LA PROGRAMMAZIONE DEL TESTO LETTERARIO.
Il testo di questo post recupera la parte di approfondimento della genesi letteraria di “La vita. Istruzioni per l’uso” di Georges Perec, stralciata dalla versione definitiva di Storie di Parigi, attualmente in stampa presso l’editore Odoya
Ancora più affascinante, anche dal punto di vista letterario, della complessità dell’opera è la “macchina per ispirare racconti” (definizione dell’autore stesso) che Perec mette in piedi per decidere cosa deve contenere ogni singolo frammento del puzzle narrativo: un sistema complesso e razionale maturato nelle riflessioni teoriche dell’OuLiPo. Quando Italo Calvino (lui stesso oulipista) nelle sue “Lezioni americane” parla della genesi dell’iper-romanzo (non a caso oggi si definisce iper-testo un testo interattivo) non aveva ancora a disposizione il cahier de charges manoscritto da Perec come premessa strutturale all’opera: significa “capitolato d’oneri”, ma charges si può anche tradurre come “spese condominiali.” È sulla base di questi appunti dettagliati pubblicato solo nel 1993 dal Centre National de la recherche scientifique che oggi si può ricostruire la genesi e la struttura di “La vita istruzioni per l’uso”.
È dal 1972 che Perec vorrebbe scrivere un romanzo che fornisca una propria visione del mondo; gli viene l’idea di ambientare la vicenda in un immobile la cui struttura corrisponda a quella del biquadrato latino (elaborato nel 1960 da Bose, Parker e Shrikhande per confutare Eulero, il quale sostiene che non esiste un biquadrato d’ordine 10). Nelle sue intenzioni, la narrazione dovrà procedere secondo un metodo razionale, e qui interviene la seconda grande idea (che non è percepibile al lettore senza un’adeguata guida): ogni frammento narrativo sarà ambientato in un locale dell’edificio, ma la progressione lineare tra una stanza e l’altra sarà affidata a un problema logico-matematico ben conosciuto ai giocatori di scacchi: l’algoritmo del cavallo. Un quadrato di 10 caselle di lato coincide con una scacchiera: la narrazione si sposta tra un capitolo e il successivo seguendo la mossa a L del pezzo cavallo, un avanzamento di 3 caselle in linea retta e 1 casella a 90°, in modo da terminare dopo 98 mosse nella stanza in cui Barlebooth è appena morto; il vantaggio di usare la regola di mobilità del cavallo è evidente: permette di toccare tutte le caselle senza mai passare due volte da una stessa casella/stanza (e saltando una casella, la n. 66 per la precisione, perché altrimenti le mosse sarebbero 99 e i capitoli 100: ma questa per Perec è l’eccezione che serve a confermare la regola). Il capitolo I inizia quindi “per le scale” e i capitolo XCIX e ultimo è il quinto ambientato nell’appartamento di Bartlebooth.