È un peccato che I segreti di Vermilion Sands sia, insieme a La gentilezza delle donne, l’unica pubblicazione in volume di J.G. Ballard trascurata dalle case editrici che da qualche tempo hanno ripreso la sua opera in collane non di genere. In Italia è apparsa solo una bella edizione nel lontano 1976, cinque anni dopo l’originale inglese, con prefazione di Gianfranco De Turris e Sebastiano Fusco. Vermilion Sands è uno dei cicli di racconti più compatti nella storia della fantascienza — ma forse il problema editoriale è proprio questo: si tratta di storie che se da un lato rispettano i requisiti delle riviste di science-fiction degli anni Cinquanta e Sessanta (e di conseguenza appaiono decisamente spiazzanti per il lettore mainstream), dall’altro lato rispondono all’estetica dell’inner space contrapposto all’avventura nello spazio esterno, per cui possono scontentare il nuovo pubblico di genere, ora che l’estetica della new wave è tramontata.
Un vero peccato, perché i nove racconti di Vermilion Sands sono storie di grande bellezza, il tentativo di creare un mito letterario intorno a questa immaginaria città di un immaginario futuro, tutt’altro che distopico, nel quale le arti, da sempre figlie di un dio minore nella letteratura di fantascienza, hanno un’importanza fondamentale.
Vermilion Sands è una immaginaria località di riviera che si trova da qualche parte “tra l’Arizona e la spiaggia di Ipanema”, come scrive Ballard stesso nella prefazione all’edizione in volume 1971, “ma in questi ultimi anni mi sono compiaciuto di vederla spuntare un po’ dovunque, e soprattutto in qualche settore della città lineare, lunga cinquemila chilometri, che si stende da Gibilterra alla spiaggia di Glyfada lungo le coste settentrionali del Mediterraneo.” Vermilion Sands è la località balneare ideale di un’umanità futura che Ballard immagina sdraiata al sole, una società del tempo libero perché affrancata dalla schiavitù del lavoro imposta della modernità. È questa la ragione per cui le arti hanno tanta importanza nella trama dei racconti.
Le storie sono pubblicate in originale in un arco di tempo che va dal 1956 (Prima Belladonna) al 1970 (Addio al vento), ma possiedono un nucleo estetico unitario molto compatto. La struttura dei singoli racconti si ripete all’interno di uno schema preciso: il narratore / punto di vista è un uomo, di solito attirato a Vermilion Sands dal milieu artistico; la protagonista invece è sempre una donna, una figura femminile dalla psicologia inaccessibile (riflesso narrativo della peculiare misoginia dell’autore, che ama le donne come se fossero esseri alieni). Le donne di Vermilion Sands sono personalità al limite del borderline, divise tra originalità artistica e schizofrenia. Ciascun plot è costruito intorno alla perturbazione che la venuta di questa donna, in genere famosa e ammirata, genera nello statu quo del PdV, fino a una soluzione raggiunta durante un climax drammatico che provoca l’allontanamento del perturbante, cioè la figura femminile.
Altro elemento comune ai racconti (e decisamente raro nel genere fs), un richiamo a una diversa disciplina artistica e a una tecnologia futuribile collegata. Eco dunque un tentativo di schema per inquadrare i racconti, che sembrano progettati per non ripetere mai due volte lo stesso argomento:
titolo | Anno | Protagonista | Arte | tecnologia |
I nubiscultori di Coral D | 1967 | Leonora Chanel | Scultura | Manipolazione di nuvole |
Prima Belladonna | 1956 | Jane Ciracylides | Musica | Choroflora |
Il gioco degli schermi | 1963 | Emerelda Garland | Cinema | Impianto di gioielli nel corpo di insetti |
Le statue canore | 1962 | Lunora Goalen | Musica, canto | Nuclei sonori |
Sul mare di sabbia | 1967 | Hope Cunard | Pittura | Pigmenti fotosensibili |
La vendetta della scultrice | 1967 | Lorraine Drexel | Scultura | Metallo “vivente” |
Addio al vento | 1970 | Raine Channing | Moda | Biotessuto |
Studio 5 | 1961 | Aurora Day | Letteratura | Versistrascrittore |
I mille sogni di Stellavista | 1962 | Gloria Tremayne | Architettura | Plastex psicotropico |
Questa insistenza su argomenti artistici (da sempre l’arte d’avanguardia è stato il secondo grande interesse di Ballard dopo la letteratura) rende Vermilion Sands un evento unico nella fantascienza mondiale. Mi auguro che anche quest’opera conquisti presto nell’editoria italiana il posto che le spetta.
Tutte le illustrazioni, compresa la testata, salvo deve altrimenti indicato: © Elie Gomez, Grenoble