Guida alla lettura di “Persone normali” di Sally Rooney

Ho raccontato in un precedente post su questo sito come la serie tv Normal People e il romanzo da cui è stata tratta, della scrittrice irlandese Sally Rooney, mi abbiano emozionato al punto di togliermi il sonno e spingermi a attendere con impazienza il momento di vedere la puntata successiva, mentre in parallelo leggevo i capitoli raccontati dalla puntata appena vista.
Per cercare di capirne la ragione, ho visionato per due volte la serie, letto la sceneggiatura originale in lingua inglese (della quale è co-autrice Rooney stessa), e letto due volte il libro.
Per una disamina puntuale della trama, alcune considerazioni sulla sua trasposizione televisiva e qualche informazione sull’autrice, rimando al post di cui dicevo prima; qui invece ho compilato una guida alla lettura del romanzo, quello che in inglese si definisce Reader’s Companion, per spiegare alcuni dettagli e evidenziare la struttura interna dell’opera.
I numeri di pagina si riferiscono alla prima edizione italiana a copertina rigida, Einaudi 2018, traduzione di Maurizia Balmelli, ISBN 9788806241315.


La struttura del romanzo è composta di 18 unità narrative non numerate, contraddistinte solo da una data e da una collocazione temporale rispetto all’unità precedente (p.es. “tre settimane dopo”, sei mesi dopo). Per evidenziare tale struttura, ho separato e numerato questi “capitoli”, inserendo per ciascuno il numero di pagina in cui inizia, la lunghezza espressa in pagine, il personaggio punto-di-vista (sempre alternato: nei capitoli pari è Connell Waldron, nei capitoli dispari Marianne Sheridan), il luogo di ambientazione, infine la presenza o meno di un flashback narrativo per raccontare gli eventi intercorsi dall’ultima unità narrativa fino al “presente”.
Da notare il fatto che tutti i “capitoli” contengono uno di questi flashback con l’esclusione di tre: i numeri 1, 3 e 12. Da notare anche che due “capitoli”, numerati 10 e 11, raccontano una sovrapposizione temporale, cioè gli stessi avvenimenti prima interpretati dal punto-di-vista Connell e poi dal punto-di-vista Marianne.
Sally Rooney non usa segni per le battute di discorso diretto, né lineetta né virgolette.


Sally Rooney, “Persone normali” (Normal people, 2018)

La citazione in esergo è tratta da Daniel Deronda (1876), ultimo romanzo pubblicato dalla scrittrice britannica George Eliot (1819-1880).

I due protagonisti di Persone normali sono studenti all’ultimo anno di superiori; vivono a Carricklea, cittadina d’invenzione nella contea di Sligo, Irlanda nordoccidentale. A p. 30, Marianne nomina alcune località nei dintorni, tutte realmente esistenti: Coolaney, Skreen, Ballysadare; il che fa pensare che Carricklea possa essere situata presso la costa sud del fiordo a sudovest di Sligo, nei pressi per esempio di Streamstown Beach.

1.                Gennaio 2011

p. 3, (lunghezza 7 pagine) pdv Connell, Carricklea

Connell passa in auto a prendere sua madre Lorraine a casa Sheridan, dove la donna lavora come donna delle pulizie. Lorraine è rimasta incinta a 17 anni, Connell non ha idea di chi sia suo padre.
A casa Sheridan, Connell scambia qualche battuta con Marianne, sua compagna di scuola, a proposito dei voti delle prove scritte; frequentano l’ultimo anno di superiori nella stessa classe, entrambi vanno molto bene a scuola, ma non hanno molta confidenza l’uno con l’altra. Lui ha sentito dire che lei ha un disturbo mentale, prova imbarazzo nel parlarle perché lei sta sempre da sola ed è evitata dai compagni.
Marianne fa una battuta sulla possibilità che Connell possa avere una relazione con la professoressa Neary, tutti si sono accorti della predilezione della donna per lui. Questo porta il ragazzo a riflettere su cosa siano il desiderio e il piacere sessuale:

p. 6 – (Connell e il desiderio)
Lui il desiderio non sa neanche bene che effetto faccia. Nella vita reale, ogni volta che ha fatto sesso l’ha trovato talmente stressante da risultare parecchio sgradevole, al punto che è arrivato a sospettare di avere qualche problema, di non essere capace d’intimità con una donna, di avere qualche menomazione a livello dello sviluppo. Dopo, rimane sdraiato a pensare: L’ho odiato tanto che mi sento male.

Marianne trova il coraggio di dire a Connell “Be’, tu mi piaci”.

2.                Tre settimane dopo (febbraio 2011)

p. 10 (lunghezza 10 pagine) pdv Marianne, Carricklea, contiene flashback

Marianne ha rapporti difficili con la famiglia. Il padre è morto quando lei aveva tredici anni, la madre Denise (è avvocato) è anaffettiva, il fratello Alan ha atteggiamenti sprezzanti e aggressivi nei suoi confronti.
Durante una partita di calcio irlandese della squadra scolastica, Marianne si scopre innamorata di Connell, che ha un ruolo decisivo nella vittoria sul campo.

p. 12 – (Marianne e la vita vera)
Marianne ha avuto la sensazione che la vita vera stesse accadendo da qualche parte molto lontano da lí, che stesse accadendo senza di lei, e non sapeva se avrebbe mai scoperto dove e se sarebbe mai riuscita a farne parte. Era una sensazione che a scuola aveva spesso, ma che non era accompagnata da immagini precise di come la vita vera potesse essere o dell’effetto che potesse fare. Sapeva solo che quando sarebbe iniziata, non avrebbe più avuto bisogno di immaginarla.

p. 15 – (Marianne innamorata)
Lei era in sintonia con la sua presenza fisica su scala microscopica, come se il banale movimento della sua respirazione fosse abbastanza potente da farla ammalare.

