La casa editrice Delos Digital effettua a rotazione un’offerta-sconto del 50%, ogni mese sui titoli di una signola collana. Per questo mese di luglio tocca alla collana Futuro Presente, che pubblica opere di fantacienza sociale, la social SF che negli anni Settanta veniva tradotta con una locuzione orribile, “fantascienza sociologica”. Futuro Presente è curata da Giulia Abbate e Elena Di Fazio. Ho pubblicato ben cinque racconti lunghi/romanzi brevi nella collana, adesso sono tutti in offerta a € 0,99.

Blu Mandala
Futuro Presente n. 9
Ottobre 2028. L’osservatore della FAO Nicola Cassarà partecipa alla Nīlēmārca, la Marcia Azzurra, attraverso l’Indostan fino a Nuova Dehli. Il suo scopo è toccare con mano il più controverso esperimento agricolo della storia: la coltivazione estensiva del nīlējau, l’orzoblù, cereale azzurro il cui genoma è giunto dallo spazio attraverso un messaggio interstellare. Salvezza o invasione aliena? In un piano di esistenza onirico e impalpabile, l’esercito del Teikoku si prepara a entrare nel cuore azzurro dell’Indostan…
Tra scienza e fede, sogno e realtà, l’immenso Franco Ricciardiello ci conduce in una storia suggestiva, dove le implicazioni sociali, politiche ed economiche fanno da contraltare a scenari esotici e incredibilmente vividi.
Incipit
Seduto subito dietro le spalle dell’autista dalla pelle scura come cuoio, Nicola Cassarà si trova alla stessa altezza della testa dell’elefante che cammina in strada, appena fuori dal finestrino dell’autobus. L’animale volta di lato il capo per guardarlo attraverso il cristallo, l’enorme occhio nero chiuso da una palpebra di pelle spessa, grigia come roccia. Onde di vividi colori dipinte sulla pelle corrono dalla proboscide al dorso e più indietro, fino alla piccola coda ridicola che frusta l’aria per cacciare le mosche. Nicola vive per interminabili secondi in una sospensione onirica, perde i riferimenti spaziali a causa della massa dell’elefante che fluttua come un miraggio oltre il fragile cristallo. Ha l’impressione di poter toccare con la mano il giaietto vivo dell’occhio grande come un pugno; poi l’autista dell’autobus svolta a passo d’uomo in mezzo alla folla, appoggiando tutto il peso sul clacson e fermandosi con grande sollievo di Cassarà nel vastissimo parcheggio sterrato dove migliaia di altri automezzi sono disposti a pettine.
Fa meno di un’ora avrà inizio la Marcia Azzurra che in cinque settimane raggiungerà Delhi, risalendo a piedi il corso del Gange per millecinquecento chilometri in linea d’aria. Nicola Cassarà si alza in piedi nel corridoio dell’autobus e tenta di stirare le membra indolenzite mentre l’aria condizionata viene meno, e un muro di calore appiccicoso s’insinua dalle porte che si aprono con un sospiro. Gli ricorda la sensazione di poche ore fa, quando il suo volo da Delhi è atterrato nel cuore della notte, e lui è uscito insieme a ondate di passeggeri dall’aeroporto di Kolkata nell’aria soffocante di ottobre, spessa come vapore acqueo. Gli automezzi grandi come pachidermi aspettavano in fila nel parcheggio del Chandra Bose, gli autisti indossavano camicie bianche impeccabili, senza traccia di fatica.
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Mille colline
Futuro Presente n. 17
“Dio passa le sue giornate altrove, ma ritorna a dormire in Ruanda. Dal 6 di aprile Dio ha perduto il sonno.” Studiare la storia sui libri è un conto. Osservarla dal vivo grazie a un tunnel quantistico è un altro paio di maniche: lo scopre una giovane donna quando s’immerge nella tragedia del Ruanda, fino a toccarne con mano le atrocità. Franco Ricciardiello ci riporta nell’universo tecnologico del romanzo Termidoro con un racconto doloroso e al tempo stesso denso di riflessioni, di interrogativi dal respiro universale.
Incipit
Gli hanno amputato le mani e i piedi con il machette, per accorciare le sue dimensioni a quelle degli hutu. Gli è impossibile reggersi in piedi. Afferra gli oggetti con la piega del gomito. Mangia con la faccia affondata nel piatto, mentre le mosche gli camminano sul collo.
