La suburbanizzazione dell’anima. Attualità di «Super-Cannes» di J.G.Ballard

L’ultimo fine settimana di settembre si svolgerà durante il Festival del Fantastico di Ferentillo (TR) un convegno dedicato a James Graham Ballard, al quale partecipa come relatore anche il sottoscritto, con un intervento dedicato all’ultima parte della produzione dello scrittore inglese.

Negli ultimi tre romanzi, Ballard è distante anni luce dalla science fiction della quale pure era stato un maestro, un innovatore, e in seguito un critico spietato. È noto che con una delle sue consuete affermazioni tranchant aveva proclamato senza mezzi termini, poco dopo avere abbandonato il genere in seguito al successo di L’impero del sole (1984), che la fantascienza è morta. Il concetto è stato ribadito anche in una bella intervista a Valerio Evangelisti per il rotocalco XL, in occasione dell’uscita in Italia dell’ultimo romanzo, Regno a venire (2006):

Evangelisti: Cosa pensi della fantascienza di oggi? Può essere sovversiva come in passato?
Ballard: La fantascienza è morta il giorno in cui Armstrong ha messo piede sulla Luna, nel 1969. Penso che allora si sia messa la parola fine.

In questa finale trilogia, l’interesse di Ballard si rivolge alla middle class, quella borghesia che con le rivoluzioni del ventesimo secolo ha plasmato il mondo a sua immagine e somiglianza, e contro il quale oggi inscena una rivolta postmoderna di riconoscibile segno reazionario.

Il primo dei tre romanzi, Super-Cannes (2000), è ambientato a Eden-Olympia, immaginaria città hi-tech nel primo retroterra della Costa Azzurra:

A sedici chilometri a nord-est di Cannes, sulle colline boscose tra Valbonne e la costa, era l’ultima di una serie di aree ad alto sviluppo inaugurate da Sophia-Antipolis, che presto avrebbero trasformato la Provenza nella Silicon Valley d’Europa.

Ballard dà al suo romanzo un livello di dettaglio estremamente preciso, con particolari ambientali che individuano uno spazio geografico esatto. Il protagonista, Paul Sinclair, è un pilota d’aereo ferito in un incidente d’atterraggio; ancora in convalescenza, segue la giovane moglie Jane, assunta come pediatra nel parco tecnologico tra Cannes e Antibes, sede privilegiata di multinazionali a tecnologia avanzata. Jane sostituisce un ex collega, David Greenwood, che in una improvvisa crisi di follia ha ucciso a fucilate dieci executive di Eden-Olympia prima di togliersi la vita.

L’inattività forzata della convalescenza spinge Sinclair a interessarsi della agghiacciante tragedia; poco per volta scopre che la polizia e la magistratura hanno avallato una versione di comodo della strage; inoltre, si rende conto che Eden-Olympia sta diventando un gigantesco laboratorio per la cura dell’alienazione da super-lavoro, condotto dal dottor Wilder Penrose, secondo una teoria estrema derivata a un’applicazione sperimentale senza controllo:

La psicopatia è l’antidoto più potente  a se stessa, e lo è stato per tutto il corso della storia. […] Paul, tu non capisci il punto. A Eden-Olympia la follia è la cura, non la causa del malessere. Il nostro problema non è che i pazzi sono troppi, ma che sono troppo pochi. […] L’unica soluzione è la pazzia, presa a piccole dosi. La sola cosa che li può salvare è il loro comportamento psicopatico.

Penrose si basa su un’osservazione empirica: tutte le patologie di cui soffrono i manager scompaiono nel momento in cui il paziente trova il modo di scaricare con una violenza “controllata” la tensione del super-lavoro. A questo fine, organizza bande di teppisti che durante la notte compiono incursioni lungo la costa da Nizza fino oltre Cannes, ai danni di prostitute, immigrati, drogati che vivono ai margini della società dei consumi. Sostiene ancora Penrose:

Il lavoro domina la vita di Eden-Olympia, e caccia via tutto il resto. Il sogno di una società del tempo libero è stata la grande illusione del ventesimo secolo. Il vero svago è il lavoro.

