Il problema di Liu Cixin

di FRANCO RICCIARDIELLO

Un cambio di passo nel mondo della fantascienza”, commenta il New York Times nella nota riportata in quarta di copertina dell’edizione Mondadori di Il problema dei tre corpi di Liú Cíxīn. E come dargli torto? La lettura di questo romanzo si rivela un piacere inatteso, sia per il neofita abituato a leggere solo saltuariamente fantascienza, sia per l’appassionato di vecchia data. E, cosa ancora più sorprendente, questa storia lunga e complessa è raccontata con una trama disarticolata ma senza tentativi di drammatizzazione narrativa, com’è invece abitudine per gli autori occidentali.

Sì, perché Liú Cíxīn non è un autore americano dal nome immigrato: è uno scrittore cinese che vive in Cina, anche se ha vinto il Premio Hugo attribuito dalla World SF — altra sorpresa, dal momento che non è un autore di madrelingua anglosassone. Infatti The Three-Body Problem, uscito in Cina nel 2007, è stato premiato nel 2015 perché tradotto e pubblicato da Tor l’anno precedente.

Il problema dei tre corpi non è certamente un romanzo di personaggi; l’introspezione psicologica è scarsa, anche se uno dei molti “motori” della trama è il desiderio di revanche di uno dei personaggi principali, l’astrofisica Ye Wenjie, testimone oculare della morte del padre durante una seduta di “autocritica” della Rivoluzione culturale; è un romanzo di idee, e di idee ce ne sono a piene mani, come da tradizione in un romanzo che gioca molto sul futuribile. C’è molta tecnologia, soprattutto radioastronomia e telecomunicazioni, ma anche realtà virtuale; c’è altrettanta scienza — particelle elementari, astronomia e persino un po’ di meccanica quantistica, con quel finale sospeso, preludio a un seguito narrativo, che richiama esplicitamente l’entanglement; c’è infine una gran quantità di immaginazione futuribile, con dimensioni oltre la quarta, geometria avanzata, paradossi matematici, e poi ancora. E tuttavia, in fin dei conti è semplicemente un romanzo sul primo contatto con una civiltà extraterrestre.

Zhang Lybius, Guangzhou (Cina): chinoiserie punk

Tutto ha inizio al tempo della Rivoluzione culturale di fine anni Sessanta, che precipita la Cina nell’anarchia, in un vuoto di potere che si rivelerà devastante e in un livello di conflittualità che sfiora la guerra civile. La violenza istituzionalizzata consegna per anni il destino del colosso comunista nelle mani dei mediocri, che perseguitano non solo i resti della classe dirigente borghese, ma soprattutto intellettuali, insegnanti, chiunque riveli una capacità superiore alla media. Le parole d’ordine di classe si trasformano in slogan tranchant che non ammettono deviazione da un dogma semplice da comprendere. La ricerca scientifica, sia pratica che teorica, bandita a forza dalle università, viene mantenuta in alcuni siti segreti per volontà della dirigenza del Partito.

In uno di questi luoghi, nel centro del continente, si tenta un esperimento ambizioso, che prevede la trasmissione di informazioni sulla vita terrestre verso lo spazio interstellare, nell’ipotesi che esistano intelligenze aliene su altri mondi: l’iniziativa viene avviata dopo analoghi tentativi occidentali, nell’ambizione di contrastare una visione capitalista della civiltà umana.

Inaspettatamente, il messaggio viene ricevuto da qualcuno, grazie soprattutto a un’intuizione di Ye Wenje che amplia la capacità di ricezione. Il romanzo è la storia della scoperta, da parte di un esperto di nano materiali di nome Wang, di un segreto gelosamente custodito sia da un’organizzazione nichilista segreta che auspica una palingenesi dell’umanità tramite un’invasione aliena, sia dai governi che iniziano la repressione.

Raphael Lacoste, Montréal (Canada), Sottosopra

Il problema del titolo è quello del pianeta Trisolaris, in orbita intorno a un sistema formato da tre stelle, che soffre periodicamente disastri tali da estinguere la civiltà, costretta a ripartire da zero: è la sfida contenuta in un gioco di realtà virtuale avvincente e altamente sofisticato, oppure è davvero la realtà di un mondo lontano, ma comunque troppo vicino, tanto da rappresentare una minaccia per l’esistenza della razza umana? Una minaccia in grado di cancellare qualsiasi possibilità di progresso scientifico sulla Terra?

Un grande romanzo da leggere, dunque, e anche da rileggere.

Perché forse è il momento di spostare parte dell’attenzione dal personaggio alla trama; qualsiasi autore nato e cresciuto in un paese dell’Occidente cristiano, o ex-cristiano, avrebbe speso un certo numero di pagine nel giustificare il passaggio da una posizione politically correct a un comportamento nichilista; perhé non riusciamo a concepire che si possa scegliere scientemente il male. Un autore cinese invece ci dimostra che non è necessario alcun travaglio narrativo, che il bene e il male coesistono perché sono soltanto effetti di un punto di vista teleologico, dal momento che il motore della sua storia non è una guerra tra luce e tenebre, bianco e nero, ma una lotta istintuale per la sopravvivenza della razza umana.

Cixin Liu, Il problema dei tre corpi, Mondadori 2018, ISBN 9788804680604

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