Di nuovo a casa Sheridan per prendere la madre, Connell viene invitato in camera da Marianne; guarda i suoi libri, le dice che dovrebbe leggere Il manifesto del partito comunista, poi le chiede cosa intendesse dicendo che lui le piace: come amico? Non solo come amico, risponde lei. Connell prende l’iniziativa di baciarla, lei ammette che è la prima volta. Marianne vorrebbe spingersi oltre, ma Lorraine, la madre di Connell, è di sotto che lavora; lui la invita a casa sua un giorno in cui la madre sarà assente.[1]

3.                Un mese dopo (marzo 2011)

p. 20 (lunghezza 8 pagine)  pdv Connell, Carricklea

Marianne e Connell hanno una relazione segreta; si incontrano a casa dell’una o dell’altro per fare l’amore, mentre a scuola non si parlano neppure insieme; questo perché lui teme il giudizio dei compagni, che considerano Marianne un’originale disadattata. Egli ne sente tuttavia la forte influenza, e si lascia convincere a accantonare i progetti di iscriversi alla facoltà di Legge a Galway, dal momento che gli piace la letteratura, per puntare all’ammissione al prestigioso Trinity College di Dublino, che frequenterà anche Marianne.

p. 25 – (Connell non capisce Marianne)
A volte si comporta [Marianne] in modo terribilmente blasé, facendolo sentire ignorante, ma può anche essere incredibilmente ingenua. Vuole capire come funziona la sua mente. Se mentre parlano decide segretamente di tacere una cosa, nel giro di un secondo o due Marianne gli chiede «cosa?» Quel «cosa?» gli sembra contenere un mondo: non solo un’attenzione investigativa al suo silenzio da cui scaturisce la domanda, ma un desiderio di comunicazione totale, l’idea che tutto il non detto sia una sgradita interruzione tra loro.

4.                Sei settimane dopo (aprile 2011)

p. 28 (lunghezza 14 pagine) pdv Marianne, Carricklea, contiene flashback

Marianne partecipa alla festa di raccolta fondi per l’annuale ballo scolastico, è stata votata nel comitato organizzatore, probabilmente per scherno. Anche Connell e i suoi amici sono tra gli invitati; quando un partecipante fa pesanti avances a Marianne, mettendole le mani addosso, Connell la riaccompagna a casa in auto, rispondendo in malo modo a Rachel Moran che si dimostra gelosa; Rachelè una loro compagna di classe che con ogni evidenza ha una passione per Connell.

p. 35 – (Marianne e il rapporto fisico con Connell)
La maggior parte della gente, ha pensato Marianne, vive un’intera vita senza mai sentirsi così vicina a qualcuno.

Nell’auto che la riaccompagna a casa dopo l’incidente, si ha un’anticipazione di eventi futuri quando Marianne domanda a Connell:

p. 41 – Tu non picchieresti mai una ragazza, vero?

Connell dice di amarla, e Marianne ha la sensazione di un momento di svolta nella propria vita; l’ultima frase del capitolo crea un’anticipazione di un pensiero di Connell nella successiva p. 71.

p. 41 – (pensieri di Marianne)
Questo momento le sembrerà di un’intensità insopportabile anche nei ricordi, ma ne è già consapevole fin d’ora, mentre sta accadendo. Non si è mai considerata degna di essere amata da qualcuno. Adesso però ha una nuova vita, di cui questo è il primo istante, e anche dopo tanti anni penserà ancora: Sì, proprio così, quello è stato l’inizio della mia vita.

5.                Due giorni dopo (aprile 2011)

p. 42 (lunghezza 12 pagine) pdv Connell, Carricklea, contiene flashback

Vergognandosi dell’attenzione che ha suscitato nei compagni di scuola, Connell invita Rachel Moran al ballo, per scrollarsi di dosso il sospetto di avere una relazione con Marianne. È troppo sensibile all’opinione degli amici, non vuole essere accostato a una ragazza considerata “disturbata.”
Quando sua madre Lorraine viene a saperlo, lo accusa di infamia: la notte dopo l’incidente al ballo, la ragazza ha dormito nella stanza di Connell, e al mattino Lorraine li ha sorpresi; la donna è molto affezionata a Marianne, e contenta che i due ragazzi stiano insieme.

6.                Quattro mesi dopo (agosto 2011)

p. 54 (lunghezza 7 pagine)  pdv Marianne, Carricklea, contiene flashback

Marianne ha rotto nettamente con Connell quando lui le ha detto di avere invitato Rachel al ballo; non risponde più ai suoi messaggi, si è ritirata da scuola e si prepara privatamente per l’esame di ammissione al Trinity College.
Connell si è reso conto del suo errore perché gli manca la comunione d’animi che aveva con Marianne; è uscito per qualche mese con Rachel Moran, ma non ha funzionato.
(Questa è la fine della prima relazione tra Connell e Marianne, durata circa due mesi e mezzo)

p. 58 – (Marianne pensa con disillusione a Connell dopo la separazione)
Non aveva fatto niente di così terribile. Non aveva mai cercato di illuderla di essere socialmente accettabile; si era illusa da sola. L’aveva solo usata come una specie di esperimento privato, e probabilmente la sua disponibilità a farsi usare l’aveva scioccato. Alla fine l’aveva compatita, ma ne aveva provato anche ribrezzo. In un certo senso adesso è dispiaciuta per lui, perché deve convivere con la realtà di avere fatto sesso con lei, di sua spontanea volontà, e gli è pure piaciuto.

p. 60 – (la famiglia abusiva di Marianne)
Denise ha da tempo deciso che se con Marianne gli uomini ricorrono all’aggressione come modo di esprimere se stessi va bene.

