di FRANCO RICCIARDIELLO
Continua da Le rivoluzioni dei pianeti. Il presente post è la seconda parte di una rielaborazione dell’intervento tenuto in pubblico dal sottoscritto a Stranimondi, Milano, 6 ottobre 2018.
Dura amante è la Luna
Molto diverso è La Luna è una severa maestra (The moon is a harsh mistress, 1966) di Robert Heinlein, indiscutibilmente un capolavoro di originalità narrativa e invenzione fantascientifica. Il satellite lunare, popolato in origine da condannati esiliati a forza, diventa nel XXI secolo un crogiolo di culture che formano una civiltà originale. Legalmente, il satellite appartiene all’Ente di Luna City, che lo amministra con ottusità, teso solo a sfruttarne le risorse. Dalle coltivazioni agricole intensive nelle caverne lunari, infatti, si ricava una enorme quantità di grano che trasportata sulla Terra è la base del nutrimento di intere nazioni a partire dalla sovrappopolata India.
Ma sulla colonia lunare serpeggia il malcontento, soprattutto contro il Guardiano, rappresentante e simbolo degli interessi terrestri. Un movimento fortemente minoritario vorrebbe l’indipendenza del satellite; si limitano però a assemblee clandestine finché non avviene la svolta: la saldatura con l’esperienza rivoluzionaria del Professore, l’esule politico peruviano Bernardo de la Paz, in grado di progettare un’organizzazione strutturata a piccole cellule di tre membri, che garantiscono la segretezza in caso di infiltrazione:
Veniamo alla struttura di base: una rivoluzione muove i primi passi all’interno di un gruppo di cospiratori, perciò i cospiratori devono essere pochi, segreti e organizzati in modo tale da minimizzare i danni di un eventuale tradimento, dato che ci sarà sempre un tradimento. Una soluzione è il sistema a cellula, e fino a ora non è stato inventato niente di meglio.
Si è fatta molta teoria a proposito delle dimensioni ottimali di una cellula rivoluzionaria. Credo che la storia dimostri che tre persone siano la migliore soluzione possibile. Più di tre persone difficilmente si trovano d’accordo sull’ora a cui si deve mangiare; figuriamoci sul quando colpire.
Però il vero valore aggiunto è il coinvolgimento nella sedizione del grande cervello elettronico dell’Ente, grazie a rapporto “personale” tra questi e il tecnico informatico della manutenzione, Mannie O’Kelly, l’unico ad aver scoperto che il computer ha sviluppato un’intelligenza pari a quella umana.
La crescita “sentimentale” del computer Mike e la sua adesione alla Rivoluzione come forma di amicizia per Mannie vanno di pari passo. Mike (diminutivo di Mycroft, nome del fratello di Sherlock Holmes) controlla tutte le comunicazioni del satellite, i mezzi di trasporto, gli archivi della colonia; è in grado di distinguere gli affiliati all’organizzazione dalle spie infiltrate dal Guardiano. Con un alleato del genere, è molto più semplice avere successo: ma i seleniti sono pochi milioni di individui, i terrestri decine di miliardi, e possiedono una flotta da guerra in grado di raggiungere la Luna e riempire città e gallerie di bombe termonucleari: «Come dice la Bibbia, Dio combatte dalla parte dell’artiglieria più pesante». Il professore e i suoi camminano sul filo di un rasoio, e non possono sbagliare una mossa. In fin dei conti, giungere all’insurrezione e determinarne il successo è solo il primo passo: «Parola mia, preparare una rivoluzione è un gioco da ragazzi, in confronto al casino di quando l’hai vinta.»
Perché oltre a descrivere la struttura di una società segreta insurrezionale, Heinlein prosegue la storia nella fase successiva alla conquista del potere (avvenuta, guarda caso, il 4 luglio 2076… anche Heinlein ci casca), quella del suo consolidamento, quando Mannie e il Professore compiono un rocambolesco viaggio sulla Terra, schiacciati dalla gravità cui non sono abituati, per ingraziarsi l’opinione pubblica in vista della guerra. Perché guerra sarà, Mike l’ha previsto senza possibilità di alternativa.
Nel frattempo, la società indipendente sulla Luna è regolata dalla filosofia politica definita da un acronimo, TANSTAAFL, There ain’t no such thing as a free lunch, cioè “non esistono cose come pasti gratis”, vale a dire più o meno “nessuno ti dà niente gratis”. Nella atmosfera artificiale sotto le cupole lunari, anche l’aria si paga.
