Il presente post è la continuazione del racconto di un viaggio in Vietnam; il precedente post raccontava la prima tappa, Città Hồchíminh.
Dopo due notti a Tp.Hồchíminh, acquistiamo per 16 euro a testa un’escursione di due giorni nel delta del Mekong. Il fiume Mekong, in vietnamita sông Cửu Long, nasce dall’Himalaya 4500 km più a monte; bagna Cina, Myanmar, Laos e Thailandia prima di arrivare in Cambogia, dove si frammenta in un vastissimo delta ramificato fino all’Oceano. La portata delle acque è tale che ogni anno 79 metri di sedimenti allungano il corso del Mekong nelle acque del mare. Le fertili terre chiuse tra i rami del Mekong sono il serbatoio di riso del paese: con i suoi due-tre raccolti l’anno, il Delta assicura una produzione superiore all’intero fabbisogno alimentare del paese, tanto che il Việtnam è diventato il secondo esportatore mondiale di riso dopo la Thailandia.
Nel Delta davvero ci si rende conto di quanto acqua e terra in Việtnam siano inseparabili; anche senza considerare la lunghissima linea costiera orientale — 3451 km di litorale affacciato sul Pacifico — dappertutto in Việtnam c’è acqua, come se non esistesse un confine definito tra il solido e il liquido: fiumi immensi, con una portata colossale, lo attraversano in diagonale dai rilievi occidentali fino alla costa orientale; le province meridionali e la regione di Hànội a nord sono tagliate da due ragnatele d’acqua, i delta del Mekong e del Fiume Rosso. Come se non bastasse, l’interna superficie coltivata è ricoperta più volte l’anno da un velo d’acqua, quando le risaie sono inondate nella prima fase di crescita della piantina di riso; e poi ancora, acqua dei laghi di montagna e delle lagune costiere, laghetti nell’area urbana di Hànội, piogge quasi quotidiane in alcuni mesi, e le nebbie sulla baia di Hạlong e nelle valli di montagna, l’acqua calcarea che stilla nelle innumerevoli grotte, le lacrime per i morti di oltre trenta anni di guerre.