7.                Tre mesi dopo (novembre 2011)

p. 61 (lunghezza 15 pagine)  pdv Connell, Dublino, contiene flashback

Al Trinity College di Dublino, Connell non riesce a inserirsi in un giro di amicizie; a Carricklea era al centro dell’attenzione, aveva amici, piaceva alle ragazze, qui è un pesce fuor d’acqua, in un ambiente che non conosce.

p. 62 – (Senso d’inferiorità di Connell al Trinity)
Connell in un primo tempo ha provato un senso di schiacciante inferiorità, quasi si fosse accidentalmente autopromosso a un livello intellettuale ben al di sopra del suo, ritrovandosi costretto a enormi sforzi per afferrare i presupposti più elementari. A poco a poco però ha iniziato a chiedersi come mai in classe tutte le discussioni fossero così astratte e carenti di dettagli testuali, e alla fine si è reso conto che la maggior parte degli iscritti in realtà non leggeva. Venivano all’università ogni giorno per animare accesi dibattiti su libri che non avevano letto.

p. 63 – (Connell si immerge nei romanzi che legge)
Una sera la biblioteca ha cominciato a chiudere proprio quando era arrivato al passaggio di Emma[2]  in cui pare che il signor Knightley sposerà Harriet, e ha dovuto chiudere il libro e incamminarsi verso casa in preda a uno strano stato di agitazione. Si trova un po’ ridicolo, a farsi prendere cosí dal dramma dei romanzi. Preoccuparsi per dei personaggi di finzione che si sposano tra loro sembrerebbe intellettualmente poco serio. Ma tant’è: la letteratura lo commuove. Uno dei suoi professori lo chiama «il piacere di essere toccati dalla grande arte».

Nelle riflessioni di Connell a proposito del modo in cui si è comportato con Marianne, e del fatto che i compagni di scuola lo sapessero comunque, si può trovare il rispecchiamento di un precedente pensiero di lei (a p. 41); “quello è stato l’inizio della mia vita” vs “non segnava la fine della sua vita”:

p. 71 – (Eric dice a Connell che tutti a scuola sapevano di lui e Marianne)
Era probabilmente la cosa più orribile che Eric avrebbe potuto dirgli, non perché segnava la fine della sua vita ma perché non la segnava.

Gareth, uno studente conosciuto a lezione, invita Connell a una festa nelle sue stanze al college; non è l’amico che lui vorrebbe, anzi è un animatore del circolo di dibattito che ha invitato al college un oratore neonazista, ma è l’unico studente che sia arrivato a conoscere finora.
Alla festa, Connell scopre che Gareth è il ragazzo di Marianne.
Connell e Marianne non si sono più visti né sentiti da quando lui le ha detto di Rachel e del ballo: da quel momento lei ha evitato di rispondere alle sue chiamate. A Dublino, la loro posizione sociale si è invertita rispetto a Carricklea: Connell è un solitario, non si integra, Marianne invece è diventata molto popolare e si è fatta tanti amici nel suo ambiente sociale, decisamente più elevato di quello di Connell.

p. 75 – (come Connell vede Marianne a Dublino)
Non è più la persona ansiosa e repressa che era a scuola, quando l’attrazione che provava per lei lo terrorizzava come un treno in arrivo – sotto cui l’ha gettata.

8.                Tre mesi dopo (febbraio 2012)

p. 76 (lunghezza 11 pagine) pdv Marianne, Dublino, contiene flashback

I due riprendono a frequentarsi: grazie alla conoscenza di Marianne, Connell si trova introdotto nel giro di amici altolocati di lei, Peggy, Joanna, Jamie; non è a suo agio, ma sono le uniche conoscenze che si è fatto al college.
Marianne ha lasciato Gareth perché è ancora presa da Connell; durante una festa a casa di conoscenze comuni, lei si ubriaca e glielo confessa, vuole fare l’amore con lui. Il giorno dopo si rimettono insieme, anche senza ufficializzarlo con gli amici.

9.                Due mesi dopo (aprile 2012)

p. 87 (lunghezza 12 pagine) pdv Connell, Dublino, contiene flashback

Connell e Marianne non pubblicizzano la loro relazione, ma tutti gli amici sanno di loro due.
Quando torna a casa a Carricklea, Marianne deve subire gli abusi verbali del fratello e l’indifferenza della madre.
Un giorno Peggy propone un rapporto sessuale a tre, loro due con Connell, ma entrambi declinano l’invito.

p. 88 – (Dialogo a tre con Peggy)
In genere trovo che gli uomini si preoccupano molto più di limitare le libertà delle donne che di esercitare la propria libertà personale, dice Marianne.

p. 90 – (Connell pensa al suo rapporto con Marianne)
Ogni tanto ha la sensazione che lui e Marianne siano come pattinatori di figura, che improvvisino i loro scambi con una tale abilità e una sincronizzazione così perfetta da rimanerne entrambi sorpresi. Lei si lancia leggiadramente in voli pindarici e ogni volta, senza sapere come farà, lui la riacchiappa.

