Esce oggi, 22 gennaio, l’eBook del mio racconto lungo “La banda del Club Cuori Solitari del sergente Ballard”, nella collana Ucronica di Delos Digital, diretta da Giampietro Stocco. Ho scritto, per l’occasione, un’ucronia musicale.
Dicembre 1980. La notizia dell’assassinio a New York del più famoso tra i Beatles sgomenta lo scrittore britannico James G. Ballard, impegnato nella stesura definitiva del suo Hello America. Affranto per questa morte insensata, decide di raccontare in un testo autobiografico la sua amicizia con l’ultimo elemento arrivato a comporre i Fab Four: l’ex scrittore Michael Moorcock, che nel ’62 abbandona la fantascienza per diventare batterista della band di Liverpool. Travolto dai ricordi e dai rimpianti, Ballard riassume un quarto di secolo di storia: gli anni in cui tutto sembrava dovesse cambiare, la nuova musica, il Sessantotto, l’LSD, la creatività, il protagonismo dei giovani, l’India, la minigonna, la fantascienza sociologica, la via per lo spazio interiore. Un’amicizia nata in una convention di fantascienza, forgiata dalle cose della vita — donne e sesso, affetti e tradimenti: la grande avventura che avrebbe potuto essere la musica giovane se Michael Moorcock fosse arrivato prima di Ringo Starr negli studi di Abbey Road.
Sono consapevole del fatto che negli ultimi quindici anni si sono scritti centinaia, forse migliaia di libri sui Beatles: biografie, instant book, agiografie, qualificate analisi musicali, pamphlet religiosi, persino studi universitari — i più umoristici, a mio parere. Questo mio superfluo testo va quindi a aggiungersi in cima a una catasta già troppo alta di carta stampata, ma almeno ha un pregio: privo di pretese d’esaustività o obiettività, impossibili dopo Einstein e Heisenberg, è semplicemente un racconto della mia amicizia con il più famoso dei Beatles, Michael Moorcock, il migliore tra i miei non certo numerosi amici.
firmato: J. G. Ballard
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