Così i rivoluzionari si preparano a mettere in atto un vigoroso deterrente: la minaccia di scagliare contro obbiettivi terresti veri e propri proiettili di roccia lunare che sfruttano la differenza dei pozzi gravitazionali nei due corpi celesti. Abilmente preparata da un viaggio di propaganda per accattivarsi l’opinione pubblica del pianeta d’origine, la guerra d’indipendenza ha una breve durata: il successo è assicurato ai secessionisti, ma il conto è molto salato.
Heinlein fonde elementi tipici di una società segreta con una filosofia fondata sulla responsabilità individuale; non a caso il motto TANSTAAFL è un sottoprodotto dell’individualismo USA: sono quindi ingiustificate le accuse di “criptoleninismo” mosse all’autore, unicamente per la descrizione di una carboneria rivoluzionaria, che si presta sia a una cospirazione borghese che a una marxista. La parte più interessante per quanto riguarda l’organizzazione sociale è quella della poliandria: in una comunità in cui il rapporto tra uomini e donne è 2:1 circa (e che somiglia in molti aspetti al “far West”, l’epica della colonizzazione continentale nell’Ottocento), è comunque una misura sociale rivoluzionaria la possibilità di matrimoni plurimi concessa alle donne, compresa un’originale forma di matrimonio di gruppo definita “di linea”, con nuovi coniugi di entrambi i sessi che si “aggiungono” nel tempo al nucleo originale.
Rosso, verde e blu
Di segno molto diverso è la trilogia di Marte di Kim Stanley Robinson, composta da tre romanzi per un totale di oltre 2000 pagine: Il rosso di Marte (Red Mars, 1992), Il verde di Marte (Green Mars, 1993) e Il blu di Marte (Blue Mars, 1996) un vastissimo affresco razionale di storia futura, che parte dal primo viaggio interplanetario di cento scienziati su Marte fino un futuro di alcuni secoli, quando il pianeta terraformato ottiene l’indipendenza all’interno di una comunità umana sparsa in tutto il sistema solare. Nella trilogia, la rivoluzione occupa un posto di tutto rilievo, ma al contrario di La Luna è una severa maestra si tratta solo di una frazione della narrazione totale
Robinson racconta la genesi e l’evoluzione di ben due rivoluzioni: la prima nel 2061 (Red Mars), violenta e sanguinosa, con atti bellici di apocalittica immaginazione, duramente repressa dalle autorità terrestri; la seconda nel 2127 (ultima parte di Green Mars e inizio di Blue Mars), finalmente vittoriosa grazie a un’accurata preparazione, ma anche questa violenta e senza esclusione di colpi malgrado la relativa brevità.
Robinson è meno interessato di Heinlein al meccanismo politico della cospirazione, che è vista quasi sempre dall’esterno, però presta estrema attenzione alle dinamiche tra i diversi gruppi indipendentisti — o rivoluzionari; semplificando, nel corso della seconda rivoluzione si contrappongono una fazione massimalista, i “rossi” (dal colore tipico del pianeta) che vogliono mantenere il più possibile intatto il paesaggio e il clima marziani, e i “verdi”, cioè sostenitori di una rapida terraformazione che permetta di vivere all’aperto senza sistemi vitali.
I personaggi punto-di-vista del primo romanzo osservano l’evoluzione della guerra d’indipendenza; John Boone, il primo uomo ad aver messo piede sul pianeta, osserva con lucidità, rivolto ai rivoluzionari:
«Voi e i vostri amici cercate di mettere in atto una versione fantastica della guerra d’indipendenza americana; vi sentite rudi uomini di frontiera che si battono contro la tirannia, ma non è così. Le analogie sono completamente sbagliate, e in modo drammatico dal momento che nascondono la realtà, la vera natura della nostra dipendenza dalla Terra e la potenza dei vostri nemici.»
«Sono certo che molti bravi conservatori dicevano lo stesso agli abitanti delle colonie» rispose l’uomo, sorridendo. «Al contrario, in molti casi le analogie sono corrette. Non siamo semplici ingranaggi di una macchina; siamo individui, perlopiù gente comune, ma fra noi spicca anche qualche grande personalità… anche noi avremo i nostri Washington, i nostri Jefferson e i nostri Paine, non dubiti.»
«Tutto questo è ridicolo» gridò Frank. «È una falsa analogia.» […]
L’uomo lo allontanò con un gesto come se fosse una zanzara. «Immagino che il nocciolo del problema sia: avremo il nostro Lincoln?»