Malgrado non mantenga più segreta la loro relazione, Connell rimane ritroso nell’espressione dei sentimenti, e si aspetta che lei faccia lo stesso, come se fossero solo ottimi amici intimi che fanno anche sesso.

p. 90 – (Connell e i sentimenti)
Credo che a un certo punto ho iniziato a provare dei sentimenti per te. Lui ha sorriso al soffitto. Devi semplicemente reprimerli, Marianne, ha detto. Io faccio così.

p. 93 – (Connell di fronte alla prospettiva di fare sesso a tre)
Per qualche ragione che non si spiega pensa che potrebbe forse scopare Peggy davanti a Marianne, anche se sarebbe imbarazzante, e non necessariamente piacevole. Ma mai potrebbe, ne ha l’immediata certezza, fare qualcosa con Marianne mentre li guarda Peggy, o un’altra delle sue amiche, o chiunque altro. Prova un senso di vergogna e di confusione anche solo a pensarci. È una cosa di sé che non capisce. Perché se la sua privacy con Marianne venisse invasa da Peggy, o da un’altra persona, qualcosa dentro di lui andrebbe distrutto, una parte della sua individualità, che a quanto pare non ha un nome e che finora non ha mai cercato d’identificare.

p. 97 – (Connell pensa alla possibilità di usare violenza su Marianne)
A un tratto ha la spaventosa sensazione che potrebbe colpirla in faccia, anche molto violentemente, e lei se ne starebbe lì e lo lascerebbe fare.

L’idea lo terrorizza al punto che scosta la sedia dal tavolo e si alza. Gli tremano le mani. Non sa perché ha pensato una cosa simile. Magari vuole farlo. Comunque lo disgusta.

10.           Tre mesi dopo (luglio 2012)

p. 99 (lunghezza 12 pagine) pdv Marianne, Carricklea, contiene flashback, sovrapposizione temporale con il frammento seguente

Avendo perduto il lavoro serale che gli permetteva di mantenersi a Dublino, Connell non può pagare l’affitto. La condizione sociale dei due è una barriera quasi insormontabile; lui non può rimanere nella sua stanza se non ha entrate, lei invece ha verso il denaro un atteggiamento più disinvolto, grazie alle risorse che le garantisce la madre.

p. 100 – (atteggiamento di Marianne verso il denaro)
Marianne rimette lo yogurt nel frigo e chiede a Joanna se non le sembra strano essere pagata per le ore di lavoro – in altre parole, scambiare porzioni del suo tempo estremamente limitato su questa terra per quell’invenzione umana chiamata denaro.
È tempo che nessuno ti restituirà, aggiunge Marianne. Voglio dire, il tempo è reale.
Anche i soldi sono reali.
Be’, ma il tempo di piú. Il tempo è un fenomeno fisico, i soldi sono solo una costruzione sociale.

L’orgoglio di Connell e il suo senso d’inferiorità provocano un malinteso nella comunicazione con Marianne, e invece di trasferirsi a abitare con lei, nella casa di proprietà della madre a Dublino, dopo gli esami di maggio lui deve tornare a Carricklea; i due si lasciano proprio quando sembrava che le cose andassero per il meglio.

p. 104 – (Connell parla con Marianne)
Marianne, ha detto, io non sono credente, ogni tanto però penso che Dio ti abbia creata per me

(Questa è la fine della seconda relazione tra Connell e Marianne, durata circa tre mesi)

I due si rincontrano a Carricklea durante le vacanze estive: dopo la partenza di Connell, Marianne ha cominciato a uscire con Jamie.

11.           Sei settimane dopo (settembre 2012)

p. 111 (lunghezza 14 pagine) pdv Connell, Dublino, contiene flashback, sovrapposizione temporale con il capitolo precedente

Connell è presente alla messa in ricordo del padre di Marianne, a Carricklea.

p. 118 – (Connell vede Marianne in chiesa)
stibolo. Sembrava un’opera d’arte sacra. Guardarla era molto più doloroso di quanto chiunque gli avesse mai prospettato, e avrebbe voluto fare qualcosa di terribile, tipo darsi fuoco o andare contro un albero con la macchina.

Ricominciano le lezioni, Connell torna in affitto a Dublino. I due si danno appuntamento per un caffè, occasione per parlare di cosa è accaduto tra loro, perché si sono lasciati in maniera imprevista. Marianne rivela che la propria relazione con Jamie è basata sulla sua volontaria sottomissione a abusi “sadici” del ragazzo, che la lega e può arrivare a picchiarla durante il rapporto sessuale; questo probabilmente asseconda i complessi di colpa di lei.

123 – (Marianne è sincera con Connell)
Con te non avevo bisogno di nessuna messinscena, dice. Era reale. Con Jamie è come se recitassi una parte, fingo di sentirmi così, come se fossi in suo potere. Ma con te era davvero una dinamica, quelle sensazioni le avevo sul serio, avrei fatto qualunque cosa tu avessi voluto. Lo vedi, adesso pensi che sia una cattiva ragazza. Che sia sleale. Chi non vorrebbe picchiarmi?

12.           Quattro mesi dopo (gennaio 2013)

p. 125 (lunghezza 15 pagine) pdv Marianne, Dublino

Una notte Connell arriva da Marianne chiedendo aiuto, è ubriaco ed è stato rapinato per strada. Non ha soldi per tornare a casa in taxi; lei congeda Jamie e gli amici che erano a cena da lei, rimane sola con Connell. I due parlano dell’equivoco che li ha portati separarsi lasciarsi, a maggio dopo gli esami. Ma adesso, anche se Marianne sarebbe disponibile, Connell esce con una ragazza di nome Helen.

13.           Sei mesi dopo (luglio 2013)

p. 140 (lunghezza 29 pagine) pdv Connell, Trieste, contiene flashback

Sia Connell che Marianne hanno ottenuto una borsa di studio che permette di mantenersi agli studi fino alla laurea; per lei è questione di prestigio personale, per lui è economicamente essenziale.

