Questo post è un frammento tratto da “Storie di Berlino“, il quarto libro che ho pubblicato con Odoya Edizioni, dedicato a musica, cinema e letteratura in una città italiana o europea. Ferruccio Busoni (1866-1924) è un compositore italiano che ha vissuto una parte importante della sua maturità artistica e personale a Berlino. La sua trascrizione per pianoforte del corale Ich ruf’ zu dir, Herr Jesu Christ (BWV 639, Io chiamo te, signore Gesù Cristo), dall’Orgelbüchlein di Johann Sebastian Bach è stata usata dal regista russo Andrej Tarkovskij nella colonna sonora del suo film Solaris (1972) in una struggente versione per organo, che amplifica le emozioni dei personaggi.
Un uomo vestito con un abito scuro, giacca e cravatta, entra in una stanza che sembra una sala di forma ovale, con boiserie alle pareti, dove una giovane donna fuma, girata di spalle.
I due si trovano all’interno della stazione spaziale terrestre messa in orbita per scopi scientifici intorno al lontano pianeta Solaris. Lui è Kris Kelvin, inviato dalla Terra per verificare cosa accade nella stazione, primo passo verso lo smantellamento. Lei è sua moglie Hari, che non potrebbe essere qui, non potrebbe neppure essere in vita dal momento che è deceduta anni fa. Però Solaris è ricoperto da un mare che in realtà è un unico, immenso organismo senziente, in grado di estrarre ricordi dalla mente degli esseri umani, e materializzarli all’interno della stazione.