi Yang, è un personaggio realmente esistito — peccato che sia nata nel 1775, molto dopo gli anni in cui è ambientato il romanzo. Questo è ciò che fa notare un personaggio proveniente dal futuro, decisamente sorpreso di questa incongruenza temporale: è il sovvertimento dell’equilibrio temporale che ha provocato questa cronodiscrasia?

Continua a leggere