David Greenwood, cooptato in questa logica lavoro-raid “terapeutici” per manager senza alcuna possibilità di “interazione, nessuno di quegli scambi emozionali che ci danno il senso di chi siamo,” a un certo punto non ha più retto alla lacerazione. Ma la città hi-tech è così economicamente potente da vanificare la possibilità di ottenere giustizia, la sola via è un gesto estremo che provochi uno scandalo mediatico: Eden-Olympia è riuscita a deviare l’inchiesta di polizia, la verità è rimasta celata.

Penrose tenta di cooptare Paul Sinclair nella spirale di violenza, lo porta con sé come basista per alcune spedizioni “punitive”, tenta di comprometterlo con una prostituta bambina. Dalla teoria del dottore è assente qualsiasi considerazione etica: «Se fai a meno della morale, le decisioni importanti diventano una questione di estetica. […] Le società che eliminano ogni questione di coscienza sono più vulnerabili di quanto si rendano conto. Non hanno nessuna difesa quando la psicosi penetra  nel sistema e comincia a farsi strada come un virus, manovrando il fiacco meccanismo morale in modo che danneggi se stesso.»

Ben presto le bande di executive che seguono la terapia di Penrose non si limitano a pestaggi di extracomunitari, tossicomani o prostitute:   si trasformano in gang in giubbotto di pelle che praticano estorsioni, omicidi automobilistici, rapine a mano armata e in grande stile. Tra le vittime dell’esplosione omicida di Greenwood c’era chi sfogava la tensione con la pedofilia, con l’impegno politico razzista, con lo spaccio di stupefacenti.

La logica della terapia provoca un’estensione dello spettro d’azione della violenza organizzata. La visione di Wilder Penrose è sinistramente simile a alcune tendenze di pensiero tollerate e alimentate dai populismi contemporanei:

Il ventesimo secolo è finito coi suoi sogni distrutti. La nozione di comunità come associazione  volontaria di cittadini illuminati è morta per sempre. Adesso ci rendiamo conto di quanto sia soffocante essere diventati così umani, così dediti alla moderazione e alla via di mezzo. La suburbanizzazione dell’anima ha devastato il nostro pianeta come la peste.

La terapia tende a provocare una dose controllata di insanità mentale in dirigenti aziendali troppo impegnati per possedere una vita sociale: «In una società perfettamente sana, la pazzia è l’unica libertà rimasta» sentenzia il demiurgo autoproclamato. La sua base teorica è una psicopatia controllata — direttamente e unicamente dallo stesso Penrose — che possa ridare un sentimento di gruppo, una motivazione di tipo tribale ai manager stressati.

Sinclair naturalmente sente odore di fascismo nei raid razzisti, e Penrose non smentisce la sua accusa: all’inizio del secolo XX la modernità ha distrutto il vecchio ordine sociale, l’aristocrazia, il trono, la religione con tutti i suoi freni morali della fede. «Ovunque ci sia un vuoto, si insinua il tipo di politica sbagliato. Il fascismo era una psicopatologia virtuale in grado di soddisfare una serie di profondi bisogni inconsci.»

I protagonisti usano la parola fascismo in due diverse accezioni. Per Penrose è il movimento politico storico, nato come reazione alla modernità e definitivamente terminato; per Sinclair si tratta invece di un concetto fluido, che cataloga un comportamento sociale a partire dagli effetti sulla società: per lui la terapia di Penrose «è una specie di fascismo da week-end, con le camicie nere che passano dopo a ripulire.»

Indeciso su cosa fare, forse perché anche lui si rende conto che la psicopatia non è solo all’origine di un comportamento asociale, deviante, ma anche il motore dell’arte e della scienza, Sinclair si decide a agire quando una nuova, più grande minaccia staglia la sua ombra sul futuro: la costruzione di una città ancora più vasta, Eden II. La (pre)visione di migliaia di executive in preda a iper-stress scatenati in bande lungo tutta la Costa Azzurra provoca in Sinclair la decisione di un gesto eclatante, sulle orme di David Greenwood.

 

Rispondi

Inserisci i tuoi dati qui sotto o clicca su un'icona per effettuare l'accesso:

Logo di WordPress.com

Stai commentando usando il tuo account WordPress.com. Chiudi sessione /  Modifica )

Foto Twitter

Stai commentando usando il tuo account Twitter. Chiudi sessione /  Modifica )

Foto di Facebook

Stai commentando usando il tuo account Facebook. Chiudi sessione /  Modifica )

Connessione a %s...

Questo sito utilizza Akismet per ridurre lo spam. Scopri come vengono elaborati i dati derivati dai commenti.