Quando il mondo era in guerra continuavamo a ballare

Ho scritto e editato in autopubblicazione un libro sulla vita e la musica di Lana Del Rey.

In un certo senso, sono il primo a sorprendermene, dal momento che fino all’anno scorso mai avrei pensato di scrivere un libro sulla vita e l’arte di una musicista.

A ogni modo, l’arte è sempre stata al centro della mia scrittura, anche della fiction, e tra le arti la musica ha un posto centrale, anche più delle arti figurative. In questo stesso blog, inoltre, ho scritto più volte di Lana Del Rey: ad esempio quando ho spiegato come sono arrivato a lei partendo da un ascolto quasi esclusivo di musica classica, oppure in un pezzo che raffronta la musica dal vivo con la registrazione in studio, e persino in un post intitolato “Lana Del Rey considerata come un personaggio di J.G. Ballard”.

In questo libro mi sono tenuto lontano dalla facile agiografia destinata ai fan, per concentrarmi sull’analisi delle musiche e dei testi delle canzoni, sul percorso artistico e le scelte che l’hanno determinato, sulla biografia di Elizabeth Grant (questo è il vero nome della cantante) prima del successo di pubblico, e sull’apparato critico di diverse ricerche universitarie che indagano le caratteristiche di un fenomeno musicale in crescita inarrestabile.

Franco Ricciardiello
Quando il mondo era in guerra continuavamo a ballare

la vita e l’arte di Lana Del Rey
250 pagine, ISBN 979-8871865743

CONTIENE UN’ANALISI DI TESTO E MUSICA DI TUTTE LE CANZONI, TONALITÀ E STRUTTURA ARMONICA, NOTIZIE SULLA VITA DI LANA DEL REY DALL’ADOLESCENZA A LAKE PLACID AI PICCOLI LOCALI DA MUSICA DI NEW YORK, DALL’INGHILTERRA ALLA CALIFORNIA, OLTRE A COMMENTI CRITICI, RECENSIONI, STUDI UNIVERSITARI E 41 FOTOGRAFIE A COLORI.

€ 15,00 cartaceo disponibile su Amazon

Un’ucronia comunista

Nel 1995 usciva nelle libreria la Raccolta Millelire intitolata “Fantasia”, curata da Franco Forte, che conteneva tra gli altri un mio racconto ucronico intitolato semplicemente “Torino”. Il libro aveva la forma di un pacchetto di sigarette, in cartoncino, con dieci fascicoli Millelire all’interno.


L’iniziativa ebbe una fortuna esagerata, ancora a distanza di anni c’è gente che mi dice di avere letto il mio racconto su quella Raccolta Millelire. Circa dieci anni dopo il volume aveva superato le 60.000 copie vendute.

Ripropongo quel racconto in versione ebook, e in edizione integrale (per ragioni di lunghezza, avevo eliminato un flashback nella prima edizione), corredato da brani estratti da due tesi universitarie, di Claudia Gaudenzi e Emiliano Marra, che lo analizzano; ho aggiunto anche le mie risposte a domande poste dagli allievi del Primo liceo artistico statale di Torino, durante un incontro avuto con loro il 29 novembre 2019, per analizzare questo racconto.

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“La storia del premio Urania” di Mauro Gaffo

Mauro Gaffo ha curato in appendice a diversi numeri di Urania la storia del premio dalle origini a oggi, raccontando ogni volta tre successivi anni; il mio “Ai margini del caos” è apparso sul numero 1701 (aprile 2022), insieme a Claudio Asciuti e Francesco Grasso. Ecco il testo, per il quale ringrazio l’autore (e amico).

LA STORIA DEL PREMIO URANIA – I VINCITORI 1997-1999

di Mauro Gaffo
Il premio Urania per il miglior romanzo italiano di fantascienza inedito è nato nel 1989 e da allora non si è mai interrotto. I romanzi vincitori, finora trentatré, sono stati tutti pubblicati sulle pagine di «Urania» contribuendo a poco a poco a creare un’autentica e molto apprezzata dai lettori “via italiana” alla fantascienza. Nel corso del 2022 ripercorreremo la storia di questo premio attraverso i romanzi che l’hanno vinto.