Connell sembra soddisfatto della relazione con Helen, anche se l’amicizia con Marianne è causa di gelosia.

p. 141 – (Helen e Connell)
Helen gli ha regalato un nuovo modo di vivere. È come se avessero alzato il coperchio incredibilmente pesante della sua vita emotiva e a un tratto Connell potesse respirare l’aria fresca. Adesso è fisicamente possibile scrivere e inviare un messaggio che dice: Ti amo! Prima non lo era mai sembrato, neanche lontanamente, ma in realtà è facile.

p. 154 – (Helen è gelosa di Marianne)
Ogni volta che la incontriamo a una festa sta flirtando con tipo dieci uomini diversi, ha detto. A proposito di sete di approvazione maschile.
Ben lieto che la nota di biasimo non lo concernesse più, Connell ha sorriso e ha detto: Già. Non era per niente cosí, al liceo.
Vuoi dire che non troieggiava in quel modo? ha detto Helen.
Sentendosi improvvisamente messo all’angolo, e pentendosi di aver abbassato la guardia, Connell si è zittito di nuovo. Sapeva che Helen era una brava persona, ma a volte dimenticava quanto fossero antiquati i suoi valori. Dopo un po’ ha detto, inquieto: Senti, è mia amica, ok? Smettila di parlarne in quel modo.

Connell ha infatti mantenuto nei confronti di Marianne un atteggiamento di profondo rispetto, e un affetto che sconfina a sua volta in una gelosia ingiustificata nei confronti dei suoi partner.

p. 149 – (Connell è geloso di Jamie)
Dacché Marianne ha iniziato a uscirci, Jamie per Connell è diventato un costante oggetto d’astio e derisione. Dopo la prima volta che li ha visti insieme, ha avuto per mesi delle fantasie compulsive in cui lo prendeva a calci in testa fino a ridurgli il cranio della consistenza di un giornale bagnato.

p. 156 – (Connell riflette sulla relazione con Marianne)
Più tardi si è sentito triste per Marianne, triste che nella sua vita niente fosse mai sembrato veramente sano, e triste di aver dovuto allontanarsi da lei. Sapeva che questo l’aveva fatta soffrire. In un certo senso era triste anche per se stesso. Seduto sull’autobus, ha continuato a pensare a lei in piedi su quella soglia con la luce alle spalle: a quanto fosse incantevole, e a che persona affascinante, formidabile fosse, e a quell’espressione sagace che aveva quando lo guardava. Ma lui non poteva essere quello che lei voleva.

Insieme alla borsa di studio, Connell ha ottenuto vitto e alloggio a Dublino, e durante l’estate gira l’Europa in treno e ostello. Invitato da Marianne (con la quale si scambiano da tempo lunghe email), va a trovarla nella casa di famiglia vicino Trieste, dove lei è in vacanza con Jamie e Peggy. La presenza di Connell e l’odioso atteggiamento di Jamie fa bisticciare irrimediabilmente Marianne con il proprio ragazzo, fino a una violenta rottura.

p. 148 – (Connell e Marianne si rincontrano a Trieste)
Da vicino vede che le braccia di Marianne sono leggermente lentigginose, le spalle di un rosa acceso. Adesso lei si volta verso di lui e si baciano sulle guance. Guardandolo negli occhi, dice: Be’, ciao. Lui nella sua espressione coglie una specie di ricettività, come se stesse raccogliendo informazioni su quello che prova, una cosa che hanno imparato a fare l’uno con l’altra nel corso del tempo, come parlassero una lingua privata. Sotto quello sguardo si sente avvampare, ma non vuole distogliere gli occhi.

p. 148 – (Connell riflette sul rapporto con Marianne)
Marianne ha accettato la proposta di frequentare il terzo anno di università in Svezia. Partirà a settembre e Connell – dipende dai loro rispettivi programmi per Natale – potrebbe non rivederla fino a giugno. La gente continua a dirgli che gli mancherà, ma per ora lui è impaziente di scoprire quanto lunga e intensa sarà la loro corrispondenza mentre sarà via. Adesso guarda quei freddi occhi ermeneutici e pensa: Ok, mi mancherà. Si sente ambivalente rispetto a questa cosa, come se da parte sua fosse sleale, magari perché l’aspetto di Marianne o qualche elemento fisico della sua vicinanza gli procura piacere. E non è sicuro del piacere che in quanto amici è lecito trarre l’uno dall’altra.

Connell si interpone fisicamente quando Jamie sembra intenzionato a fare del male a Marianne; la ragazza chiede di dormire nella sua stanza per la notte. Tra lei e Jamie è finita.

p. 167 – (Marianne rivela a Connell cosa ha sofferto in famiglia)
Perché non me ne hai mai parlato prima? dice. Lei non risponde. C’è poca luce ma riesce a vedere i suoi occhi aperti. Marianne, dice. In tutto il tempo che siamo stati insieme, perché non mi hai detto niente?
Non lo so. Forse non volevo che tu pensassi che ero rovinata o cose così. Probabilmente avevo paura che non mi avresti più voluta.
Alla fine lui si prende la faccia tra le mani. Sente le proprie dita fredde e appiccicose sulle palpebre, e ha gli occhi pieni di lacrime. Più preme sulle palpebre, più le lacrime scivolano fuori, bagnandogli la pelle. Gesù, dice. La voce gli esce roca e si schiarisce la gola. Vieni qui, dice. E lei si avvicina. Lui ha un profondo senso di vergogna e di confusione. Sono stesi uno di fronte all’altra e la cinge con le braccia. All’orecchio le dice: Mi dispiace, ok? Lei gli si avvinghia, le braccia strette intorno a lui, e lui le bacia la fronte. Ma lui ha sempre pensato che fosse rovinata, lo pensava comunque. Chiude forte gli occhi, sentendosi colpevole. Adesso hanno entrambi la faccia bollente e bagnata.