Non ha più lacrime da sciupare. Prima del 6 aprile giocava in una squadra di football a Butare, oggi si lascia morire nel cortile della missione Onu, seduto su uno sgabello di paglia all’ombra. Osservo l’espressione insensibile del suo viso attraverso i sensori del fly impiantati nella mia presa neurale: le immagini di un giovane morto da quasi un secolo, eppure disperatamente vivide per i miei sensi. Un uccello urla rauco nella nebbia. Radio Mille Collines ha finalmente smesso di incitare al genocidio, oggi trasmette solo canzoni.
La voce della cantante ricorda l’urlo di sconforto di una iena. Per sfuggire all’avanzata del Front patriotique, i macellai torturatori dell’Interahamwe si sono ritirati oltre i vulcani della Rift Valley, nella zona di sicurezza al confine con il Congo difesa dai parà francesi. Nelle carceri insalubri marciscono centotrentamila presunti colpevoli di genocidio, a partire da bambini di dieci anni per finire con i vecchi. L’Interahamwe ha lasciato alle spalle una nazione ridotta a uno sterminato cimitero: mille colline e un milione e mezzo di morti, i fiumi pieni di cadaveri nudi, macellati, le mani legate dietro la schiena, bambini impiccati ai rami degli alberi come cani bastardi, salme in disfacimento nelle piantagioni di caffè, arcipelaghi di corpi mutilati a galla nei laghi, uomini, donne e bambini trucidati che si decompongono abbandonati nella nebbia, corrosi dall’odore aspro della calce viva.
Ruanda. Il genocidio. Radio Télévision Libre des Mille collines.
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Saluti dal lago di Mandelbrot
Futuro Presente n. 20
Preoccupato per la salute di sua moglie, Matthei chiede all’hacker Lele Muriatico di rubarne la cartella clinica. Quest’ultima rivela un più ampio e inquietante enigma legato al Ministero del Benessere, che va a infittirsi tra messaggi cifrati, steganografie e immagini frattali. Sullo sfondo suggestivo del Golfo di Napoli, Matthei dovrà destreggiarsi tra hacker e polizia per salvarsi la vita. Futuro Presente ripropone un classico della fantascienza italiana, apparso per la prima volta nella storica antologia Cyberpunk di Stampalternativa (1996). È possibile nascondere un messaggio cifrato in un’immagine? E qual è il suo scopo? Un thriller tra teoria del caos, hacker e frattali.
Incipit
Solo gettando all’ennesima occhiata casuale allo schermo, dopo diversi minuti che osservavo il file della sua cartella clinica, mi resi conto che l’insieme di Mandelbrot utilizzato per riprodurre i progressi della dermatite di mia moglie Carmen era in realtà una mappa dettagliata della sua cavità uterina.
La costa interna del lago di Mandelbrot disegnava l’endometrio, dove la curva frattale si frantumava in una polvere di colori nell’attraversare la frontiera dell’insieme di Julia connesso. Nella regione immediatamente esterna, il miometrio era riprodotto con fasce concentriche di colori tra il rosato e il sanguigno. L’ostio esterno sfociava in basso in direzione della vagina, mentre l’ostio interno si apriva sul collo uterino come una baia lacustre sulle cui coste proliferavano le terminazioni sempre più frantumate dei punti di Julia connessi.
— Cos’hai? — domandò mio cognato Claudio. — Qualcosa non va?
Distolsi lo sguardo dallo schermo e scossi il capo. Dovevo essere rimasto troppo a lungo a fissare i pixel fino a che avevano assunto una diversa configurazione agli occhi della mia mente, disposti su forme in precedenza invisibili quasi animate da una forma di vita elettronica.
Claudio si sporse verso la mia tastiera. — È la cartella clinica di Carmen, vero? — disse.
Cercai di scuotermi. — Me l’ha data Oberhof, — mentii. Sentivo la saliva scendere nella trachea.
Claudio tornò al suo schermo. Osservai l’insieme di Mandelbrot: la didascalia diceva “Eczema diatesico sub-ascellare in fase di remissione”. Invece distinsi con chiarezza gli avvolgimenti a camera d’aria delle tube di Falloppio, terminanti nei grossi noduli a geode delle ovaie.
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Lamento al signore di Marston
Futuro Presente n. 31
In un mondo in cui l’essere umano manipola tempo e DNA per i suoi scopi, le scelte del singolo faranno la differenza. Nulla è nuovo sotto il sole, tutto nuovo sotto il cielo inglese. Il soldato Dylan si prepara alla battaglia: siamo nel cuore della Rivoluzione Inglese, scintilla della modernità. A qualche secolo di distanza, un viaggiatore attraversa la porta del Tempo in cerca di una donna scomparsa. In un mondo in cui l’essere umano manipola tempo e DNA per i suoi scopi, le scelte del singolo faranno la differenza. Storia e dilemmi bioetici si intrecciano in questo elegantissimo racconto di Franco Ricciardiello, che si muove agile tra rievocazione storica e fantascienza.
