L’infinito caos dei generi: Franco Ricciardiello fra giallo e fantascienza. Seconda parte

di CLAUDIO ASCIUTI

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Seconda parte della postfazione all’edizione eBook di Cosa Succederà Alla Ragazza.

 

3. Altri racconti: giallo tradizionale e fantascienza, cyberpunk, memorie e clonazione.

Abrar Khan, Malmö (Svezia), “I gemelli”

Nel decennio che separa  La rocca dei celti dalla vittoria al Premio Urania 1997, R. continuò la sua attività di scrittore di racconti, fra i quali vogliamo ricordare Archeologia[1], un vero e proprio giallo fantascientifico, Saluti dal lago di Mandelbrot[2], un racconto cyberpunk dalle atmosfere noir e Se io fossi Escherichia coli[3], sul tema della clonazione, approfondimento e divagazione a proposito dei concetti espressi nel romanzo. I primi due racconti sono particolarmente interessanti perché mostrano la duttilità della scrittura di R. e la capacità di piegare il linguaggio alle esigente del contenuto.

Sebbene R. non ami in modo particolare il giallo classico, Archeologia si manifesta come una riproposizione del modello del romanzo-enigma ambientato in un luogo circoscritto, alla Agatha Christie; il tradizionale delitto della “camera chiusa”, insomma. In questo caso la piccola “comunità” dove si svolge la storia è un gruppo di amici che giocano con la “commutazione”, un procedimento che trasla l’essenza di una persona nel corpo di una seconda, con un sistema casuale e a rotazione, sesso per sesso, e assoluto anonimato. Il protagonista Finn accetta di giocare con la moglie Franziska; nel suo gruppo di amici intimi, dove già Hannibal, il primo marito, dieci anni addietro era stato misteriosamente assassinato mentre si stava riprendendo dalla commutazione. Finn avverte da subito una strana atmosfera, e ha la sensazione di essere invischiato in un gioco più grande di lui; e infatti la commutazione ha un risultato particolare, Finn trasla nel corpo di una donna, Tersicore; e ci resta, fino a quando il suo corpo-Finn non muore quasi accidentalmente, e un altro corpo non afferma di essere lui l’essenza di Finn. Finn adesso è rimasto rinchiuso nel corpo di Tersicore, e Tersicore è morta. Alla fine si scopre l’assassino, ma a questo punto il sapere che si tratta di Tristram, dentro cui abita l’essenza del defunto Hannibal, non ha importanza; è importante invece la perfetta struttura classica da giallo classico, la complessa psicologia dei personaggi e dell’azione, e la curvatura della memoria (o sarebbe meglio dire: delle memorie) che aveva già una grande importanza ne La rocca del Celti, e che continuerà ad averne ancora in seguito.

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Notte di tango

Foto di © Franco Ricciardiello

Una notte di settembre, piazza Cavour a Vercelli

IL TANGO ARGENTINO

Grazie alla scuola di ballo Dagis e al maestro Daniele Volpe

Mi Buenos Aires querido
cuando yo te vuelva a ver,
no habrás más pena ni olvido.

ALFREDO LA PERA

 

Caminito que todas las tardes
feliz recorría cantando mi amor,
no le digas, si vuelve a pasar,
que mi llanto tu suelo regó.

JUAN DE DIÓS FILIBERTO

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L’infinito caos dei generi: Franco Ricciardiello fra giallo e fantascienza

di CLAUDIO ASCIUTI

In occasione della prima edizione eBook di Cosa Succederà Alla Ragazza, romanzo giallo che ho pubblicato nel 2015 per Cordero editore, riprendo in questo post la prima parte della postfazione scritta da Claudio Asciuti, apparsa anche con il titolo L’infinito caos dei generi letterari sul n. 16 della rivista IF, luglio 2014. Ringrazio per l’autorizzazione l’autore, e il direttore di IF, Carlo Bordoni. (FR)

Il testo che segue è la postfazione del romanzo giallo di Franco Ricciardiello, Cosa succederà alla ragazza, che doveva uscire per un editore genovese con cui ho avuto modo di collaborare. Nell’agosto del 2013 consegnai il testo al curatore della collana, Daniele Cambiaso e a Ricciardiello stesso: ma per una serie di incomprensioni con l’editore, che mi hanno costretto a rinunciare alla collaborazione, la postfazione è stata espunta. La ripropongo ora, a beneficio dei lettori di Ricciardiello e a disdoro dell’editore medesimo. (C.A.)