NONA EDIZIONE: 1997
VINCITORE: Franco Ricciardiello
ROMANZO: Ai margini del caos (n. 1348, novembre 1998)

Diamo subito la parola all’autore, che ci racconta come è venuto a sapere di aver vinto il premio Urania. «Mi telefonò Giuseppe Lippi che, mentre io assorbivo la notizia, euforico e stordito, mi invitò anche a recarmi in redazione, presso la sede Mondadori di Segrate. Ad accogliermi trovai l’intera redazione di Urania e mi stupii per l’interesse destato dal mio arrivo… me lo spiegai più tardi, quando l’editor Annalisa Carena mi svelò un curioso retroscena. Nella riunione finale per decidere il vincitore, c’era chi, come Vittorio Curtoni, riteneva che fosse di una qualità fuori standard per “Urania” e di conseguenza meritasse un altro tipo di collocazione editoriale, e chi era convinto – come Evangelisti e Lippi – che rimandarlo ad altra destinazione equivaleva a non pubblicarlo. La discussione stuzzicò la curiosità delle redattrici, che si fecero una fotocopia del testo per leggerlo. Annalisa Carena assicurò alla fine, a nome della redazione, che nulla ostava alla pubblicazione nelle collane da edicola di un’opera non propriamente standard, se la giuria riteneva che meritasse il primo posto. Quel giorno a pranzo Evangelisti mi consegnò la sua copia di lettura, che ancora conservo, sulla quale è scritto di suo pugno: “Intelligente, ben scritto, avvincente, 9”.»

E come fu accolto dai lettori di «Urania» questo romanzo così insolito? «Non so se fu merito mio o della copertina di Manzieri, fatto sta che i risultati di vendita, almeno così mi dissero, furono inferiori soltanto a quelli de I biplani di D’Annunzio di Luca Masali e ai volumi della serie di Eymerich.»

Franco Ricciardiello, nato a Vercelli nel 1961, ha iniziato a scrivere fantascienza a vent’anni e l’aver trovato lavoro alla Banca di Asti non ha ostacolato la sua passione: a oggi, ha scritto 88 racconti e 8 romanzi, il più recente dei quali è l’ucronia Nell’ombra della Luna (Meridiano Zero, 2018). Segnaliamo anche l’uscita su «Urania» di un altro suo romanzo pubblicato al di fuori del premio: Radio aliena Hasselblad (n. 1440, 2002), una sorta di seguito di Ai margini del caos, ambientato fra Torino e la Germania con vari flashback sugli anni Trenta e Quaranta. Per chi volesse approfondire la conoscenza dell’autore, sono tuttora disponibili in e-book dieci suoi romanzi brevi in edizione Delos Digital.

Non è finita. In un mondo parallelo, probabilmente, Franco Ricciardiello sarebbe ordinario di letteratura all’Università di Torino, ma anche nella nostra triste realtà ha fatto tutto il possibile per condividere con gli altri la sua esperienza: ha insegnato per quasi vent’anni scrittura creativa, tenendo seminari in tutta Italia. Ha collaborato con l’enciclopedia a dispense Scrivere di Bompiani-Rizzoli realizzando il volume dedicato allo “Stile letterario” e recentemente ha scritto, insieme a Giulia Abbate, il Manuale di scrittura di fantascienza (Odoya). Inoltre, nel 2020 ha curato per Delos Digital l’antologia di racconti solarpunk Assalto al sole, ed è tra i fondatori del sito Solarpunk Italia, un sottogenere nato per riflettere su suggerimenti e idee intesi a migliorare il disastrato mondo in cui viviamo.

Concludiamo con un ultimo “ricordo d’epoca” dell’autore. «Feci varie presentazioni in libreria del romanzo Ai margini del caos, la più riuscita fu una serata al Trottoir di Milano, dove Andrea G. Pinketts fece un elogio esagerato del romanzo, perfino imbarazzante, al punto che non fu quasi necessario che intervenissi io… meglio così, da sempre sono convinto che i libri siano più interessanti degli scrittori, e questo vale anche nel mio caso. A quella serata intervenne anche Piergiorgio Nicolazzini, che nel frattempo aveva fondato un’agenzia letteraria, di cui divenni uno dei primi clienti. Grazie a lui Ai margini del caos fu tradotto e pubblicato in Francia da Flammarion, nella sua preziosa collana Imagine a cura di Jacques Chambon.»