Nelle parole di Marianne, di notte nella camera da letto di Connell, compare per la prima volta un cenno al titolo del romanzo, che tornerà ancora due volte nei capitoli successivi:

p. 165 – Non so cos’ho che non va, dice Marianne. Non so perché non riesco a essere come le persone normali.
La sua voce è insolitamente fredda e distante, come fosse la registrazione della sua voce ascoltata dopo che lei se n’è andata o è partita per un’altra destinazione

14.                Cinque mesi dopo (dicembre 2013)

p. 169 (lunghezza 13 pagine) pdv Marianne, Lund, contiene flashback

Marianne si trova a Lund, in Svezia, dove studia per un anno nel programma Erasmus. Mantiene un fitto rapporto epistolare con Connell, ma è al punto più basso della considerazione di se stessa.
Dopo avere interrotto il rapporto tossico con Jamie, e si trova invischiata in un’altra relazione abusiva con il fotografo Lukas, con il quale pratica giochi bondage talvolta al limite del sadismo.

p. 173 – (Lukas non è una bella persona)
Ha saputo coltivare una sensibilità artistica raffinata senza mai sviluppare alcun vero senso del bene e del male. Il solo fatto che ciò sia possibile la turba, e a un tratto l’arte le appare inutile.

p. 175 – (Marianne riflette sul proprio rapporto con gli uomini)
In lei c’è sempre stato qualcosa che gli uomini vogliono dominare, e il loro desiderio di dominio può essere molto simile all’attrazione, perfino all’amore. Al liceo i ragazzi avevano cercato di spezzarla con la crudeltà e l’indifferenza, all’università avevano cercato di farlo con il sesso e la popolarità, sempre con l’intento di assoggettare la forza della sua personalità. La deprimeva pensare che le persone fossero così prevedibili. Che fosse rispettata o disprezzata, alla fine non cambiava granché. Quindi la sua vita avrebbe continuato a rivelarsi la stessa in ogni fase, ancora e ancora, la stessa impietosa gara per il dominio?

Nel periodo di Natale, quando preferisce non tornare a casa a Carricklea per evitare la famiglia, Marianne raggiunge il fondo del disprezzo di sé e interrompe bruscamente la relazione con Lukas.

15.           Tre mesi dopo (marzo 2014)

p. 182 (lunghezza 20 pagine) pdv Connell, Dublino, contiene flashback

Connell entra in depressione quando viene a sapere del suicidio di Rob, un compagno di scuola delle superiori; avevano idee molto distanti, e non erano particolarmente legati, però Connell aveva carezzato l’idea di un luogo rimasto intatto, la Carricklea della sua adolescenza, come consolazione per l’amarezza e la solitudine che patisce a Dublino, e al quale avrebbe sempre potuto ritornare per uscire dalle sue difficoltà.
Connell entra in terapia psicologica, ma non riesce a uscire dalla depressione.

193 – (Le emozioni represse)
Nella vita di tutti i giorni le loro emozioni erano così diligentemente represse, costrette in spazi sempre più angusti, che un fatto apparentemente marginale finiva col caricarsi di un significato pauroso.

196 – (Connell parla di Marianne alla psicologa)
Lei, uh… è difficile da descrivere se non la conosci. È molto intelligente, molto più intelligente di me, ma direi che le nostre visioni del mondo sono simili. E abbiamo passato tutta la vita nello stesso posto, ovviamente, per cui essere lontano da lei un po’ cambia.
Difficile, si direbbe.
È che non ho molte persone con cui mi sento veramente in sintonia, dice lui. Sa, faccio un po’ fatica.
Crede che sia un problema nuovo, o è qualcosa che già conosce?
È qualcosa che conosco, mi sa. Forse quel senso di solitudine o che ne so mi capitava di averlo anche al liceo. Ma lí la gente mi trovava simpatico e tutto. Qui non mi sembra di piacere granché, alla gente.

Nelle parole di Connell, compare di nuovo un cenno al titolo del romanzo:

193 – (Connell vuole solo essere normale)
Voleva solo essere normale, nascondere quei lati di sé che trovava vergognosi o ambigui.

A malincuore, Helen lascia Connell dopo il funerale di Rob, vedendo come si comporta freddamente con lei e come invece reagisce alla presenza di Marianne, tornata appositamente dalla Svezia per le esequie.

p. 193 – (La naturalezza di Marianne)
Connell l’ha guardata versarsi il tè, con le sue maniere sorridenti, «comportati bene», e l’agilità con cui si muoveva nel mondo, la naturalezza, l’hanno molto colpito. Al liceo non era così, anzi, l’opposto. Allora era Connell quello che sapeva comportarsi, mentre Marianne non faceva che esasperare chiunque.

Non riuscendo a esprimersi con altri che non siano Marianne, Connell comincia a scrivere racconti, ma la sua considerazione del mondo della cultura è amara:

197 – (la cultura come manifestazione di classe)
La prima impressione che Connell aveva avuto del reading non è stata smentita. Era cultura intesa come manifestazione di classe, letteratura elevata a feticcio per la sua capacità di offrire agli eruditi finte esperienze emotive, cosicché in seguito potessero sentirsi superiori agli incolti delle cui esperienze emotive amavano leggere. Anche se in sé lo scrittore era una brava persona, e anche se il suo lavoro era davvero acuto, alla fin fine i libri erano tutti commercializzati come status symbol, e chi più chi meno gli scrittori partecipavano tutti a questa commercializzazione. Presumibilmente era così che l’industria faceva soldi. La letteratura, così come appariva in queste letture pubbliche, non aveva alcun potenziale come forma di resistenza o cose del genere.