1. Giallo, nero, fantascienza: un po’ di storia.

Licenziate le ultime pagine di Cosa succederà alla ragazza, il lettore potrebbe, ancor prima di una riflessione su alcuni aspetti strutturali del romanzo, o sull’innesto mediatico nel mondo del rapimento e della pedofilia, interrogarsi con istintivo moto di curiosità sulle relazioni fra fantascienza, giallo e nero; generi di cui Franco Ricciardiello, a partire dagli anni Ottanta, è stato valido protagonista sia per la curatela di riviste amatoriali come The Dark Side e Intercom sia per la sua produzione narrativa sviluppatasi attraverso i generi sopracitati: “giallo”, termine con cui a cominciare dal 1929, in Italia si iniziarono a definire i libri di genere poliziesco, mistery o detective story, basati su una struttura indagativa che porti alla risoluzione di un qualsivoglia delitto; “nero”, traduzione del francese “noir” che dagli anni Cinquanta indica invece una storia dalle tonalità cupe e oscure, i cui eventi spesso non risolvono il delitto e non riconciliano la situazione di avvio; “fantascienza” infine, un neologismo di Giorgio Monicelli che nel 1952 tradusse l’americano “science fiction”, termine coniato da Hugo Gersnsback per indicare una narrazione la cui matrice originaria sia appunto la scienza.

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Vent’anni ai margini del caos

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di Franco Ricciardiello

 

 

Copertina della versione da edicola

Venti anni fa, l’8 novembre 1998, usciva nelle edicole Ai margini del caos, il romanzo con il quale avevo vinto la nona edizione del Premio Urania.

Qualche mese prima avevo ricevuto l’inattesa telefonata con cui Giuseppe Lippi mi comunicava il risultato; neppure sapevo di essere arrivato in finale. Seguì una bella avventura durata diversi mesi, dalla quale avrei ricavato esperienze indimenticabili: l’amicizia con Valerio Evangelisti, la breve frequentazione della redazione di Urania nel palazzo Mondadori a Segrate, l’imprevedibile successo di una affollatissima presentazione al Trottoir di Milano grazie a Andrea Pinketts e Andrea Carlo Cappi, la pubblicazione in Francia presso l’editore Flammarion. Ho già raccontato questa lunga, straordinaria avventura in un precedente post, per cui mi limito qui a raccogliere commenti e recensioni che ho ricevuto nel tempo.

Vittorio Curtoni

Commento nella Mailing list Fantascienza, a nome della giuria del Premio Urania

Eduizioni di Karta, 2012

La giuria del premio Urania si è riunita a Segrate verso mezzogiorno del 16 maggio. Era composta da Valerio Evangelisti, Giuseppe Lippi, Marzio Tosello, Riccardo Valla, e dal sottoscritto. Erano presenti anche Annalisa Carena, Cinzia Monaco e Fabiola Riboni. Annalisa, come l’anno scorso, ha fatto da segretaria. I romanzi giunti in finale erano sette: HAI VISTO LE STELLE STANOTTE? di Claudio Asciuti, URLO MUTO di Pierdomenico Baccalario, RALF di Maurizio J. Bruno, TUTTI GLI UNIVERSI POSSIBILI di Fox Fancello, L’ALIENO di Paolo Meozzi, IL DUBBIO DI ARJUNA di Giampaolo Prodi, AI MARGINI DEL CAOS di Franco Ricciardiello. Debbo dire che le opinioni di tutti e cinque sono state in sintonia quasi perfetta: alla fine del primo giro di discussione dei singoli testi, la cerchia dei papabili si era ristretta ad Asciuti e Ricciardiello, con una menzione d’onore per URLO MUTO di Pierdomenico Baccalario, che si è guadagnato a pieno titolo il posto di terzo classificato. URLO MUTO è un fantathriller con un ritmo incalzante, ricchissimo di dialoghi, impostato con un taglio quasi da sceneggiatura cinematografica: una serie di omicidi in virulento crescendo sconvolge la vita della piccola colonia umana su un pianeta alieno. Finale piuttosto cattivo e imprevedibile. Un romanzo che varrebbe la pena pubblicare. Claudio Asciuti, in HAI VISTO LE STELLE STANOTTE?, ha scritto la storia, movimentatissima, di una Terra parallela del futuro infestata da manifestazioni metapsichiche di ogni tipo, un pianeta spaccato in due tra uomini dotati di capacità psi e non dotati. Una sorta, se mi si permette il paragone, di GHOSTBUSTERS all’ennesima potenza, con abbondanti omaggi all’universo fantastico di Borges. Franco Ricciardiello si è spinto davvero AI MARGINI DEL CAOS: ha rimescolato, con scrittura assai sapiente, teoria del caos, sindrome di Stendhal, e l’idea dickiana del sovrapporsi di realtà più o meno maligne, più o meno consequenziali a livello temporale, in un amalgama molto singolare e accattivante. Il dilemma finale, per la giuria, è stato se premiare un romanzo più chiaramente di genere (Asciuti) o un romanzo fantastico con ambizioni dichiaratamente più alte (Ricciardiello); e la votazione finale ha visto Ricciardiello vincitore. I miei più sinceri complimenti. Una cosa è certa: il livello medio dei romanzi che ho letto quest’anno è tutt’altro che disprezzabile. Sarei propenso a dire che la qualità cresce di anno in anno, e questo è confortante. La mia personale speranza è che su “Urania” venga pubblicato come minimo anche il romanzo di Asciuti, e se possibile anche quello di Baccalario. Franco Ricciardiello, al di là di ogni dubbio, lascerà il segno nella storia del premio, e non credo che si fermerà qui. Un nuovo autore per il “rinascimento” della fantascienza italiana? Ne sono certo.”

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