Ipotesi di copertina scartata dalla redazione

A proposito di “L’altro confine della notte”

L’altro confine della notte è il titolo del racconto che ho scritto per l’antologia Coloni dell’universo, Urania Millemondi, estate 2023: una raccolta di autori e autrici del nostro paese alle prese con l’argomento dell’esplorazione spaziale, dell’espansione della razza umana su altri mondi.

Il titolo è tratto da La morte di Virgilio (1958) di Hermann Broch, nella traduzione di Aurelio Ciacchi per Feltrinelli:

E mai la terra è più intimamente vicina alla luce, né mai la luce più vicina alla terra, che nell’incipiente crepuscolo dell’uno e dell’altro confine della notte.

L’ho ripresa perché mi sembrava che richiamasse, involontariamente, la realtà di una civiltà sorta sul Terminatore, la linea di confine tra gli emisferi in luce  e in ombra di un pianeta in rotazione sincrona intorno a una stella.

Il romanzo di Broch è il libro che una delle protagoniste, Lila Lavali, legge all’inizio di ciascuno dei capitoletti del racconto; anche le altre due citazioni in esergo dei capitolo, che ho estrapolato per lo stesso motivo, sono tratte da La morte di Virgilio:

Oh stelle, oh notte! Oh, era la notte, finalmente la notte! Ed egli aspirava profondamente nel petto dolorante l’alito scuro, umido e profondo della musica notturna.

Librandosi in tale equilibrio, tra il nulla e l’essere, il mondo oscilla tra l’oscurità e la luce e si rende conoscibile nella sua opacità e nella sua luminosità.

L’ultima mi sembra adatta sia al pianeta che alla condizione dei suoi abitanti, i Levellers emigrati dalla Terra secoli fa a bordo di astronavi, per costruire altrove la loro utopia.

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14 luglio

Oggi, anniversario della presa della Bastiglia, evento dal quale si fa per convenzione iniziare la Grand Révolution che è l’atto iniziale del mondo moderno, pubblico il doppio incipit del mio romanzo “Termidoro” del 2016, apparso in ebook per Delos Digital.

Siccome l’editore lascia liberi i diritti di pubblicazione delle sue opere nella versione cartacea, salvo utilizzo di una copertina differente per non ingenerare confusione, ho reso disponibile il romanzo in volume, per chi preferisse tenere in mano l’oggetto-libro.

La versione ebook si può acquistare qui oppure su tutti gli store online a € 3,99
La versione libro si può acquistare qui a € 12,50

Copertina dell’edizione ebook Delos digital

Termidoro: la trama

Fine 2088, le aspettative di vita sono enormemente allungate, in Europa le classi più anziane detengono saldamente le leve del potere. Parigi si prepara per celebrare il trecentesimo anniversario della presa della Bastiglia. La multinazionale Dàxuéshì Xīhăi, principale partner commerciale della Sorbona, vuole produrre per l’anniversario della Rivoluzione un lungo reality show nel quale i vincitori di un concorso si troveranno a interagire virtualmente nei luoghi e nel tempo della rivoluzione: la presa della Bastiglia, l’Assemblea costituente, eccetera. Questo è possibile grazie alle possibilità offerte dalla scienza e dalla tecnologia di viaggiare attraverso il tessuto spaziotemporale per inviare nel passato minuscole telecamere in grado di restituire un flusso quantistico di informazioni: immagini tridimensionali, suoni, odori. Il filosofo Renoir, docente universitario, è l’ispiratore della Gioventù Dorata, un gruppo di dissidenti che organizza nelle catacombe di Parigi concerti musicali e cerimonie segrete. Renoir pretende una maggiore responsabilità di governo per i più giovani; per mettere i bastoni tra le ruote al potere, progetta un film-verità alternativo al reality ufficiale su uno dei momenti cruciali della rivoluzione: la caduta di Robespierre e la fine della dittatura montagnarda. Incaricato delle riprese è il protagonista del romanzo “Termidoro”, Massenzio Manns, uno studente italiano che frequenta il corso di Cinematografia alla Sorbona. Renoir riesce a assicurarsi la sua collaborazione come operatore grazie all’influenza di Aïcha, studentessa della sua stessa età e attivista animalista. Ma Renoir ha anche un ambizioso progetto parallelo: riportare alla luce, dalle catacombe dove sono stati gettati, i resti mortali di Maximilien Robespierre per dare loro sepoltura, in modo da fare pubblicità al progetto di film-verità.

