Un manuale per chi scrive gialli

Quando decisi di scrivere un romanzo giallo, dopo avere vinto il primo premio per un racconto al concorso Gran giallo città di Cattolica, feci alcune scelte preliminari sulla figura del protagonista ‘detective’, colui che avrebbe indagato:

  1. doveva essere una figura istituzionale, non investigatore privato, avvocato, giornalista etc
  2. doveva essere adatto a una eventuale serie di gialli successivi
  3. doveva essere caratterizzato in modo differente dal detective tipico del romanzo italiano (buona forchetta, duro dal cuore tenero etc)

Soprattutto per rispettare il punto 1, mi domandai per quale ragione il protagonista abituale dei gialli italiani, quando è una figura istituzionalmente preposta all’indagine, è un poliziotto o un carabiniere e, in rari casi, una guardia di finanza — quando non addirittura un investigatore privato, che nel nostro paese ha davvero poco “spazio di  manovra” in indagini su omicidi.

Mi venne perciò naturale scegliere come protagonista la figura prevista dal sistema giudiziario italiano, cioè il pubblico ministero, che è da noi titolare dell’azione penale. Nella fiction italiana invece (sia quella tv che quella letteraria) il pubblico ministero, che è un magistrato, è spesso descritto come un intralcio all’astuzia del commissario, un incompetente o sfaccendato, una figura che appesantisce l’indagine (e la fiction) con noiosi risvolti burocratici.

Per ora ho quindi pubblicato due romanzi che hanno per protagonista il sostituto procuratore Erasmo Mancini: “Cosa succederà alla ragazza” (2014) e “Torino Nouvelle Vague” (2022)

Mi conforta leggere, nel bellissimo manuale “Guida pratica per scrittori sulle procedure di polizia giudiziaria”, la stessa opinione che ho formulato a suo tempo; e a maggior ragione, visto che gli autori sono decisamente addentro al “sistema”: Maria Elisa Alloisi è avvocato penalista al foro di Catania, Santino Mirabella è giudice penale al tribunale della stessa città.

In questo libro, che ogni autore di polizieschi dovrebbe leggere e rileggere, studiare e tenere a portata di mano, gli autori tracciano in maniera leggera e perfettamente fruibile, e al tempo stesso estremamente precisa, uno schema di tutto ciò che concerne un’indagine penale — dalla gerarchia dei gradi di polizia e carabinieri alle diverse divisioni di polizia scientifica, dalle procedure di interrogatorio di testimoni e sospetti al concetto di prova, dai diritti dell’indagato alle udienze processuali, e via dicendo.

Al termine della lettura una domanda mi è venuta spontanea: ma perché noi scrittori e scrittrici italiani quando scriviamo la nostra fiction non ci documentiamo a sufficienza, dal momento che tutto il materiale è disponibile in un qualsiasi codice di procedura penale, per non parlare delle voci wikipedia? Perché percepiamo come naturale se i poliziotti si comportano come nei film di Hollywood, se i processi somigliano a quelli che la grande cinematografia americana ci ha reso familiari, imponendoli come modello?

È solo una questione di colonizzazione dell’immaginario? È per questo che percepiamo come grigia, burocratica, “provinciale” l’amministrazione della giustizia penale in Italia?

Non ho una risposta univoca; io comunque mi atterrò a quello che ho appreso da questo manuale, e non solo nella scrittura, ma anche nel giudizio della letteratura poliziesca che leggerò da adesso in poi.

Maria Elisa Alloisi e Santino Mirabella, “Guida pratica per scrittori sulle procedure di polizia giudiziaria”, 128 pagg. Delos Digital 2023, € 13,00 (cartaceo), € 4,99 (ebook),
INDICE

Introduzione. C’era una volta il mandato…
1. Pubblico Ministero e Polizia Giudiziaria
2. La notizia di reato
3. La scena del crimine
4. Le persone informate sui fatti
5. I mezzi di ricerca della prova
6. L’attività d’indagine
7. Extrema ratio
8. “Mi avvolgo nella facoltà di non rispondere” L’interrogatorio
9. Esiste la libertà su cauzione?
10. Le indagini difensive
11. E gli investigatori privati?
12. “La seduta è aggiornata”
13. “Cosa fatta capo non ha”
14. “Tanti modi di uccidere”
15. Uno sguardo agli altri reati

2 pensieri su “Un manuale per chi scrive gialli

  1. Blog e articolo molto utile. Vi sono arrivato a seguito di ricerca su manuali di fantascienza, dopo studio di progettazione narratologica di base e di thriller, trainato dal libri scritto con la Abbate, per i tipi di Odoya, esaurito purtroppo. La stessa Abbate mi ha suggerito di chiederne la ristampa all’editrice, che non risponde però.

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