Nouvelle Vague al Covo della Ladra

Uscito a fine febbraio, il mio romanzo Torino Nouvelle Vague comincia a collezionare recensioni favorevoli.

Ieri sera, 22 marzo, ho avuto l’opportunità di presentarlo alla libreria Covo della Ladra di Milano, specializzata in giallo, noi e fantasy, di Mariana Marenghi. Ho avuto il piacere di parlare del libro con Marina Visentin, esperta di cinema e scrittrice di fiction. Ne è uscita una delle più belle presentazioni librarie cui mi sia capitato di partecipare.

La registrazione dell’evento è disponibile su youtube:

Ecco qualche estratto da alcune recensioni:

La scrittura di Ricciardiello è davvero piacevole, mette da subito il lettore a proprio agio grazie alla scorrevolezza e correttezza della forma. La trama possiede una doppia valenza: abbiamo un romanzo di evasione, molto coinvolgente già dalle prime pagine, e una lettura ricca di informazioni interessanti dal valore formativo ed informativo.
Ambientato a Torino, rende la città nelle sue unicità, ma il teatro degli eventi non resta confinato al capoluogo piemontese; coi suoi personaggi di altre nazioni, coi rimandi e le escursioni all’estero, possiede un sapore internazionale, di apertura. La storia così spazia e concede ampio respiro.
Ben creati i personaggi, resi con tridimensionalità e vivacità, sono facili da distinguere e da figurarsi. Su tutti spicca la figura del protagonista, come è giusto che sia, il PM Mancini. Un uomo complesso, di non immediata lettura, capace; con le sue profondità e caratteristiche risulta affascinante. […] Torino Nouvelle Vague si riempie di cinema e tra le sue pagine, il cinema si fa letteratura, attraverso il personaggio dell’anziano ed iconico regista Leclerq che è ispirato, e quindi rende omaggio, a Jean-Luc Godard. La magia del cinema si fonde a meraviglia con la storia, anzi la muove con, passatemi il termine, l’abile regia dell’autore. Ricciardiello rende la trama dinamica, avvincente, grazie alle sorprese distribuite con precisione e perfetto tempismo: appena il lettore crede di aver imboccato la strada corretta, qualcosa arriva a scompaginare le carte in tavola a lui e ai personaggi, per un’immersione narrativa davvero piacevole e stuzzicante.

Tatiana Vanini su Libri Recensioni.com, 5 marzo 2022
con Mariana Marenghi e Marina Visentin al Covo della Ladra

La Novelle Vague in questo testo assume, quindi, il sapore agrodolce del ricordo e della nostalgia, di un momento totalmente irreale e piazzato forse in una dimensione onirica capace di congelarsi per diventare eterno. È in quest’atmosfera quasi malinconica, brumosa, sullo sfondo di una Torino che sembra quasi sempre addormentata, che il dramma compie la sa parabola definitiva: il cinema della Nouvelle Vague si infrange sullo scoglio della banalità.

Banale è l’evento che la interrompe, l’omicidio. Banali sono i drammi che soggiacciono all’atto criminoso. Banale è persino la risoluzione dell’intrigo. La Nouvelle Vague è solo un nome, un istante che sotto il sole cocente di una delusione che non ha mai trovato ristoro si scioglie. E in quel fiume di illusioni porta con sé anche l’ultimo barlume di resistenza.

Tutto è invaso dal rumore cacofonico di una città che non ha più la forza di sopravvivere. Si frantuma come ogni amore impossibile sullo scoglio della verità. E cosi resta solo un eco lontano, una speranza morta, ancora prima di mostrare la sua forza al mondo. Ecco che più del delitto, quasi una scusa per raccontare di noi, di questo crollo, quello che colpisce, rapisce e lascia una profonda amarezza è proprio quest’atmosfera che passa dal sogno alla disillusione.

Alessandra Micheli su les Fleurs du Mal, 18 marzo 2022

Mi pare un ottimo risultato per un giallo dall’aria “alla Simenon”, difficile da tenere in piedi senza una solida scrittura e idee molto chiare sullo svolgersi dei fatti. E certamente qui non c’è improvvisazione (sebbene il recensore perfido abbia notato una certa qual fragilità finale nella trama), l’autore non si è lasciato governare dai suoi personaggi, funziona quasi tutto come un orologio…torinese (diamo a Cesare quel che è di Cesare) e la voce di Ricciardiello ci accompagna esattamente dove vuole lui: inchiodati alla poltrona, col suo libro in mano a leggere una storia piena di charme senza aver voglia di interromperci per non spezzare l’incanto.

E poi sì, c’è anche l’omicidio, magari anche più di uno, e ci soddisferà venirne a capo, ma noi sappiamo che questo romanzo è qualcos’altro e che lo rileggeremo, tra qualche tempo, per respirare quella deliziosa, malinconica aria di un’epoca che fu. E anche per ripassare un bel po’ di storia del cinema francese della Nouvelle Vague (il vero protagonista di questo noir) insieme a un rapido escursus cultural-pettegolo sullo scrittore americano Burroughs che, scampato fortunosamente alla galera per aver centrato la giovane moglie in mezzo agli occhi con un improvvido colpo di pistola, dirà anni dopo che probabilmente non avrebbe mai pubblicato una riga se non avesse ucciso accidentalmente Joan.

Mi auguro che Franco Ricciardiello non abbia dovuto sacrificare all’altare della letteratura noir nessuna sfortunata giovanetta, ma una vocina perfida mi soffia nell’orecchio che, anche fosse…dopo tutto il romanzo è riuscito.

Brividi. Sipario.

4.6 Overall Score – Trama 4.8 – Suspense 4.0 – Scrittura 5.0

Barbara Monteverdi su La Bottega del Giallo, 21 marzo 2022
Le fotografie sono di Giulia Abbate

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