«Lincoln è morto» rispose acido Frank. «E le analogie con la storia sono l’ultimo rifugio di quanti non riescono a comprendere la realtà.»
La seconda rivoluzione marziana nasce dal lungo lavoro di una vasta rete di organizzazioni sotterranee, coloni che vivono in clandestinità dentro rifugi scavati nella roccia di lontani crateri, in un ambiente gelido e dalle condizioni proibitive. È in questo humus che si sviluppa la filosofia dei “rossi”, contrari alla terraformazione per motivazioni variamente ecologiste: ma Robinson ci suggerisce che potrebbe essere una forma patologica di individualismo, per esempio il trauma infantile della fondatrice Ann Clayborne.
Un’importante analogia con il romanzo di Heinlein è il fatto che i rivoluzionari riescano a portare al proprio fianco un alleato che risulta decisivo nella contrapposizione di forze: il super-computer Mike sulla luna, la “metanazionale” dal volto umano Praxis su Marte. E sempre come Heinlein, Robinson racconta il dopo-rivoluzione come l’inizio di un’utopia, un nuovo tipo di organizzazione sociale. Nella trilogia di Marte c’è l’originale originale tentativo di un’organizzazione sociale di tipo nuovo, e ancor più originale è il fatto che sia raccontata nel suo divenire, nel suo farsi utopia: la costituzione marziana (al contrario della Luna anarcoide di Heinlein dove non esistono neppure leggi, e tutto è demandato alla responsabilità individuale) prevede una forma cooperativa per le società commerciali, che non possono superare una determinata dimensione. Questo avviene non perché gli immigrati e i nativi siano marxisti dogmatici, ma soprattutto perché la guerra d’indipendenza è stata combattuta contro le Metanazionali, cioè multinazionali divenute molto più potenti dei poteri elettivi dei vari Stati: naturale che nel post-rivoluzione si cerchi un’alternativa alla eccessiva concentrazione del potere economico. Già nel primo volume, John Boone aveva detto:
Quello che chiamiamo il sistema delle transnazionali non è che un ritorno al feudalesimo, un insieme di regole antiecologiche che, invece di compensare ognuno sulla base del reale contributo, arricchisce un’élite internazionale impoverendo chiunque altro; così, in realtà, questa élite è- anch’essa impoverita, slegata dal lavoro umano vero e proprio e per questo da qualsiasi reale autoaffermazione, parassita nel senso più stretto del termine e ugualmente potente. Questa élite sottrae i frutti del lavoro umano ai loro destinatari di diritto, ossia alle sette generazioni e, nutrendosene, rafforza i poteri repressivi necessari a mantenere la propria posizione!
Per apprezzare la complessa dinamica della rivoluzione marziana di Kim Stanley Robinson, è necessario comprendere due concetti: innanzitutto quello di aerofania (aerophany), una sorta di mistica della terraformazione sostenuta dalla biologa Hiroko Ai (una dei “primi cento” coloni), che consiste in una relazione di rispetto nei confronti del pianeta, e che dopo la rivoluzione rappresenterà un punto di convergenza tra rossi e verdi. Il secondo concetto è la viriditas, che non è invenzione originale di Robinson: nominato talvolta da padri della Chiesa (Agostino di Ippona, papa Gregorio I), è presente soprattutto in santa Ildegarda di Bingen (1098-1179) come attributo della natura divina, nel significato di fertilità o fecondità (in latino viriditas significa verde, sostantivo), nella trilogia è un sinonimo della forza vitale che muove l’universo: finché la rivoluzione si accorda con la viriditas, non può perdere. Come aveva preconizzato nel primo volume John Boone:
Le rivoluzioni non hanno mai funzionato sulla Terra, tutto sommato; e quassù sono un concetto del tutto obsoleto. […] Dobbiamo trovare nuove modalità di vita marziane, una nuova filosofia, un’economia, una religione marziana!
Analogie e differenze tra R.A. Heinlein e K.S. Robinson |
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La luna è una severa maestra |
Trilogia di Marte |
Estetica della fantascienza anni ‘60 |
Estetica della fantascienza anni 90 |
Prospettiva rivoluzionaria individualista |
Prospettiva rivoluzionaria collettiva |
Breve, violenta guerra d’indipendenza |
Breve, violenta guerra d’indipendenza |
Filosofia TANSTAAFL |
Aerofania e Viriditas |
Antagonista: Ente di Luna City |
Antagonista: Metanazionali |
Il computer Mike | “Metanazionale” Praxis |
2 – Fine
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