16.           Quattro mesi dopo (luglio 2014)

p. 202 (lunghezza 17 pagine) pdv Marianne, Carricklea, contiene flashback

Terminato l’Erasmus in Svezia, Marianne trascorre l’estate a Carricklea, dove ritrova i consueti problemi di relazione con la madre e il fratello.
Connell, che ha superato la depressione, viene a trovarla tutti i fine settimana. Lui sembra rendersi conto dell’attrazione che prova, ma è convinto che tra loro due non possa funzionare, come non ha funzionato in precedenza; eppure non riesce a fare a meno di lei.

p. 204 – (Marianne pensa a Connell)
Il suo aspetto per lei è come un brano musicale del cuore: leggermente diverso a ogni nuovo ascolto.

p. 204 – (Marianne e il bullismo)
Marianne pensa, e non per la prima volta, che la crudeltà non ferisce soltanto la vittima, ma anche chi la perpetra, e forse perfino in modo più grave e definitivo. Quando vieni sottoposto ad atti di bullismo non impari niente di particolarmente profondo su te stesso; ma quando li infliggi a qualcun altro impari qualcosa che non potrai mai dimenticare

p. 209 – (Connell parla di Jamie)
Be’, ho sentito che Jamie era incazzato per il fatto che l’avevi mollato ed era andato in giro a spalare merda su di te. Ma non è manco un pettegolezzo, è solo il modo di comportarsi dei maschi.

p. 213 – (il desiderio di Marianne di compiacere Connell)
Marianne si sente piacevolmente schiacciata dal peso del suo potere su di lei, la sconfinata ed estatica profondità della sua volontà di compiacerlo. Che bello, dice. Lui annuisce. Lei si sente in corpo un dolore sordo e appagante, nel bacino, nella schiena.

Un pomeriggio però non riescono a reggere la tensione dell’attrazione reciproca e fanno l’amore in camera di Connell, dopo alcuni anni dall’ultima volta.

p. 213 – (Connell e Marianne ricominciano a fare l’amore)
Le si siede accanto e si baciano. Il suo tocco ha un effetto narcotico. È sopraffatta da una piacevole stupidità, muore dalla voglia di togliersi i vestiti. Si sdraia sulla trapunta e lui le si china sopra. Sono passati anni. Sente il cazzo di lui premerle forte contro l’anca e la forza debilitante del suo desiderio la fa rabbrividire. […]
Il suo corpo è solo un bene immobile, e nonostante sia passato di mano in mano e ne abbiano abusato in vari modi, in qualche modo è sempre appartenuto a lui, e adesso lei ha l’impressione di restituirglielo.

Marianne purtroppo rovina l’intensità del momento quando chiede a Connell di picchiarla; alla sua reazione turbata, comprende di avere rotto l’incantesimo e scappa a casa.

214 – (Marianne e Connell a letto)
Puoi fare quello che vuoi, con me.
Lui produce un rumore di gola, si spinge piú a fondo dentro di lei. Mi fa piacere, dice.
La voce di lei adesso è roca. Ti piace sentirmelo dire? dice.
Sí, un sacco.
E tu, mi dici che ti appartengo?
In che senso?
Lei non dice niente, si limita a respirare pesantemente nella trapunta e si sente il suo stesso fiato in faccia. Connell adesso indugia, aspettando che dica qualcosa.
Mi picchi?
Per qualche secondo Marianne non sente niente, nemmeno il proprio respiro.
No, dice lui. Non credo di volerlo. Mi spiace

215 – (Marianne riflette su quanto accaduto)
Qualcosa l’ha sopraffatta, non sa cosa sia. Le ricorda come si sentiva in Svezia, una specie di nulla, come se dentro di lei non ci fosse alcuna vita. Odia la persona che è diventata, e tuttavia non ha alcun potere di cambiarsi. È una persona che perfino Connell trova ripugnante, è andata oltre quello che lui può tollerare. Al liceo erano entrambi nella stessa posizione, entrambi confusi e in qualche modo sofferenti, e da allora lei ha sempre creduto che se avessero potuto ritrovare insieme quella posizione sarebbe stato lo stesso. Adesso sa che negli anni trascorsi da allora Connell si è lentamente adattato al mondo, un processo di adattamento che è stato costante seppure a tratti doloroso, mentre lei è degenerata, si è sempre piú allontanata dall’essere una persona sana, è diventata qualcosa di incredibilmente svilito, e ormai non hanno piú assolutamente niente in comune.
Al liceo erano confusi e sofferenti, Connell si è adattato al mondo, Marianne è degenerata, si è sempre più allontanata dall’essere una persona sana, è diventata qualcosa di incredibilmente svilito, e ormai non hanno più assolutamente niente in comune

217 – (Marianne pensa a se stessa)
Ha avuto una vita anomala fin dalla piú tenera età, questo lo sa bene. Ma molto è ormai ricoperto dal tempo, allo stesso modo in cui le foglie cadono e coprono un pezzo di terra, e alla fine ci si confondono. Le cose che le sono successe sono sepolte nella terra del suo corpo. Cerca di essere una brava persona. Ma sotto sotto sa di essere una persona cattiva, corrotta, sbagliata.

Tornata a casa, Marianne viene aggredita da suo fratello Alan, che le intima di non frequentare Connell: nel litigio, le rompe involontariamente il setto nasale.