La trama parallela a capitoli alterni presenta gli avvenimenti filmati da Massenzio con la telecamera quantistica, su incarico di Renoir.

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Io e Lei (10)

Franco Ricciardiello e la Scrittura

Questa parte del racconto sul mio rapporto con la scrittura parla della collaborazione con Giulia Abbate e della continuazione di quella con Gian Filippo Pizzo e Delos Digital

continua dalla nona parte


Già da qualche tempo meditavo sulla possibilità di comporre una guida alla scrittura di science fiction; avevo pubblicato qualche stralcio sul mio blog, “Ai margini del caos”, che avviai nel settembre 2016, e contemporaneamente avevo notato che Giulia Abbate toccava argomenti analoghi sul suo blog e su quello di Studio 83. Avevo nel frattempo letto quasi tutto ciò che lei aveva scritto, raccolto in una antologia molto bella, Lezioni sul domani, scritta insieme a Elena Di Fazio, che conteneva racconti dell’una e dell’altra, più alcuni a quattro mani.

Un po’ per scherzare, un po’ seriamente, le proposi con un messaggio di scrivere un manuale a quattro mani; e lei rispose, un po’ seriamente e un po’ per scherzare, di sì. Forse la cosa si sarebbe fermata lì, se non avessimo mosso ognuno un passo verso l’altra. In breve, ci dividemmo gli argomenti, cercando di non ricalcare la classica scaletta di un manuale di scrittura: trama, personaggi, punto di vista, dialoghi, ambientazione etc. Giulia inserì un lungo capitolo in cui proponeva un suo metodo di lavoro per sollecitare la creatività. In bilico tra necessità di dare per scontate le basi della creative writing e volontà di toccare tutti gli argomenti che potessero interessare chi si accinge a scrivere fantascienza, siamo riusciti a produrre un manuale originale, utile, approfondito, pieno di esempi, che non ricalca pedissequamente la scuola di scrittura americana. Abbiamo recuperato citazioni e insegnamenti di Viktor Šklovskij, T.S. Eliot, Roman Jakobson, Massimo Mila, Darko Suvin, André Breton e altri, e con una bibliografia finale di 339 voci.

Lo intitolammo Passaporto per l’Eternità. Scrivere fantascienza bene, oggi, ma per ragioni editoriali uscì con il titolo Manuale di scrittura di fantascienza; Passaporto per l’Eternità, tratto da un racconto di J.G. Ballard, rimase come sottotitolo. Le opinioni che abbiamo ricevuto dai lettori sono state unanimemente entusiaste: avevamo fatto centro. Il Manuale rappresenta uno strumento insostituibile, oltre che il primo tentativo organico in direzione della fantascienza che si sia tentato in Italia, e fino a questo momento rimane insuperato. Per presentare il volume scrivemmo:

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Una nuova edizione per “Cosa Succederà Alla Ragazza”

Nel luglio 2014 usciva per Cordero Editore, collana Crimen, il mio romanzo giallo “Cosa Succederà Alla Ragazza”; uscito poi di catalogo e irreperibile (tranne che per la versione in autopubblicazione che ho inserito io nelle librerie online), viene oggi ripreso in edizione integrale da Delos Digital editore – sempre in versione elettronica.


A differenza del giallo tradizionale italiano, dove di solito a indagare sono le forze dell’ordine (commissari di polizia o ufficiali dei carabinieri), investigatori privati, talvolta giornalisti, il protagonista di “L’anno della morte di Lucio Battisti” è un magistrato: il pubblico ministero Erasmo Mancini. Al contrario di altri più illustri colleghi letterari, Erasmo Mancini non è un detective esuberante dall’intuito fulmineo, né un tenero dal cuore d’oro, e neppure una buona forchetta; piuttosto, malgrado l’età relativamente giovane (36 anni) si è fatto la fama di incorruttibile: dotato di solidi principi morali, intransigente sul lavoro, rigidamente vegetariano e rigorosamente astemio, per i suoi trasferimenti in città usa la bicicletta e con le donne mantiene un atteggiamento riservato — il che non gli evita di essere al centro dell’attenzione femminile, grazie non solo al suo aspetto ma anche alla fama tenebrosa e “difficile” che lo circonda.