Incipit
Nulla è nuovo sotto il sole, tutto nuovo sotto il cielo inglese. Colonne di fanteria in marcia sotto le nuvole di giugno. Il conte Roberto di Essex sta portando l’esercito del parlamento nel cuore dello Yorkshire, dove farà fronte comune con i calvinisti scozzesi. Fra i suoi luogotenenti ci sono Oliver Cromwell, che comanda la cavalleria, e Thomas Fairfax, che fra sei mesi assumerà il titolo di Generalissimo e il comando supremo del New Model Army.
Durante la marcia, il soldato Dylan si gratta la nuca con le unghie spezzate, crogiolandosi nella fortuna di avere nel cuoio capelluto un impianto genetico per tenere lontani i parassiti che infestano i commilitoni. Ha persino un device nano-bio per regolare a piacere l’intensità dell’olfatto, escludendo quegli odori che metterebbero in ginocchio la sensibilità igienica di un cittadino del XXI secolo.
I soldati sono distrutti dalla stanchezza, affamati, luridi di polvere impastata nel sudore. Hanno una paura folle dello scontro con l’esercito del re d’Inghilterra. Lunghe colonne di fanteria reclutata a forza nelle taverne marciano verso nord: ragazzi di quindici o sedici anni, garzoni, battellieri, avanzi di galera e contadini inquadrati da pochi veterani con i baffi unti di grasso, padri di famiglia con la bibbia nello zaino, tutti con i capelli rasati corti; da qualche parte a est di York li aspetta un’armata di nobili vestiti di seta, con bandoliere di cuoio morbido e piume di fagiano sul cappello, abituati a utilizzare armi fino da bambini, e che combatteranno a cavallo cercando di decapitarli con il migliore ferro inglese.
Inquadrato fra i coetanei, il soldato Dylan marcia meccanicamente, stanco come un gambero nell’alta marea, i piedi sfatti negli stivali da ingrassare tutte le sere, da battere contro le pietre e contro le cortecce degli alberi perché si ammorbidiscano. Ha efelidi regolari e un viso triangolare, femminile, reso spigoloso dalla giovinezza acerba e dai capelli tagliati quasi a zero, roundhead, sottili piume di uccelli in muta.
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L’esercito segreto
Futuro Presente n. 41
In una Madrid futura ma non troppo, l’utopia realizzata dell’Immensa Democratica somiglia troppo a una sinistra distopia. Un giorno, una serie di strani attentati prende di mira quadri, libri e luoghi del sapere. Quando un’affascinante donna appare sul suo cammino, un conservatore museale del Prado si ritrova coinvolto in una fuga rocambolesca tra vangeli apocrifi, simbologia cristiana e dottrine segrete. Autore di infinita cultura, Franco Ricciardiello ci porta tra opere d’arte monumentali e ambigue chimere, in un racconto ricco d’atmosfera.
Incipit
In principio fu la luce: un crepuscolo incerto sopra l’orizzonte spezzato dei tetti del Retiro, fredde dita rosso-Pompei insinuate tra gli angoli delle case. In quel tempo, poco dopo il divorzio da mia moglie, vivevo notte e giorno dentro il Prado: il Direttore chiudeva un occhio, io invece non ci riuscivo sul sofà del mio ufficio all’ultimo piano, le finestre senza tendaggi spalancate sul Reale giardino botanico. La situazione era complicata dal fatto che la mia ex, Ana, cui avevo lasciato a disposizione la casa coniugale, era la mia vice al museo.
Quella mattina seguii in piedi davanti ai vetri il progresso strisciante dell’alba, sorseggiando un bicchiere di caffè nero bollente. Il chiarore diffuso dalle foglie degli illuminalberi diminuì automaticamente per lasciare posto all’aurora. Vidi qualcuno nel giardino, una donna in piedi nella flebile luce tangente: distinsi il suo soprabito, una macchia rosa inglese contro la vegetazione scura. Irrazionalmente, ebbi la sensazione che guardasse dritto verso la mia finestra.
Il caffè era finito.
Non ricordo più nulla delle ore che seguirono fino a metà mattina, quando il museo era già pieno di visitatori e un Halgo si materializzò davanti a me mentre lavoravo. Conservatore, attenzione! mi avvertì, Individui sospetti al primo piano! Guardai sbigottito l’algoritmo: era la prima volta in assoluto che compariva, non capita mai un allarme intrusione al museo. Neppure ricordavo di averlo creato con l’avatar allucinato del suonatore di chitarra nella Romería de san Isidro.