17.           Cinque minuti più tardi (luglio 2014)

p. 219 (lunghezza 10 pagine), pdv Connell, contiene flashback

Connell ripensa a Marianne dopo la sua fuga dalla camera da letto.

p. 223 – (Connell ha paura di impegnarsi con Marianne)
Qualunque cosa ci sia tra lui e Marianne, non ne è mai venuto niente di buono. Ha sempre e solo generato confusione e sofferenza per tutti. Non può aiutare Marianne, qualunque cosa faccia. In lei c’è qualcosa di spaventoso, un immenso vuoto nel nocciolo del suo essere. È come aspettare l’ascensore e quando si aprono le porte dietro non c’è niente, solo il vuoto buio e terribile della tromba, e così all’infinito. Le manca quell’istinto primordiale, l’autodifesa o l’autoconservazione, che rende intelligibili gli altri esseri umani. Ti ci accosti aspettandoti una resistenza, e invece tutto ti si sfalda davanti.

p. 224 – (il potere di Connell su Marianne)
Marianne è una masochista e lui è troppo una brava persona per picchiare una donna. Questa, dopotutto, è la versione letterale dell’incidente. Lei gli ha chiesto di picchiarla mentre facevano sesso e quando lui si è rifiutato ha voluto fermarsi. Allora perché, nonostante l’esattezza fattuale, gli sembra un modo disonesto di narrare l’accaduto? Qual è l’elemento mancante, la parte omessa della vicenda che spiega cos’ha sconvolto entrambi? Ha a che fare con la loro storia, questo lo sa. Fin dai tempi del liceo è sempre stato consapevole del potere che ha su di lei. Di come Marianne reagisce al suo sguardo o al suo tocco. Del modo in cui cambia colore, e si immobilizza come in attesa di un ordine. Consapevole della facile tirannia che ha sempre esercitato nei confronti di una persona agli occhi degli altri cosí invulnerabile. Non ha mai saputo rassegnarsi all’idea di perdere questo ascendente su di lei, quasi fosse la chiave di una proprietà inoccupata, a disposizione per uso futuro. In realtà quel potere l’ha coltivato, e lo sa bene.

Marianne, confusa e impaurita, telefona a Connell per chiedere di aiutarla, è sotto choc per il trauma al naso. Connell arriva, intuisce la situazione e minaccia Alan nel caso facesse ancora del male alla sorella.
Mentre porta via in auto Marianne, le dichiara finalmente di amarla.

18.           Sette mesi dopo (febbraio 2015)

p. 229 (lunghezza 11 pagine), pdv Marianne, contiene flashback

Connell e Marianne vivono insieme da sette mesi a Dublino, sono molto affiatati. Lei ha rotto con la famiglia. Sono molto cambiati, sereni, appagati; appaiono come una coppia perfetta. C’è un terzo riferimento al titolo del romanzo:

p. 229 – (Marianne adesso è una persona normale)
Marianne non è più né ammirata né vituperata. La gente si è dimenticata di lei. Adesso è una persona normale. Nessuno alza lo sguardo quando passa

p. 232 – (Marianne “sottomessa” a Connell)
Un tempo si chiedeva se lui l’amasse davvero. A letto le diceva amorevole: Adesso farai esattamente quello che ti dico, vero? Sapeva come darle quello che voleva, lasciarla aperta, debole, impotente, a volte in lacrime. Aveva capito che non era necessario farle del male: bastava lasciare che si sottomettesse di sua spontanea volontà, senza violenza. Tutto ciò sembrava compiersi al livello più profondo possibile della sua personalità. Ma su che livello si compiva per lui?

p. 236 – (Marianne “redenta” da Connell)
Connell l’ha guardata negli occhi e ha detto: Ti amo. Lei adesso stava ridendo, ed era tutta rossa in faccia. Era in suo potere, lui aveva deciso di redimerla ed era redenta. Era talmente poco da lui comportarsi in quel modo in pubblico che doveva averlo fatto di proposito, per farle piacere. Sentirsi così completamente in balia di un’altra persona era strano, ma anche molto normale.

Ma l’offerta di un’università di New York a Connell per partecipare a un corso annuale di scrittura creativa introduce tra i due la possibilità di una separazione più o meno prolungata.

239 – (Marianne lascia andare Connell)
Marianne sarebbe completamente un’altra persona. Sarebbe mai stata felice? E che tipo di felicità sarebbe stata? Per tutti questi anni sono stati come due pianticelle che condividono lo stesso pezzo di terra, crescendo l’una vicino all’altra, contorcendosi per farsi spazio, assumendo posizioni improbabili.


Alla fine della lettura, credo di essere arrivato a comprendere cosa mi ha appassionato e coinvolto oltremisura in questo romanzo: è l’ingiustizia estetica di una storia che non corrisponde in alcun modo ai canoni delle storie esistenziali.

Tra i protagonisti la cosa non funziona, ma non perché ci sia un terzo incomodo, né perché manchi tra di loro la comunicazione, o ancora per fraintendimenti e gelosie. Al contrario, tra Marianne Sheridan e Connell Waldron si instaura un contatto straordinariamente aperto e sincero, al contrario di come lui riesce a esprimere con i compagni di scuola o con le ragazze: tra i due esiste una sintonia che va al di là del tempo e dello spazio, che li lega anche quando lei è a Dublino, in Svezia o a Trieste, ed è questo che distacca Connellda Helen. “Il mio modo di essere con lei è la mia personalità normale” dice Connell a p. 195, ed è tragicamente vero.

Il personaggio Connell è costruito dall’autrice Rooney come il prototipo di maschio dai sentimenti sani, padrone della loro trasmissione a una donna, a una lettrice; un maschio-utopia insomma.

Eppure, siccome non c’è fiction senza conflitto estetico, questa estrema sincerità non conduce a un rapporto sereno. Il linguaggio appare insufficiente a comunicare la profondità del sentimento, ed è l, nel linguaggio umano, il difetto.

È la reazione a questa ingiustizia estetica, in senso narratologico, che mi ha emozionato al punto di trasformare Persone normali in qualcosa di difficilmente riuscirò a dimenticare.


Note

[1] A p. 14 nell’edizione italiana compare il titolo di un libro di Marianne, La prossima volta il fuoco; nell’originale è The fire next time, che è un saggio su questioni razziali negli USA dello scrittore James Baldwin; La prossima volta il fuoco è invece il titolo di un film di Fabio Carpi del 1993, distribuito sul mercato anglosassone con il titolo Next time the fire.

[2] Jane Austen, Emma (1815)

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