l’edizione originale Cordero (2014)

Dopo una brillante carriera di Pubblico ministero a Roma, il sostituto Procuratore della Repubblica Erasmo Mancini ha appena chiesto e ottenuto il trasferimento a Torino (città dove è nato e si è laureato) in conseguenza della separazione dalla moglie. La nuova assegnazione sarà effettiva solo a fine agosto, ma Erasmo conta di sfruttare il breve periodo di licenza per assecondare un vecchio desiderio: scrivere un libro sugli ultimi dischi di Lucio Battisti. Al suo ritorno nella città natale, deserta per le ferie estive, viene accolto da Mauro Ferrando, suo ottimo amico e ex compagno di studi universitari, attualmente commissario della Polizia inquirente. Il Procuratore della Repubblica, in partenza per le ferie estive come la maggior parte dei colleghi magistrati, prega Erasmo di affiancare ufficiosamente Mauro Ferrando nell’indagine sulla scomparsa di una bambina di dieci anni a Moncalieri, nell’hinterland torinese.

L’incarico apparentemente non dovrebbe impedire a Erasmo di scrivere il suo libro, ma l’inchiesta si aggroviglia: si scopre che la recente vittima di un pirata della strada sulla collina di Torino è in realtà una ragazza scomparsa nel nulla dieci anni prima a Ivrea, rapita con un furgone mentre andava a scuola, un caso insoluto. Cosa è stato per tutto questo tempo della bambina scomparsa?

La narrazione procede con rivelazioni e colpi di scena, lungo false piste, perquisizioni infruttuose, soffiate a giornalisti e invadenza dei mass media, ripercorrendo l’inchiesta irrisolta di dieci anni prima: a andarci di mezzo sarà la possibilità di Erasmo di scrivere in tranquillità il suo libro. Per la squadra investigativa la priorità è scoprire il nascondiglio della bambina rapita e liberarla il più presto possibile; Erasmo e Mauro procederanno attraverso lo studio di precedenti casi di sequestri di persona di durata molto lunga e la compilazione di un profilo psichiatrico del possibile autore del crimine.


Franco Ricciardiello, Cosa Succederà Alla Ragazza, Delos Crime n. 142, Delos Digital, 365 pagine (stimate), eBook € 4,99 isbn 9788825425307

compralo qui: Delos Store

Era meglio domani

Nello scorso mese di febbraio ho inviato un mio racconto inedito a una call-for-paper di Copie Gauche, per il progetto di un’antologia solarpunk destinata al mercato francese.

Il racconto, intitolato Outremer, è stato selezionato e sarà pubblicato tra i cinque presenti nell’antologia, che si intitolerà probabilmnete C’était miex demain (“era meglio domani”).

Si legge nel bando:

Stiamo lanciando una raccolta di racconti di anticipazione con l’obiettivo di raccogliere un pool di idee per il futuro. Per questo chiediamo di partecipare! Dopo una preselezione e un’anonimizzazione, 50 testi saranno inviati a una giuria che ne selezionerà 5. Una vera e propria decimazione!
Questi testi saranno poi pubblicati in una raccolta con licenza CC-BY-SA, previa campagna di crowdfunding per la distribuzione.
La prima raccolta avrà per tema “Solarpunk“. Se è necessario un tentativo di definizione, il solarpunk è un movimento artistico, scientifico e politico che incoraggia una visione ottimistica del futuro, tenendo conto delle preoccupazioni attuali come il cambiamento climatico e la disuguaglianza sociale.

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Lontano dal male


Il 16 maggio è uscito un mio romanzo breve nella collana Passepartout della casa editrice Sette Chiavi, specializzata in letteratura gialla, appartenente al gruppo editoriale Utterson. Si tratta di una storia che ho scritto su richiesta di Andrea Franco e Diego Di Dio, che sono editor della collana.

“Lontano dal male” è un giallo di tipo classico, nel quale l’indagine è condotta dal sottufficiale dei carabinieri Genatiempo, in forza alla polizia giudiziaria, diretto da un pubblico ministero di nome Quarta.

In un condominio di Torino abitato da ufficiali dell’esercito italiano e dalle loro famiglie, avviene un duplice omicidio: un tenente colonnello ucciso con un colpo di pistola al cuore e il suo attendente, un giovane di leva, precipitato dal quarto piano nel cortile del palazzo.

Siamo all’inizio dell’estate del 1971, un periodo particolare della nostra storia, pieno di inquietudini, che segue il Sessantotto, l’Autunno caldo e l’abortito golpe Borghese: tra poco inizierà la stagione dello stragismo di Stato, dei servizi segreti deviati, del tentativo di depistare una democrazia che non si è mai completamente riscattata dal fascismo.

Ecco un breve booktrailer del romanzo:

“Lontano dal male” 108 pagg. Sette Chiavi ed., euro 9,90 (cartaceo)

Incipit

Uscendo a fine pranzo dal circolo ufficiali, domenica 6 giugno 1971, il maggiore Valter Viera si rese conto con stupore di quanto fosse violento il suo odio per il tenente colonnello Marco Milani, suo collega nell’ufficio oa della divisione. Complice forse il Gattinara bevuto a tavola, si vide estrarre la Beretta dalla fondina, tendere la mano armata e sparare al centro della camicia immacolata color khaki dell’uomo, che camminava due passi avanti a lui.
Naturalmente Viera non aveva, purtroppo o per fortuna, la pistola con sé. L’attendente di Milani, che aspettava accanto alla 130 blu notte fumando una sigaretta, scattò sull’attenti e aprì la portiera.
«Andiamo, ti do un passaggio» disse Milani. Poi all’attendente: «Hai parcheggiato al sole, Beppino».
Viera accettò, la sua Saab era in carrozzeria dopo un incidente. Scoprì con fastidio che il sedile di vinile era bollente.
L’attendente Beppino si mise al volante, borbottando qualche scusa con il suo marcato accento veneto. Era un giovane di una certa bellezza, con folte sopracciglia lucide e una sfumatura bionda. Viera si era accorto del modo in cui sua figlia Giacomina, che aveva solo quattordici anni, lo fissava quando si incrociavano sulle scale di casa.
«Vai piano, Beppino» disse Milani, tirando giù il finestrino dalla propria parte.
Viera cominciò a sudare. Malgrado fosse solo inizio giugno, la bella stagione era già una cupola di afa sopra Torino. Invece di fare il solito giro lungo il Po, Beppino proseguì diritto davanti alle fabbriche chiuse. La domenica occorreva metà del tempo per arrivare dalla caserma al palazzo dove entrambi abitavano. Sperò che Milani non attaccasse con le consuete invettive sulla maniera di dare una lezione agli operai in sciopero; non faceva mistero di essere uno degli ufficiali che si erano messi a disposizione del principe Borghese, l’anno precedente, prima che il suo colpo di stato da operetta si arenasse come una balena su un litorale.

Buona lettura

Io e Lei (9)

Franco Ricciardiello e la Scrittura

Questa parte del racconto sul mio rapporto con la scrittura parla della collaborazione con la casa editrice Odoya e delle mie prime partecipazioni a Stranimondi

continua dall’ottava parte


Continuava intanto l’infaticabile lavoro d’antologista di Gian Filippo Pizzo, sempre alla ricerca di nuovi argomenti e di altre case editrici. Per ogni nuova iniziativa mi contattava, e mi sono sempre fatto punto d’onore di corrispondere alle sue richieste. Partecipai così a un’antologia di gialli di fantascienza, a un’altra su science fiction e arte, e a una terza di fantascienza e guerra, con racconti scritti appositamente.

Nel frattempo Pizzo fece da catalizzatore per un’altra impresa letteraria che mi avrebbe occupato per la seconda metà del decennio. Durante una chiacchierata con me, lui e Walter Catalano avevano saputo che qualche anno prima avevo scritto un lungo testo non di fiction, intitolato Storie di Parigi, una inusuale guida letteraria alla capitale francese, ancora inedito. Pizzo lo raccontò a Marco Desimoni, proprietario di Odoya Edizioni, per il quale avevano pubblicato sia lui che Catalano, così ricevetti un sollecito a inviargli il manoscritto. Con mia sorpresa, Desimoni accettò subito e mi sottopose un contratto d’edizione; non solo, mi propose anche di pubblicare il successivo Storie di Venezia che stavo scrivendo con lo stesso concetto.

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